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La storia del Museo Barbier-Mueller d'Arte Precolombiana

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In Primo Piano

La storia del Museo Barbier-Mueller d'Arte Precolombiana

  • –di Antonio Aimi

Il primo nucleo di quello che fino a pochi mesi fa era uno dei più importanti musei privati d'arte precolombiana del mondo è nato per opera del suocero di Jean Paul Barbier, Josef Mueller, grande collezionista d'arte moderna e africana, che aveva cominciato ad acquistare anche pezzi precolombiani nella Parigi degli anni venti. La sua collezione contava un centinaio di pezzi tra i quali spiccavano opere molto importanti e di culture a quel tempo sostanzialmente ignorate come le sculture in pietra dell'Area Atlantica dell'attuale Costa Rica, ma aveva due grossi limiti: non prendeva in considerazione alcune culture fondamentali dell'antica America; ne rappresentava altre attraverso tipologie del tutto inadeguate.

Non sappiamo se e come la raccolta del suocero abbia influenzato i primi passi da collezionista di Jean Paul Barbier. Di fatto le due raccolte sono cresciute una accanto all'altra, fino alla loro unificazione nel 1977, quando si è aperto il Museo Barbier-Mueller di Ginevra, del quale la collezione d'arte precolombiana era una delle sezioni accanto all'Africa e all'Oceania. Dalla fusione delle due raccolte è nata una collezione molto diversa, che già nel 1992 presentava la fisionomia attuale, che vede capolavori assoluti dell'arte precolombiana alternarsi a opere di alto e medio livello che, nel loro complesso, offrono una panoramica completa dell'arte dell'antica America. In occasione del V centenario della scoperta del Nuovo Mondo la mostra itinerante del Barbier-Mueller: Art millénaire des Amériques: de la découverte à l'admiration 1492-1992 ottenne una straordinaria affluenza di visitatori in diverse città spagnole nonostante un esplicito taglio "indigenista". Sull'onda di quel successo nel 1997 Jean Paul Barbier affidò la propria raccolta d'arte precolombiana in prestito gratuito a Barcellona. E tutto lasciava pensare che quella sarebbe stata la sede definitiva della collezione, anche perché il museo, che era collocato in una posizione strategica, praticamente davanti al Museo Picasso, coi suoi 25.000 visitatori all'anno si era ben radicato nel panorama culturale della città. La famiglia Barbier-Mueller, tuttavia, ha deciso di vendere e la crisi finanziaria non ha permesso alla capitale catalana di trovare i soldi (si dice 20 milioni di euro) per l'acquisto della raccolta.

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