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Patrick e Laurence Seguin collezionisti di Jean Prouvé. In mostra alla…

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Patrick e Laurence Seguin collezionisti di Jean Prouvé. In mostra alla Pinacoteca Agnelli

  • –di Marianna Agliottone

All'interno della compagine galleristica internazionale, Patrick Seguin si è distinto con un intento che, pur nell'apertura all'arte contemporanea, si è concentrato sul mobilio modernista francese. Con a fianco la moglie Laurence, nel 1989 apre la propria galleria a Parigi (uno spazio di 300 metri quadrati, situato in Rue Des Taillandiers nel quartiere di Bastille), intraprendendo un rigoroso e autorevole lavoro di promozione dell'opera di designer e architetti francesi del XX secolo come Charlotte Perriand (1903-1999), Pierre Jeanneret (1896-1965), Le Corbusier (1887-1965) e, naturalmente, Jean Prouvé (1901-1984). Oltre ai mobili, gli interlocutori di Patrick Seguin diventano ben presto anche alcune gallerie e artisti contemporanei internazionali invitati a essere parte proprio del suo programma espositivo sempre pronto a fregiarsi di opere e di allestimenti di qualità museale: così Jablonka Galerie espone nel 2002 una collettiva di Eric Fischl, Peter Halley, Damien Hirst, Alex Katz, Mike Kelley e altri; Hauser & Wirth nel 2006 con Christoph Büchel, Paul McCarthy, John McCraken, Martin Creed e altri; Gagosian Gallery nel 2008, Galerie Eva Presenhuber nel 2009, Sadie Coles HQ nel 2010, Massimo De Carlo nel 2011 e Paula Cooper Gallery nel 2012.
Ma se si tenta di tracciare, per i coniugi galleristi Seguin, un disegno della loro personalità, dentro di esso ci deve entrare come ingrediente essenziale la loro attività collezionistica. E dunque la mostra "Una passione per Jean Prouvé", alla Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli da oggi fino all'8 settembre, offre l'occasione per vedere alcune opere dalla collezione di Laurence e Patrick Seguin: una quarantina di pezzi di Jean Prouvé, la maggior parte prototipi o esemplari molto rari, dalla poltrona immaginata per la città universitaria di Nancy nel 1954, alla poltrona leggera creata per l'università d'Antony nel 1954, passando per i mobili creati per l'Africa. In mostra anche opere di artisti come Jean-Michel Basquiat, Adam McEwen, Marc Grotjhan, che testimoniano quanto l'attività collezionistica dei Seguin non si ferma al solo design, alla passione per i mobili e le architetture di Jean Prouvé, ma basa la propria singolarità proprio sul dialogo con l'arte contemporanea.

Quante opere ci sono nella vostra collezione e in che percentuale sono di Jean Prouvé?
Circa 150 di arredo di cui il 70% sono di Jean Prouvé. Abbiamo anche una casa smontabile di Prouvé e circa 300 opere d'arte contemporanea.

In che anno avete cominciato a collezionare le sue opere?
I suoi primi lavori sono stati il tavolo "Compas" e le sedie "Standard", alla fine degli Anni Ottanta quando abbiamo aperto la galleria.

Quali priorità ha la vostra collezione e quali i temi?
La nostra collezione si è sviluppata in particolare sul tema della seduta (sedie, poltrone, tabouret). Ci siamo rapidamente resi conto che l'opera che più esprimeva la concezione di Prouvé è la sedia. E basandoci sul principio a lui caro che «non c'è una differenza tra la costruzione di un mobile e di un immobile» abbiamo sempre creduto che non ci si può interessare all'arredo di Prouvé senza interessarsi alla sua architettura.

Quali sono per voi i criteri di selezione di un'opera?
Abbiamo due approcci differenti. Per quanto riguarda il design e l'architettura siamo molto concentrati su cinque nomi: Jean Prouvé, Charlotte Perriand, Pierre Jeanneret, Le Corbusier e Jean Royère, tutti scomparsi, appartengono al passato. Per quanto riguarda l'arte contemporanea, invece, a parte qualche pezzo storico che abbiamo comprato agli inizi (Basquiat o Warhol, ad esempio) abbiamo uno sguardo rivolto verso la creazione più attuale, che ci ha portati a creare dei legami molto forti con alcuni artisti come Richard Prince, Mark Grotjahn, Adam McEwen, Dan Colen e Nate Lowman. Contatti che arricchiscono e migliorano la qualità della nostra vita anche sul piano spirituale.

Come avete deciso il segmento su cui investire?
Ci sono diversi modi per collezionare, ma diciamo che ve ne sono due principali: comprare un solo lavoro di molti artisti oppure comprare molti lavori di qualche artista. Noi abbiamo presto scelto il secondo modo, sia per Prouvé che per l'arte contemporanea, cerchiamo di costituire dei gruppi.

Avvertite un senso di responsabilità nei confronti degli autori che seguite? Le vostre scelte di acquisizione o esposizione hanno influenzato il mercato e la carriera di Prouvè?
Esporre il design e l'architettura di Prouvé alla Sonnabend Gallery di New York, oppure fare la mostra di Charlotte Perriand e Jean Prouvé da Gagosian di Los Angeles, ha certamente consacrato alcuni lavori Prouvé come opere d'arte.

Quale sarà il prossimo acquisto per la vostra collezione?
Ameremmo avere un'opera di Christopher Wool.

Dove o a chi finirà la vostra raccolta? Avete intenzione di mettere a disposizione le vostre opere, sotto forma di donazione, di qualche istituzione pubblica in futuro?
Nostra figlia Pauline ha 23 anni, sono decisioni alle quali dobbiamo iniziare a pensare. Forse un giorno una casa smontabile di Prouvé con una trentina di sue opere rappresentative, potrebbe essere l'ideale per un museo di architettura nomade e design.

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