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CAMeC e Villa Croce: come i musei liguri fronteggiano la crisi

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CAMeC e Villa Croce: come i musei liguri fronteggiano la crisi

  • –di Francesca Guerisoli

Aumentano i visitatori dei musei d'arte contemporanea. Eppure le risorse a loro disposizione hanno subito un drastico ridimensionamento, determinando una riduzione dell'attività espositiva, l'impossibilità di una programmazione di lungo periodo e, in alcuni casi, un ripensamento delle strategie di gestione economica (inchiesta sullo stato dei musei italiani). A soffrire maggiormente in questo frangente economico sono i musei civici, come nel caso dei musei d'arte contemporanea liguri CAMeC di La Spezia, che vanta una collezione permanente di quasi tremila opere sui temi e i movimenti del '900, e Villa Croce di Genova , con la preziosa collezione Cernuschi Ghiringhelli sull'astrattismo italiano.

"Il futuro si presenta molto incerto e la stessa programmazione ne risulta compromessa" sostiene Marzia Ratti, direttrice dell'Istituzione per i Servizi Culturali del Comune della Spezia. I budget a disposizione dei due musei liguri si discostano notevolmente da quelli previsti per la programmazione artistica di gran parte dei musei italiani quali, ad esempio, la GAM di Torino (670mila nel 2012) e la Galleria Civica di Modena galleria (574mila euro nel 2012). Nel caso del CAMeC, inoltre, a peggiorare la situazione è lo stato d'incertezza causato dal ritardo dell'approvazione del bilancio del Comune, che ha in carico la maggior parte dei costi del museo: incertezza che è un riflesso delle difficoltà che soffrono oggi gli enti locali a causa della crisi nazionale. Nel 2012 il CAMeC ha presentato un budget di gestione ordinaria di 532mila euro, di cui 93mila per la programmazione artistica; il 2011 si è chiuso con un totale di 521mila euro, di cui 60mila per l'attività espositiva, mentre il 2010 aveva visto, a fronte di una spesa complessiva di poco inferiore (507 mila euro), un impiego di risorse più consistente a favore dell'attività espositiva (104mila euro).

Nel 2010 i costi di Villa Croce sono stati decisamente più alti rispetto al CAMeC: il museo genovese ha speso per il suo funzionamento 890mila euro di cui, però, solo 132mila destinati alle mostre. Budget, quest'ultimo, drasticamente ridimensionato a 26mila euro (-80%) l'anno seguente, mentre i costi di gestione ordinaria sono rimasti pressoché invariati. Questa situazione ha portato all'adozione di una formula gestionale pubblico/privata: "Comune e Fondazione Palazzo Ducale – dice Carla Sibilla, assessore alla Cultura e al Turismo – hanno un ruolo attivo per la ricerca di nuove risorse da destinare alla programmazione". Inaugurata nel giugno scorso con l'entrata in carica della curatrice Ilaria Bonacossa, la programmazione artistica di Villa Croce gode ora di 100mila euro l'anno (chi finanzia Villa Croce: ).

Quali le azioni di valorizzazione a cui destinare le limitate risorse a disposizione? Quali i rapporti del museo con il territorio, con le proprie collezioni e con le realtà internazionali? Da segnalare per prima cosa è la partecipazione di entrambi i musei al CRAC, Centro Regionale di Arte Contemporanea, rete nata lo scorso anno insieme al savonese Palazzo Gavotti per valorizzare le collezioni dei musei e per promuovere attività espositive comuni. In-Astratto. Arte italiana 1930-1980, una delle due mostre di punta del CAMeC per l'attività espositiva 2012-2013, è stata organizzata proprio dal CRAC ed esposta anche all'Estorick Collection di Londra. Una mostra nata dalle collezioni del CAMeC, così come Superfici sensibili. Dialoghi con il supporto e la monografica di Concetto Pozzati. "Per il futuro ipotizziamo una monografica di Enrico Baj – dichiara Marzia Ratti –, un'esposizione antologica delle collezioni presentate attraverso supporti multimediali e una mostra dedicata alla fotografia contemporanea (entrambe a cura di Francesca Cattoi) e la mostra del vincitore del Premio CAMeC 2012, Jonathan Guaitamacchi".

Villa Croce, oltre che sulla valorizzazione della collezione permanente, sta invece puntando molto sui giovani artisti. In alternanza a mostre quali A proposito di Giuseppe Chiari e A proposito di Vincenzo Agnetti, a cura di Vittoria Martini, sono infatti previste esposizioni che "monitorano la scena emergente italiana e internazionale" afferma Ilaria Bonacossa. Per le mostre storiche di artisti italiani il budget stanziato è di 5mila euro, mentre le mostre collettive godono di un budget che si aggira tra i 12 e i 15mila euro. Attualmente il museo è nella fase di produzione e organizzazione di tutto il programma del 2013 e del 2014, che prevede anche collaborazioni internazionali: "la mostra di Gintaras Didzapetris, a luglio, sarà organizzata con il CAC – Centro arte contemporanea di Vilnius, Lituania; a settembre, la mostra di Christof Yvorè, sarà realizzata insieme al Frac Paca di Marsiglia . Inoltre, a giugno metteremo in piedi con Anna Daneri e Ilaria Gianni il numero pilota di Genova Art Maxter, un master internazionale per giovani artisti italiani e internazionali".

Un programma espositivo, quello di Villa Croce, che è reso possibile grazie alla sinergia tra pubblico e privato: "i privati sosterranno più del 70% del budget mostre del museo – dice Ilaria Bonacossa – mentre il Comune sosterrà le spese ordinarie di gestione". Inoltre recentemente sono nati i nuovi Amici del Museo, che contribuiscono alla programmazione attraverso le quote associative, che vanno dai 1.000 euro per i soci sostenitori ai 30 euro per i soci studenti: "i sostenitori voteranno una o due volte l'anno quali progetti sostenere e avranno accesso a collezioni ed eventi internazionali nel mondo dell'arte" conclude Bonacossa.
Importante novità del CAMeC è l'adozione di un biglietto cumulativo che comprende l'intero sistema museale cittadino. Non ci sono, invece, novità sulla gestione economica, in quanto "già negli scorsi anni sono state studiate formule gestionali vantaggiose per ottenere miglioramento della qualità senza incremento dei costi, per cui sono rimasti davvero pochi margini di manovra" sostiene Marzia Ratti. Il CAMeC cercherà ulteriori fondi presso le fondazioni ex bancarie liguri e i principali attori industriali della regione, che già da alcuni anni finanziano quasi interamente l'attività espositiva. Sperando inoltre che da quest'anno siano emanati nuovamente i bandi pubblici della Regione Liguria, assenti ormai da due anni.


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