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Record per l'Orientalismo austriaco da Dorotheum a Vienna

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Record per l'Orientalismo austriaco da Dorotheum a Vienna

  • –di Silvia Anna Barrilà

È un omaggio alla storia dell'arte austriaca il record segnato per Hans Makart da Dorotheum a Vienna il 16 aprile: 757.300 euro per il dipinto di stampo orientalista rappresentante "La morte di Cleopatra", del 1875, aggiudicato ad un offerente in sala. La stima era molto inferiore, pari a 70mila-90mila euro. La stessa opera era già passata all'asta da Dorotheum nel 1933 e allora era rimasta invenduta. Secondo Dorotheum questo risultato eccezionale porterà l'arte di Makart ad essere apprezzata anche a livello internazionale. Finora la sua fama è rimasta circoscritta prevalentemente a livello locale, ma in Austria ha addirittura dato nome ad un'epoca, il periodo Makart. L'artista era famoso non solo per i suoi dipinti, ma anche per la decorazione di interni e le feste in costume organizzate nel suo atelier per i membri dell'alta società.

L'opera rappresenta il momento altamente drammatico in cui Cleopatra viene morsa dal serpente e gioca sul contrasto tra lo splendore della regina e la sua fine. Nel dipinto Cleopatra ha i tratti idealizzati della famosa attrice austriaca Charlotte Wolter, molto amica di Makart e per la quale il pittore aveva disegnato vari costumi di scena.
Una delle opere più famose di Makart è il ciclo "I cinque sensi", conservato nel castello del Belvedere a Vienna.
Un'altra opera dell'Orientalismo austriaco, "La favorita" di Gustav Ernst, ha segnato il quinto risultato più alto dell'asta. Si tratta di una scena di harem battuta per 90.580 euro entro le stime (80mila-100mila euro). In totale l'asta di Dipinti del XIX secolo ha realizzato 2,6 milioni di euro, con un'alta percentuale di invenduto (sono stati venduti solo il 48% dei lotti), ma anche un'alta percentuale di venduto per valore, l'89%, grazie a lotti di grande successo.
All'asta di dipinti antichi, il giorno successivo, un altro lotto ha superato a sorpresa i 700mila euro: il "Cristo deriso" di Jusepe de Ribera, battuto per 711.300 euro da una stima di 300mila-500mila euro. L'opera è stata recentemente riscoperta. Si tratta di una tela di grande realismo ma anche teatralità precedente al 1624, che rivela una forte influenza del Caravaggio e uno stile che poi verrà abbandonato dal maestro spagnolo.

L'asta ha totalizzato un ottimo risultato, il secondo più alto nella storia di Dorotheum: 6,3 milioni di euro. Anche in questo caso la percentuale di venduto per lotto non è stata molto alta, pari al 58%, ma quella per valore ha superato le aspettative ed è arrivata al 119%.
Un'altra opera di recente scoperta che ha dato buoni risultati è stata una figura femminile allegorica di Giuseppe Maria Crespi, battuta per 366.300 euro (secondo risultato più alto dell'asta). Nella top ten ci sono diversi altri nomi italiani: Alessandro Magnasco con "Giuseppe interpreta i sogni" del 1730 circa (253.300 euro); Pietro Antonio Rotari, pittore di corte della Zarina Elisabetta I, con un ritratto di giovane donna con mantello rosso e pelliccia (201.600 euro, la stima era di 40mila-60mila euro); Michele Marieschi con una rappresentazione del Canal Grande che per anni è stata esposta come prestito all'Accademia Carrara di Bergamo (244.300 euro); e Sebastiano Marsili con un ritratto di dama con bambino, probabilmente Alessandra di Vieri de' Medici (201.600 euro); e infine il Guercino con un'allegoria con Marte, Venere, Cupido e Crono, che però non è arrivata alla stima pre-asta (146.700 euro contro una stima di 200mila-300mila euro).
Successo, invece, per Jan Brueghel il Giovane con una scena di paese che è stata aggiudicata per 317.500 euro e una rappresentazione di proverbio passata di mano per 253.330. Entrambi erano stimate intorno ai 100mila-150mila euro.

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