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Occhio al Novecento romano

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Occhio al Novecento romano

Questa mostra, davvero bella e utile come il suo ricchissimo catalogo, ci porta in due direzioni: da un lato alla scoperta, grazie ad opere per lo più non esposte, delle ricche collezioni di un museo aperto solo di recente, la Galleria d'Arte Moderna di Roma Capitale, dall'altro a riflettere, attraverso un serrato e sempre stimolante confronto tra i dipinti e le testimonianze letterarie, su un fenomeno che caratterizza il panorama culturale romano dalla fine dell'Ottocento agli anni Sessanta del secolo successivo. Mai come in questa città, in una serie di luoghi e occasioni deputati, si è assistito ad una continua interferenza tra le esperienze artistiche e quelle letterarie, quando una serie di protagonisti, personaggi di prima grandezza come D'Annunzio, Marinetti, Bontempelli, Ungaretti, Pirandello e Moravia hanno saputo essere il punto di riferimento non solo ideale ma spesso anche operativo per le correnti figurative che hanno contraddistinto la vivace scena romana in questi fondamentali decenni. Tra tutti quello che ha espresso meglio la ragione di questi entusiasmanti sconfinamenti è stato Moravia che ormai nel 1990 in un'intervista ad Alain Elkann confessava: «La compagnia dei pittori mi piaceva per la medesima ragione per cui preferisco la pittura alla letteratura. Hanno sempre qualcosa al tempo stesso di artigianale e di creativo, mentre lo scrittore che non sia geniale è spesso un piccolo borghese. Insomma il pittore è sempre artista, lo scrittore solo qualche volta». Ma quelli appena nominati, scelti dalle due curatrici Federica Pirani e Gloria Raimondi per seguire questo percorso, "artisti" lo furono davvero e grandi. Partiamo da D'Annunzio, l'immaginifico, con il quale giustamentre si apre la mostra. La sua influenza sui percorsi del Simbolismo, nel modo in cui si è manifestato a Roma in termini ideologici e formali molto diversi rispetto alla Milano divisionista, è stata assolutamente determinante e riesce ad emergere molto bene dalle opere presentate, in una varietà tra pittura, scultura, grafica e arti decorative che denota una tendenza di respiro europeo verso quella che veniva considerata l'opera d'arte "totale", in una miracolosa unità e convergenza tra tecniche diverse quale del resto si ritrova anche nelle dimore, dalla Capponcina al Vittoriale, del vate. I capolavori di Sartorio (il Trittico delle Vergini savie e le Vergini stolte), di Coleman (Speculum Dianae) ci restituiscono quella fascinazione neorinascimentale e quel senso panico della natura che costituiscono i tratti distintivi del Simbolismo dannunziano.
A questo clima di decadentismo estetizzante si contrappone la svolta futurista, alimentata dal continuo slancio ideale di Marinetti rimasto sino alla fine il referente teorico del movimento, rappresentata dai dipinti della moglie Benedetta, come il bellissimo Velocità di un motoscafo, del geniale Prampolini e degli aereopittori come Tato e Dottori. La pensosa Donna alla toletta di Donghi, le misteriose nature morte di Broglio, Francalancia, Capogrossi, Trombadori ci trasportano nell'atmosfera sospesa del Realismo magico che, sostenuto dall'influente Bontempelli, cercò di dialogare con il Quattrocento e soprattutto il genio recuperato di Piero della Francesca. La sensibilità introspettiva di Ungaretti, ferito da Bontempelli in un duello, spiega i percorsi alternativi al "novecentismo" della Scuola Roma, rappresentata da Mafai, Janni, Bartoli e che tocca il suo visionario vertice nello sconvolgente ritratto sullo sfondo di un San Pietro incendiato del Cardinal Decano di Scipione. Una serie di ritratti di gruppo, dove i personaggi si specchiano o fissano con sguardo interrogativo lo spettatore, di Casorati, Breveglieri, Ferrazzi, Melli ci portano sulle rive di un esistenzialismo inquieto presiedute dal genio di Luigi Pirandello. Si finisce con Moravia che fu uno straordinario interlocutore per artisti come Guttuso, Levi, Turcato, Scialoja, Ceroli, Angeli, Schifano, rappresentati sia con opere dalla Galleria che dalla Casa Museo da poco allestita nell'attico da lui abitato in Lungotevere della Vittoria.
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Legami e corrispondenze. Immagini
e parole attraverso il 900 romano, Roma, Galleria d'Arte Moderna di Roma Capitale sino al 29 settembre. Catalogo Palombi Editori

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