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Londra, Pompei è un successo al British Museum

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Londra, Pompei è un successo al British Museum

  • – Di Maria Adeliade Marchesoni

Numeri record per le mostre a pagamento dei musei londinesi, in quanto la visita alle collezioni permanenti è per tutti gratuita. Questa è la volta del British Museum: Pompeii and Herculaneum Live, in calendario fino al 29 settembre, è sulla buona strada per aggiudicarsi il titolo di terza mostra più visitata dall'apertura del museo nel lontano 1753. Al primo posto vi è Tutankhamun nel 1972 e The Chinese terracotta warriors nel 2007 (vedi classifica a fine articolo).
Sponsorizzata dalla casa di investimento americana Goldman Sachs (nel Regno Unito GS ha sponsorizzato recentemente anche le mostre su Miro e Henry Moore alla Tate Britain e The Three Emperors alla Royal Academy of Art) l'evento è il risultato di una stretta collaborazione con la Soprintendenza Archeologica di Napoli e Pompei che ha permesso di riunire oltre 250 oggetti relativi a scoperte recenti sia celebri reperti derivanti da scavi precedenti. Molti di questi oggetti non sono mai stati esposti fuori dall'Italia.
Pompeii and Herculaneum Live ha già attirato oltre 287.000 visitatori, un numero doppio rispetto alle attese indicate a budget e per il prossimo mese sono attesi altri 35.000 visitatori. Il range di prezzo dei biglietti di ingresso varia da 15 a 12,5 sterline e, considerando la media delle due tariffe i ricavi da biglietteria, senza considerare gli ulteriori 35mila visitatori attesi, dovrebbero essere nell'ordine di 3,946 milioni di sterline. Entro la fine dell'estate è prevista la proiezione del film della mostra in oltre 1.000 sedi in 51 paesi. Notevole anche il numero dell'affluenza alla collezione permanente: dal 1° aprile a oggi (il museo chiude l'anno fiscale il 31 marzo) i visitatori sono stati 1,7 milioni il 42% in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Nell'intero 2012 l'affluenza ha registrato 5,6 milioni di visitatori.
Sempre in tema di mostre l'altro evento che ha registrato un successo di pubblico, anche se non ha trovato uno sponsor commerciale, è stato Ice Age Art con 90mila visitatori superando le aspettative di oltre il 130 per cento.
Se il successo delle mostre temporanee fa bene ai conti economici, a incidere sono invece i tagli alla spesa pubblica e, anche la Gran Bretagna, non è immune dalla cosiddetta Spending Review. In questi giorni è stato dichiarato quello che è stato definito dal direttore del British Museum, Neil MacGregor, un "non trascurabile taglio" del 5% dei finanziamenti che fa seguito alle riduzioni del 24% degli anni precedenti e i cui effetti saranno visibili a partire dalla gestione del 2015. La forza dei musei inglesi è tuttavia la capacità di attirare altre forme di reddito e generare risorse proprie attraverso l'autofinanziamento: al British Museum su 10 sterline di ricavi 6 derivano dall'autofinanziamento e le rimanenti 4 sterline dai fondi governativi.
La prossima primavera si aprirà il nuovo spazio espositivo e il centro di conservazione che hanno richiesto investimenti per 135 milioni. Il nuovo centro progettato dallo studio designed by Rogers Stirk Harbour + Partners, non ha raggiunto gli obiettivi di raccolta in quanto mancano ancora 20 milioni di sterline. Le prossime mostre in calendario saranno dedicate all'oro precolombiano e al sesso nell'arte giapponese.

Top five delle mostre al British Museum
1. Treasures of Tutankhamun, 1972: 1,7 million
2. First Emperor: China's Terracotta Army, 2007: 855.000
3.Life and Death in Pompeii and Herculaneum, 2013 (projected ranking) : 287-572 dopo tre mesi
4. The Vikings, 1980: 450,000
5. Hadrian: Empire and Conflict, 2008: 255,000

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