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Slow design, vince l'Italia

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Slow design, vince l'Italia

Si chiama Slow Design ma non è un monito a vivere con lentezza. È una mostra dei dieci progetti vincitori del Premio Top Young Italian Designers, selezionati tra più di cinquanta proposte arrivate dalle principali scuole di design industriale in Italia. Oggetti slow perché rispettano i principi base del design, di origine bahausiana. Come diceva Walter Gropius nel 1925, «va rifiutata la ricerca, a qualsiasi costo, di nuove forme, in quanto non derivino dalla cosa stessa». Forma e funzione in stretto rapporto, per oggetti senza tempo, belli e utili, che non seguono le mode. Anche il Premio si ispira alle idee del fondatore del Bauhaus. «Ho avuto la possibilità di riunire insieme pittori, scultori e architetti», diceva ancora Gropius, «con i quali mi sono trovato d'accordo sulla necessità di scegliere giovani talenti, prima che cedessero al conformismo della società industriale e all'uniformità della sua produzione». Premiare giovani designer capaci di esprimere, nel loro modo di progettare, qualità, creatività e innovazione. In questo caso, però, a promuovere l'iniziativa non è una scuola di progettazione ma un'istituzione italiana, l'Istituto Italiano di Cultura di New York, e il suo direttore, Riccardo Viale, insieme a un grande maestro del design italiano, Massimo Vignelli, coordinatore della giuria e curatore della mostra. L'obiettivo? Promuovere e dare visibilità ai giovani industrial designer italiani, eredi e continuatori del grande patrimonio culturale che l'Italia, da più di cinquant'anni, ha prodotto e continua a rappresentare nel mondo del design. Un premio e una mostra nati a New York per sostenere l'Italian Design. E chi meglio di Massimo Vignelli, che è di casa a New York, dove nel 1966 ha fondato lo studio Vignelli Associates con la moglie Lella, poteva scegliere i progetti migliori? Ricordano, in un'intervista, Massimo e Lella: «Siamo andati in America, la prima volta, nel '57, con una borsa di studio, per tre anni.
Poi, siamo tornati a Milano, dove siamo rimasti fino al '65. Siamo tornati in America come missionari del design. Il nostro motto è the things you not find, design. Ciò che non trovi, disegnalo». E da New York, dalla comunicazione al disegno degli oggetti, dagli interni ai mobili, hanno lavorato per le principali aziende italiane e americane. Un approccio multidisciplinare che si riflette anche nella scelta dei vincitori del Premio Top Young Italian Designers, segnalati dal Politecnico di Milano e di Torino, dall'Istituto Europeo di Design di Milano e dall'Istituto Arti Applicate e Design di Torino. Tre sono i vincitori, Simone Spalvieri/Valentina Del Ciotto, Davide Angeli e Paolo Cappello; sette i segnalati, Matteo Beraldi, Tommaso Caldera, Antonio de Marco e Simone Fanciullacci/studio 4P1B, Paolo Jannetti, Alessandro Stabile, Eleonora Trevisanutto e Aberto Villa/studio Designsumisura.
I primi, che nel 2009, dopo la laurea al Politecnico di Milano, hanno fondato lo studio Spalvieri/Del Ciotto, hanno disegnato la scatola linea Maizy, un kit per scrivania dalle forme lineari e morbide, bianche come i prodotti di Dieter Rams per la Braun, ispiratori del design Apple. Davide Angeli, che viene dallo Ied e collabora con lo studio di Michele De Lucchi, è autore di un Tavolino, dal bell'incrocio geometrico in legno. Gualtiero si chiama, infine, il tavolo componibile di colore rosso vivo progettato da Paolo Cappello, laureato al Politecnico di Milano e collaboratore di Ludovica e Roberto Palomba, prima di fondare il suo studio nel 2007. Giovani sì, ma indipendenti e pronti a correre da soli, perché formati alla scuola del design italiano che insegna, per citare ancora Gropius, «a conciliare la rigida mentalità dell'uomo d'affari e del tecnico con l'immaginazione dell'artista creatore». I dieci oggetti premiati sono in mostra fino al 27 settembre all'Istituto Italiano di Cultura di New York, per poi volare alla Design Miami Fair in dicembre, durante Art Basel/Miami. E, buona notizia per i giovani progettisti, l'anno prossimo il premio andrà ai migliori graphic designer, seguiti nel 2015 dai progetti di styling. In puro stile U.S.A., a sostenere per tre anni il Premio e la mostra, c'è La Fondazione NY, una public charity americana creata da Riccardo Viale e Massimo Vignelli per aiutare i giovani italiani di talento a farsi conoscere dal pubblico e dal mercato. E, si spera, trovare in America nuove opportunità di sviluppo della loro carriera.
L'iniziativa è accompagnata da un evento speciale il 9 settembre, in occasione della Fashion Week di New York, ospiti e testimonial i protagonisti dello stile italiano. Perché Slow Design non sia un motto ma un nuovo movimento che riporta al centro il progetto, bello e utile.
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Premio Top Young Italian Designers. Mostra Slow Design
New York, Istituto Italiano di Cultura, fino al 27 settembre

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