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Bilancio positivo per la Biennale dell'antiquariato di Firenze. Molto…

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Bilancio positivo per la Biennale dell'antiquariato di Firenze. Molto richiesta la scultura

  • –di Silvia Anna Barrilà

È in corso a Firenze la XVIII edizione della Biennale dell'antiquariato di Firenze (dal 5 al 13 ottobre). t ArtEconomy24 ha stilato un primo bilancio con Giovanni Pratesi, presidente dell'Associazione Antiquari d'Italia.

Come sono andati questi giorni?
Possiamo già fare un primo bilancio perché i giorni più importanti dal punto di vista del mercato sono i primi della settimana, in cui l'evento viene visitato da collezionisti e curatori. La valutazione iniziale è molto positiva, ci sono state già moltissime vendite, nonostante le previsioni non fossero rosee. Gli antiquari sono soddisfatti, ogni giorno mi raccontano che hanno venduto l'uno o l'altro quadro e i buoni di uscita firmati per le opere sono già numerosi.

Quali sono state le vendite più importanti?
C'è molta discrezione riguardo alle transazioni, ma si sa che è stato venduto il grande Van Dyck esposto da Robilant + Voena e un tavolo in pietre dure con lo stemma Salviati da Bartolozzi.

Come ci si protegge dal pericolo dei falsi?
Le opere sono accompagnate da studi seri verificati dalla commissione scientifica e dal Nucleo per il Patrimonio artistico delle forze dell'ordine, per cui i collezionisti sono invogliati all'acquisto. Si sentono protetti e garantiti.

Da dove vengono collezionisti e curatori?
Da tutto il mondo. Quest'anno ci sono moltissimi tedeschi, ma anche curatori dal Louvre, da Los Angeles e dagli Stati Uniti in generale.

Qual è il price range delle opere in mostra?
L'offerta non include solo opere importanti, ma anche opere minori per un collezionismo di fascia media. I prezzi vanno, quindi, da 5.000 euro a 1 o 2 milioni.

Qual è la particolarità della fiera?
L'allestimento di Palazzo Corsini, con gli stand racchiusi all'interno di nicchie che creano un'atmosfera di grande fascino in cui ogni antiquario può scegliere il suo contesto scenografico.
A chi sono stati attribuiti i premi?
Il premio per lo stand più bello è stato vinto da un antiquario inglese, John Winter (Trinity Fine Art Ltd) con una mostra dedicata alla manifattura Ginori. Il premio per la miglior pittura, pari a 10mila € sponsorizzati dalla Banca di Cambiano, da destinarsi al restauro un'opera pubblica dei musei fiorentini (all'antiquario va una targa in porfido) è stato vinto da una veduta del Portico di Ottavia del Bellotto, esposto da Cesare Lampronti; mentre il premio per la miglior scultura (sponsorizzato da Etro) è stato vinto da una terracotta di Ercole con il leone Nemeo presentato da Walter Padovani

Quali sono le tendenze?
La scultura è molto richiesta, di tutti i periodi, anche perché è sottostimata.

Com'è andata rispetto alle altre edizioni?
C'è stato un vero rilancio in questi primi quattro giorni perché in questo momento economico l'arte è un bene rifugio e qui l'investimento è garantito dalla sicurezza dell'autenticità.

In Biennale ci sono opere autorizzate all'esportazione?
La Biennale ha creato un circuito virtuoso con la Sovrintendenza, provvedendo al restauro delle opere per i musei fiorentini. Da parte sua la Sovrintendenza ha compreso che non può esserci un mercato internazionale se non ci sono i permessi d'esportazione. I permessi di solito richiedono 40-60 giorni, qui abbiamo impiegato due giorni: abbiamo ottenuto già almeno 180 permessi.


Anthon Van Dyck, Compianto sul Cristo morto, olio su tela, Robilant+Voena, Londra e Milano


Pieter Brueghel Il Giovane, Estate: tempo di mietitura, olio su tavola, cm 54 x 75, De Jonckheere, Parigi

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