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Fiac vende, ma solo ai collezionisti europei

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Fiac vende, ma solo ai collezionisti europei

  • –di Riccarda Mandrini

Si è chiusa domenica 27 ottobre la40a edizione di Fiac , la fiera d'arte contemporanea di Parigi. Nella storia delle fiere d'arte contemporanea Fiac occupa un posto di rilievo: è una fiera storica, fu creata all'inizio degli anni '70 e all'epoca esistevano solo Art Cologne, nata nel 1966, e Art Basel nel 1970.
Diretta dal 2003 dalla neozelandese Jennifer Flay l'edizione del 2013 era in qualche modo una sorta di cartina tornasole, visto la difficile situazione economica che attanaglia la Francia e l'Europa. La quota di mercato di opere d'arte in Francia è del 2,79%, ben lontano dal 21,10 % del Regno Unito (stime artprice ). Quindi la sfida con Frieze, svoltasi solo una settimana prima, era del tutto aperta.
Fiac però ne è uscita bene per due motivi: il primo è da attribuire al lavoro fatto dalle gallerie: 184 come nel 2012, provenienti da 25 paesi nel mondo, di cui 30% francesi (cioè 55, in calo rispetto alle 61 del 2012) mentre il 70% erano internazionali. Tutti presenti i grandi nomi internazionali, che hanno puntato in alto proponendo opere di qualità e dall'alto valore di mercato. Il secondo motivo riguarda il numero di visitatori che ha superato del 4,1% il 2012 e si è attestato sulla cifra di 73.543
Presente a Fiac il gotha dei direttori dei musei e delle fondazioni private internazionali, mentre il collezionismo, confermato da moltissime galleriste, è stato soprattutto europeo. Molti italiani (l'italiano era la seconda lingua), svizzeri e belgi. Pochi gli americani, assenti i mediorientali e gli asiatici. Anche il governo francese, che mira ad aumentare le entrate fiscali, ha voluto fare un regalo a compleanno a Fiac. L'Iva sull'importazione di opere d'arte, che per tutto il 2012 è stata del 5.5% è passata nel 2013 al 7 % e dovrebbe raggiungere quota 10% dal gennaio 2014. Il governo francese ha deciso come cadeau, solo in occasione di Fiac, di contenere l'Iva per le importazioni ancora al 5,5%.
Ampissimi e curati gli stand (il valore era di 525 € al mq nella navata centrale e di 485 € il mq ai piani superiori) hanno mostrato ancora una volta come le fiere d'arte contemporanea siano degli eccezionali contenitori, un unicum capace di offrire la possibilità di vedere e dialogare in modo assolutamente diretto con le opere dei più grandi autori al mondo. Esempio emblematico lo stand della galleria tedesca Neugerriemschneider di Berlino (per la prima volta a Fiac) che proponeva una sola opera, un monumentale lavoro di Ai Weiwei, "Iron Tree" installato al centro dello stand. L'opera è stata venduta il 23 ottobre. La sera dell'apertura, sotto embargo prezzo e acquirente.
Sempre in tema grandi autori cinesi, pochi stand più in là, nel corridoio centrale, la galleria francese Daniel Templon dedicava gran parte dello proprio spazio all'artista cinese Yue Minjun (1962). La monumentale scultura bronzea, parte della serie dei ‘grotteschi' "A-maze- ing Laugthter" ha catalizzato l'attenzione del pubblico. L'opera era stata esposta alla Vancouver Biennale. Sempre nell'ambito dei grotteschi di Minjun la galleria presentava una tela della serie "Free Sky 1", opzionata, prezzo riservato. Stand eternamente affollato da Franco Noero , che presentava una monumentale scultura, ".)(." opera dell'artista messicano Gabriel Kuri prezzo prossimo ai centomila €. Quasi sold out lo stand, molto ammirata la tela di Francesco Vezzoli, passata di mano per la cifra di 300mila €.
Chantal Crousel non ha esitazione quando afferma che Fiac, soprattutto nell'edizione di quest'anno, è meglio di Frieze. Vendute diverse opere: una tela "Shape shifter" di Allora &Calzadilla, prezzo riservato; oltre a un "Untitled" dell'artista americano Wade Guyton per 300mila€ a un'istituzione, una fotografia di Wolfgang Tilmann e una scultura di Claire Fontaine, finalista al Prix Marcel Duchamp , vinto da Latifa Echakhch (artista rappresentata dalla galleria Kaufmann Repetto di Milano).
Metro Picture per la quinta volta a Fiac, rinnova la soddisfazione per la fiera e soprattutto per le vendite. Successo di Claire Fontaine anche per la galleria newyorchese, venduta una tela, "Passepartout" per 15mila € e due opere dell'artista americano Robert Longo star della new wave degli anni '80 Usa per 350mila $.
Sfeir-Semler ‎ ha proposto una selezione di opere di artisti mediorientali di carattere. Installato con cura, ma quasi da andare a scoprire "Letterhead IV. 1950-2013" di Rayyanne Tabet, libanese, classe 1983, già vincitore del Future Generation Prize a Venezia. "Letterhead IV" è una raccolta di lettere abbozzate, più che altro carte intestate, trovate nel quartiere generale abbandonato di Tap Line, la società responsabile della costruzione della Trans Arabian Pipeline.

Tantissimi i visitatori si fermavano a leggere la menzione ("tutte le persone hanno il diritto di circolare liberamente e scegliere la propria residenza in uno stato) parte della Carta dei Diritti dell'uomo incisa su pezzi di sapone, di quelli che gli immigrati ricevono nei centri di accoglienza, che andavano a formare una ruvida semplice formella. L'opera era un progetto di Etel Adnan, venduta ad un acquirente anonimo, nello stand scambiata anche la foto "The Smail" di Yto Barrada.

Diverse le gallerie hanno scelto di non applicare le didascalie delle opere esposte, tra queste Gagosian e Nathalie Seroussi . IN queste gallerie sono state vendute numerose opere, tra cui un lavoro specchiante di Michelangelo Pistoletto, "Vase à la Plante Vert", un'opera da muro non impegnativo e una scultura "Nana Orange" di Niki de St. Phalle, per un prezzo a sei cifre.
Sold out per la galleria parigina Applicant Prazan , che presentava il lavoro, quindi un booth monografico, dedicato all'artista Serge Poliakoff (Mosca 1906 – Parigi 1969), maestro moderno dell'arte astratta ed esponente di spicco del gruppo ‘Ecole de Paris'. Le opere in mostra avevano un range di prezzo che andava da 300mila a 1 milione di €.
Successo tutto personale, stand pieno per Tornabuoni Arte (Firenze, Milano, Parigi ). Molto ammirate e super fotografate le opere di Enrico Castellani e quelle di Alighiero Boetti. Vendite al top, riserbo totale sui prezzi e collezionisti.
Tra le italiane, Galleria Continua perpetua il suo successo in terra francese: venduta "Charcoal", un'installazione dell'artista africano Pascale Martine Tayou, realizzata con piccoli tubi industriali dismessi per Sharjah Biennale 2013 . Passate di mano anche le opere di Daniel Buren e Michelangelo Pistoletto.
Raffaella Cortese, storica gallerista milanese, ha venduto numerose opere di piccolo taglio. Autentici pezzi preziosi firmati Kiki Smith, Roni Horn, Helen Mirra, Jana Sterbak. Range di prezzo dai 15mila ai 90mila€.
Nel piano alto, il Salon D'Honneur, è stato accolto con enorme interesse dal pubblico il progetto presentato dalla galleria di Roma Monitor www.monitoronline.org in collaborazione con Kaddel-Willborn di Dusseldorf. I galleristi seguono entrambi l'artista italiano Francesco Arena, e hanno presentato in fiera "Mare della Tranquillità", un lavoro prodotto da Frac Champagne Ardenne di Reims. Costo dell'installazione 32mila €. Il secondo autore proposto da Monitor era Claudio Verna, classe 1937, artista che ha legato il proprio lavoro prima alla pittura analitica per poi votarsi definitivamente alla pittura astratta. Venduto "Oltre la soglia", una tela datata 1996 a un collezionista straniero per 35mila €; opzionati altri due lavori.
Kadel Willborn aveva, invece, proposto una selezione di opere del collettivo Art & Language, un gruppo di artisti concettuali formatosi nella seconda metà degli anni '60 in Inghilterra. Anche per la galleria tedesca opzionati due opere. Il range di prezzo oscilla dai 150mila agli 800 mila euro.
La Municipalité di Parigi, come ogni anno, ha fatto shopping in fiera. Il Fond Municipal d'Art Contemporaine (FMAC) aveva infatti a disposizione un budget, che per il 40° di Fiac era di 150mila € . FMAC vanta una collezione di 22.300 opere, di cui 3.100 d'arte contemporanea.


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