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Paris Photo ridisegna i confini del collezionismo: bilancio positivo -

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Paris Photo ridisegna i confini del collezionismo: bilancio positivo - Foto

  • –di Sara Dolfi Agostini

A dispetto dei suoi 17 anni, è una fiera in ascesa Paris Photo, proposta dal 14 al 17 novembre negli spazi sontuosi del Grand Palais. La terza dell'ex direttore di Magnum Photos Julien Frydman, contando anche l'esordio losangelino dell'aprile scorso, ha presentato un parterre con 136 gallerie internazionali (+6% rispetto al 2012), che hanno richiamato 55mila visitatori. Una cifra in linea con i numeri di Paris Photo, ma dietro cui ci cela l'importante presenza di gruppi di collezionisti e di musei internazionali, 65 contro i 58 dell'anno precedente: molti americani come il Museum of Fine Arts di Boston, il MoMA di New York e il LACMA di Los Angeles, ma anche il MAXXI di Roma e la Tate Modern di Londra, che ha organizzato la riunione del suo comitato di acquisizione proprio negli spazi fieristici.

E i risultati positivi non sono mancati. I due galleristi italiani presenti si sono dichiarati molto soddisfatti. Guido Costa di Torino, che dalla sua prima partecipazione sei anni fa è stato chiamato a sedere nel comitato di selezione, ha presentato uno stand monografico d'impatto con il lavoro dell'italo-francese Paul Thorel (1956), pioniere della fotografia digitale già alla fine degli anni '70, celebrato l'anno scorso con una mostra alla Maison Européenne de la Photographie di Parigi. Il grande arazzo da 35mila euro, espressione di un nuovo indirizzo sperimentale dell'artista e in edizione di 3, è stato riservato da collezioni straniere, mentre i piccoli paesaggi su carta, opere uniche ritoccate digitalmente e con l'ausilio di pigmenti, sono state vendute a 3mila euro a un museo americano e a una collezione d'arte italiana. Photo&Contemporary, sempre a Torino, ha presentato una ricognizione di matrice documentaria con le fotografie vintage di tre grandi autori italiani: Luigi Ghirri (1943-1992), Franco Fontana (1933) e Gabriele Basilico (1944-2013). Di Basilico, in particolare, c'erano nove fotografie tratte dal suo lavoro per la Datar (1983-1989) e sono state acquisite da Vicente Todolì per un collezionista di Valencia intorno ai 45mila euro. Mentre di Ghirri, la cui mostra del MAXXI di Roma viaggerà a San Paolo dal 23 novembre negli spazi dell'Instituto Moreira Salles, è stata venduta una stampa della serie "Kodachrome" a 12mila euro a un'importante collezionista inglese.

Tra le gallerie di arte contemporanea, David Zwirner di New York ha ricostruito nello stand uno spaccato di storia della fotografia come mezzo di espressione privilegiato dell'arte concettuale, con opere di Bernd (1931–2007) e Hilla Becher (1934), Thomas Ruff (1958) e Stan Douglas (1960), attualmente in mostra a Parigi e a Nimes. Per la galleria, alla sua seconda edizione, Paris Photo ha confermato la sua forza come catalizzatore del mondo della fotografia, abitato da collezionisti appassionati ma anche profondamente preparati che hanno acquistato a prezzi tra 5-75mila euro, manifestando un particolare interesse per Ruff.
Tra gli specialisti di fotografia, Howard Greenberg di New York ha dichiarato che la decisiva apertura di Paris Photo al contemporaneo non solo non ha pregiudicato la sua attività, ma è stata salutare per il settore innestando una maggiore concorrenza sulla base di un pubblico in crescita e più eterogeneo. Nel suo stand, accanto alle proposte attuali di Joel Meyerowitz (1938), Edward Burtynsky (1955) e Bruce Davidson (1933), ha allestito stampe in bianco e nero di molti degli autori rappresentati attraverso un gioco di richiami stilistici e di contenuto, e ad attirare il pubblico già nei giorni di preview sono state quelle di Vivian Maier (1926-2009) a 2.500 dollari, in edizione di 15, e di William Klein (1928), a 10mila euro in edizione di 30.
Insomma, Paris Photo non solo convince curiosi e addetti ai lavori: il suo nuovo posizionamento ha intercettato un trend importante per la fotografia nel mercato dell'arte e non c'è dubbio che contribuirà in modo significativo a ridefinire negli anni a venire il collezionismo privato e istituzionale.

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