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A New York in asta automobili milionarie come arte italiana -

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A New York in asta automobili milionarie come arte italiana - Foto

  • –di Giovanni Gasparini

Può un'automobile essere considerata come un'opera d'arte? Di certo quando è rara e la sua bellezza è stata conservata nel tempo viene venduta ai prezzi riservati ai capolavori della storia dell'arte, com'è avvenuto il pomeriggio del 21 novembre a New York, nell'asta presentata da Sotheby's e RM Auction, la principale delle tre case d'asta che si contendono la fascia alta del mercato negli Stati Uniti e in Europa (con Gooding&Co e Bonhams).

Il catalogo comprendeva solo 40 lotti, di cui 31 automobili, due moto e sette oggetti di collezionismo legati al mondo del motore; ma non è stata la componente meccanica il fattore messo in risalto dall'asta, quando piuttosto la qualità estetica e l'importanza storica dei lotti offerti. E la scelta ha pagato in termini di risultato: 93% di venduto per un realizzo totale di 62,8 milioni di dollari, uno dei valori più alti del settore, comparabile per numero di lotti e risultato all'asta serale di arte contemporanea tenuta da Phillips la settimana prima a New York.
A dominare l'asta sono immancabilmente i costruttori e designer italiani: Ferrari e Maserati, ma anche e soprattutto Scaglietti, Bertone, Zagato, Pinin Farina, Giugiaro, Ghia, tutti disegnatori e carrozzieri alla corte di Enzo Ferrari nel periodo d'oro degli anni '50 e '60, e una coppia di italiani trapiantati in Francia, Figoni e Falaschi, le cui linee sinuose hanno caratterizzato il design vincente delle nobili auto francesi degli anni '30, produttori scomparsi quali Talbot-Lago e Delahaye.

Quattro dei primi dieci risultati portano il simbolo del Cavallino Rampante, a partire da una rara Ferrari 250LM del 1964, carrozzata Scaglietti, contesa fino a 14,3 milioni di $, verso la stima alta di 15 milioni, un record per il modello e uno dei prezzi più elevati in asta per un capolavoro di Maranello, che vanta anche un pedigree di corse alla 24 Ore di Daytona.
Le altre tre auto sono modelli diversi della fenomenale 250, dominatrice del mercato e delle corse fra gli anni '50 e '60: una 250 GT SWB (Short Weel Base, ‘corta') da competizione del 1959, passata di mano a 7 milioni di $, una 250 Europa GT Coupé del 1955, a 2,4 milioni di $, ed infine una Cabriolet del 1961 per 2 milioni di $. Il marchio Ferrari vende talmente bene che uno dei migliori realizzi è dovuto ad un modello in scala per piccoli piloti della Testarossa del 1958, conteso fino a 126mila $ da una stima di 50-75mila $: un record per un'auto-giocattolo totalmente guidabile.

Fra le Ferrari si inserisce un'altra italiana, la Maserati A6G/2000 Spider carrozzata Zagato, contesa fino a sfiorare 4,5 milioni di $, un record per il modello in asta, e le due auto francesi uscite dalla penna e martello dei carrozzieri italiani Figoni e Falaschi: una Talbot-Lago T150-C SS Cabriolet del 1938 e una Delahye Type 135 Competition Coupe, rispettivamente per 7,150 milioni e 2,4 milioni di $, risultati notevoli ma al di sotto delle aspettative pre-asta.
Le stime invero piuttosto elevate hanno portato a ben 11 record per i rispettivi modelli d'auto, ma solo quattro automobili hanno superato la stima alta dopo l'aggiunta delle commissioni (assenti nelle stime), tutte convertibili di tre paesi diversi: una Ferrari 250GT Cabriolet del 1961, una Mercedes 300SL Roadster del 1960 per 1,650 milioni di $, una BMW 507 Roadster del 1958 allo stesso prezzo e una Jaguar E-type Roadster del 1966 eccezionalmente restaurata e contesa fino a 468mila $; le ultime tre rappresentano un prezzo record in asta per i rispettivi modelli.
Forte la presenza di modelli americani, dato il luogo dell'asta, ma con risultati non particolarmente favorevoli: nessuno nei primi dieci risultati e soprattutto ben sette lotti aggiudicati sotto le stime basse, due invenduti e tre entro le stime.

Discreti, invece, i risultati per i produttori inglesi, con tre lotti tutti entro o oltre le aspettative e due fra i primi dieci realizzi: una Rolls-Royce Phantom II del 1933 passata di mano a 2,4 milioni di $ e una Aston Martin DB2/4 ‘Supersonic' del 1956 venduta a 2 milioni di $, grazie alle innovative linee disegnate da una storica carrozzeria italiana, Ghia.
In termini di periodo, dominano gli anni dal 1954 alla fine dei '60 e gli anni '30, con un solo lotto milionario fra i cosiddetti ‘instant classic', le auto moderne che suscitano immediatamente l'interesse dei collezionisti quando ancora in produzione, come l'auto di serie più veloce di sempre (oltre 400 km/h), la Bugatti Veyron del 2011 passata di mano a 2,3 milioni di $.
Nel complesso si tratta di risultati importanti per un settore che ha conosciuto una crescita fortissima negli ultimi tre anni, principalmente nella fascia più alta di prezzo (quasi tutti i prezzi record sono stati ottenuti negli ultimi anni, soprattutto a partire dal 2010), quella che ha saputo meglio interpretare un riposizionamento del mercato verso un collezionismo che guarda più alla rarità, significato storico e bellezza estetica dell'oggetto che non alle sue qualità puramente motoristiche. Ambiti in cui la storia dell'auto italiana, dei suoi produttori, carrozzieri e designer, non ha rivali.

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