Nella mostra «Il volto del '900. Da Matisse a Bacon», in corso a Palazzo Reale di Milano fino al 9 febbraio, gli artisti presenti amplificano con le loro immagini il sentire del proprio tempo, e l'infilata di volti che si succedono nelle sale, in modo ossessivo o con ritmo più soft, sono ciascuno un preciso rimando a quei giorni, a quelle inquietudini che sono di un'epoca, ben al di là del carattere e dello stato d'animo del singolo effigiato.
Questa rassegna antologica di dipinti – provenienti tutti dal Centre Pompidou di Parigi –, a cura di Jean-Michel Bouhours e prodotta in collaborazione con Comune di Milano, MondoMostre e l'editore Skira, ha selezionato 80 tra dipinti e sculture. E li propone non tanto in una sequenza cronologica, ma piuttosto in sette sezioni tematiche. Ognuna di esse approfondisce uno dei tanti possibili approcci all'analisi del genere del ritratto. Ecco sfilare una prostituta ritratta da Auguste Chabaud (1907) o da Frantisek Kupka (1910), una suonatrice di liuto per il pennello di Auguste Macke (1910), un'odalisca di Henri Matisse (1921), un contadino con l'ombrello di Alberto Magnelli, un imbecille di Max Ernst, una donna col cappello di Pablo Picasso. E poi c'è la Dedè di Amedeo Modigliani, il cui volto ovale è intelligentemente accostato alle superfici levigate della Musa addormentata in bronzo dorato di Costantino Brancusi. Ancora: la Jeanette in bronzo di Matisse, Diego di Umberto Giacometti, Kisette al balcone di Tamara de Lempicka, qualche nota ballerina, cantante o attrice del tempo, qualche intellettuale o poeta, fino ai principini Harry e William, i cui volti, per un paradosso evidentemente cercato, sono in gran parte fuori dal taglio visivo del quadro. L'autrice, l'americana Elisabeth Peyton, classe 1965, è poco nota al pubblico nostrano, ma è stata lanciata da una mostra al New Museum of Contemporary Art di New York nel 2008.
Non è la sola opera esposta di un artista vivente, per una mostra che decide di attraversare l'intero secolo scorso senza precludere al visitatore qualche incursione anche nel nostro, e vedere così a confronto, accomunate da un tema simile, prove così diverse e così lontane. Pensate cosa significa vedere il volto sfatto di Francis Bacon o quello scomposto di Gino Severini.
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