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In Primo Piano

Quando ci si imbatte in un libro avvincente bisogna consigliarlo agli amici. È il caso di Monuments Men, scritto da Robert M. Edsel con la collaborazione di Bret Witter e tradotto in Italia dalla Sperling & Kupfer. Su questo libro si basa il film omonimo diretto e interpretato da George Clooney in arrivo il 13 febbraio in Italia.
La storia che Edsel ci racconta è ambientata nell'Europa infiammata dalla guerra tra il 1943 e il 1946. I protagonisti di questa storia furono una manciata di soldati inglesi e americani piuttosto singolari: uomini di mezza età, occhialuti e poco marziali, senza nessuna esperienza militare ma con solidi curricula come direttori di musei, restauratori, archivisti, storici dell'arte, bibliotecari, architetti e archeologi. Le Forze Alleate li arruolarono perché seguissero l'avanzata delle truppe anglo-americane in Europa con una precisa mission: salvare le opere d'arte dall'ecatombe del conflitto.
La sezione della MFAA (Monuments, Fine Arts and Archives) – così si chiamava – era composta, a ranghi completi, di 350 persone. Un drappello d'eroi, privo di mezzi corazzati, ma armato di mappe, taccuini, libri, fotografie ed elenchi, che doveva svolgere un duplice compito: primo, limitare i danni al patrimonio artistico in mezzo ai combattimenti; secondo, snidare i depositi e i nascondigli delle opere d'arte trafugate dai nazisti prima e durante il conflitto in tutti i Paesi da loro occupati.
A questi soldati molto speciali venne affibbiato il soprannome (leggermente ironico) di «Monuments Men», e il libro di Robert Edsel ci delizia nel raccontare, con dovizia di particolari e ritmo cinematografico, le rocambolesche avventure dei principali protagonisti di questa singolarissima task force dell'arte.
L'idea di istituire norme per tutelare le opere d'arte nelle aree di conflitto venne formulata nel 1941 negli Stati Uniti. E si pensò anche di addestrare "operatori speciali" in grado di gestire sul campo i problemi della salvaguardia.
Gli inglesi, per parte loro, si trovarono drammaticamente davanti al problema nel 1943 in Libia. Quando i loro carri armati cominciarono a frantumare l'antico selciato romano di Leptis Magna, fu evidente che bisognasse istituire una commissione di vigilanza e di informazione tra i soldati perché gli eserciti liberatori non provocassero ulteriori danni al patrimonio artistico che incontravano sulla loro avanzata.
Pur accennando allo sbarco degli Alleati in Sicilia e pur raccontando la tragedia della distruzione di Montecassino, Edsel tralascia volutamente di narrare le peripezie dei Monuments Men in Italia semplicemente perché a maggio uscirà un volume appositamente dedicato a questo argomento.
Nel presente libro ci è permesso invece di seguire l'avanzata di questi «Alleati dell'arte» dietro le truppe angloamericane, dallo sbarco in Normandia fino alla resa del Terzo Reich.
Alla fine del 1943 americani e inglesi si accordarono per la creazione congiunta della MFAA. Nella primavera nel 1944 si riunirono tutti a Shrivenham in Gran Bretagna e da lì partirono per salvare l'Europa artistica. Il generale Eisenhower dischiarò: «A breve combatteremo nell'Europa continentale battaglie destinate a salvaguardare la nostra civiltà. Inevitabilmente, nel corso della nostra avanzata, incontreremo monumenti storici e centri culturali che simboleggiano agli occhi del mondo quel che noi stiamo preservando con le armi. È responsabilità di ogni comandante proteggere e rispettare quei simboli, laddove sarà possibile».
Sbarcati in Normandia insieme alle truppe, i Monuments Men cominciarono a visitare chiese, castelli e abbazie (come Mont Saint-Michel) apponendovi il celebre cartello «OFF LIMITS. A tutto il personale militare: EDIFICIO STORICO!». Poi, si misero incessantemente a interrogare parroci, direttori di musei, autorità locali e chiunque sapesse qualcosa, sulle sorti di intere collezioni e di opere d'arte messe al riparo prima della guerra (come le raccolte del Louvre di Parigi o del Rijksmuseum di Amsterdam) oppure portate via dai nazisti (come la Madonna di Bruges di Michelangel, l'Agnello Mistico di van Eyck, la Dama con l'ermellino di Leonardo da Vinci) prima del conflitto e soprattutto in occasione della loro drammatica ritirata.
Con la tenacia dei segugi, i Monuments Men si lanciarono a caccia di capolavori. A Parigi vennero aiutati dal direttore del Louvre Jacques Jaujard e dall'eroica funzionaria Rose Valland, che sapeva esattamente dove i nazisti avevano nascosto i capolavori sottratti alle grandi famiglie ebree di Francia (Rothschild, Wildenstein, Rosenberg, eccetera). Le sue indicazioni saranno fondamentali per ritrovarne una parte considerevole nel castello mirabolante di Neuschwanstein.
Ad Aquisgrana era sparito il tesoro di Carlo Magno. I Monuments Men si misero sulle sue tracce e lo ritrovarono a Siegen in Germania. Per puro caso, invece, si imbatterono nella miniera di Merkers, nella quale trovarono non solo l'intera riserva aurea della Germania nazista, ma gran parte dei quadri dei Kaiser Friedrich Museum di Berlino. Nel rifugio di Bernterode rinvennero le bare dei re di Prussia e nella miniera di Heilbronn i capolavori del museo di Kalsruhe.
Ma il vero colpo grosso avvenne con l'intercettazione della miniera di Altaussee, presso Salisburgo. Gli ultimi emozionanti capitoli del libro sono dedicati a questa controversa vicenda. Qui, i nazisti avevano nascosto il loro "tesoro": 6500 quadri, statue, mobili, monete e libri (l'intera biblioteca di Hitler). Aprendo le casse, i Monuments Men si trovarono davanti la Madonna di Bruges di Michelangelo, l'Altare di Gand e l'Astronomo di Vermeer. Dinnanzi alla miniera, abbandonate sul prato, rinvennero otto casse con la scritta in tedesco: «Attenzione, marmi, maneggiare con cura!». Le aprirono e, invece di statue, trovarono otto grandi bombe inesplose. Si guardarono e capirono: quegli ordigni avrebbero dovuto far saltare in aria la miniera piena di capolavori. Ma qualcuno, per fortuna, non obbedì agli ultimi farneticanti ordini dei nazisti più irriducibili.
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il libro
Robert M. Edsel con Bret Witter, «Monuments Men», Milano, Sperling & Kupfer, pagg. 432, € 16.30.Questo libro è uscito nel 2009 ed è stato un bestseller. Nel 2013 è stato tradotto in italiano.

sul tema

Avventure da Napoleone a Siviero

L'uscita del film di Georges Clooney è stata preceduta in Italia da una serie di libri sulle vicende dell'arte in tempo di guerra. Un'agile introduzione al tema è offerta da saggio di Sergio Romano L'arte in guerra (Skira, Milano, pagg. 84 € 9,00) nel quale l'autore riesce a tracciare un nitido profilo delle principali vicende, dai "furti" di Napoleone ai fatti bellici tra 1940 e 1945.
Una delle "sconfitte" più tristi per l'arte in tempo di guerra fu il bombardamento di Montecassino: all'argomento è dedicato il nuovo libro di Nando Tascioni Montecassino 1944 (Castelvecchi, Roma, pagg. 326, € 19,50) che racconta storia e retroscena di uno dei episodi più gravi e controversi della Seconda Guerra Mondiale.
E infine c'è il «monument man» italiano: Rodolfo Siviero. A lui sono stare dedicate ben due biografie: una di Francesca Bottari (Castelvecchi, Roma, pagg. 290, € 22,00) e una, appena uscita, di Luca Scarlini (Skira, Milano, pagg. 144, € 16,00).

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