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New York, Armory Show ricerca la qualità

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New York, Armory Show ricerca la qualità
Parola di Noah Horowitz

  • –di Riccarda Mandrini

The Armory Show vanta una lunga storia, ma soprattutto porta con sé l'orgoglio di avere mostrato ciò che di nuovo il mondo dell'arte produceva. La prima edizione datava 1913. Dall'Europa vi giunsero Marcel Duchamp con "Nu descendant l'esclier", Brancusi con "Il Bacio", Matisse con "Nudo Blu". Allora l'arte d'avanguardia europea si mescolava all'arte americana che, con passo lento, si avvicinava alla Modernità. Dopo un lungo periodo di chiusura, quindici anni fa, The Armory Show ha voluto ritrovare il suo slancio e ritornare ad essere la fiera di riferimento per l'arte americana e Internazionale a New York. Arteconomy24 ha intervistato Noah Horowitz, direttore delle ultime edizioni della fiera che si svolge dal 6 al 9 marzo ai Piers 92 & 94 di New York.

The Armory Show celebra la quindicesima edizione. Le prospettive del mercato internazionale sono fortemente cambiate in questo periodo. Cosa significa organizzare oggi una fiera a New York? Quali sono le sfide e gli obiettivi?
Nonostante gli evidenti cambiamenti che il mondo dell'arte ha vissuto negli ultimi 15 anni, New York resta sempre il centro per il mercato dell'arte moderna, contemporanea e internazionale. E' una città che ospita un elevato numero di eventi artistici nei musei, nelle gallerie, negli spazi no profit, quindi organizzare una fiera a New York è molto diverso rispetto ad altre luoghi. Armory Show resta comunque un punto di riferimento. Basta dire che quest'anno la Whitney Biennale ha scelto di cambiare la data di apertura per farla coincidere con quella di Armory, un evento che aggiunge un ulteriore focus sull'arte contemporanea.

Le sfide?
Se guardiamo indietro vediamo che negli ultimi quindici anni vi è stata una proliferazione delle fiere a livello internazionale. Il loro numero oggi è di gran lunga maggiore rispetto a quando Armory Show riaprì. Il mondo dell'arte ha visto i numeri moltiplicarsi. Non solo quello delle fiere, ma il numero delle aste è cresciuto e anche quello delle Biennali. Questo fa sì che la conoscenza del pubblico rispetto all'arte è più articolata. Oggi gli appassionati sanno molto bene cosa vedere, dove andare, cosa comperare. Quindi una delle sfide che dobbiamo affrontare è attirare l'attenzione della gente e invitare i collezionisti a comperare qui.

Quando lei ha assunto la direzione di Armory Show, ha preso la decisione di ridurre il numero delle gallerie, come è andata in termini di visitatori e di vendite?
Nel 2010 prima che assumessi la direzione della fiera, c'erano qualcosa come 280 gallerie, un numero prossimo a quello di Art Basel Miami Beach . Quando abbiamo pensato di ridurre il numero delle gallerie, abbiamo immaginato una riorganizzazione della struttura fisica della fiera, riformattando gli spazi in modo da favorire la circolazione del pubblico tra gli stand e nella fiera stessa. Contemporaneamente abbiamo lavorato in stretta collaborazione con il comitato di selezione, chiedendo ai galleristi di presentare progetti ambiziosi. Nel tempo abbiamo visto crescere sempre più stand monografici e gallerie che proponevano vere e proprie piccole mostre in fiera. Questa è stata la risposta dei galleristi. Ed è stata anche la risposta a chi ci accusava di accogliere gallerie che si presentavano per vendere lavori che non erano riuscite a piazzare altrove.

Ridurre il numero delle gallerie, filtrarle, ha significato guardare a scelte che andavano verso la ricerca della qualità. Questo è stato l'autentico senso del nostro lavoro. Dare vita a un contrasto rispetto ad altre proposte giocato sulla qualità per attirare le migliori gallerie. Se guardiamo solo al panorama italiano, nella sezione Moderna abbiamo delle presenze straordinarie, come la Galleria D'arte Maggiore , Mazzoleni ‎, Galleria Repetto e, nella sezione contemporanea, Lia Rumma , Massimo de Carlo e Galleria Continua .
Non dimentichiamo che Armory Show è la fiera dove le gallerie incontrano i grandi collezionisti americani e sempre più quelli internazionali.


Quindi le gallerie hanno risposto positivamente alla richiesta di qualità?
Assolutamente sì. E i collezionisti e i visitatori hanno apprezzato il nostro sforzo.


Mi fa un esempio delle proposte eccellenti che la fiera propone?
Nella sezione Moderna ad esempio Moeller Gallery presenta una selezione di lavori di Lyonel Feininger (artista statunitense di origine tedesca, che lavorò in Francia con le avanguardie cubiste e con il gruppo Blaue Reiter), tornado alle gallerie italiane, Galleria d'Arte Maggiore presenta Giorgio Morandi - l'artista cinese Zheng Fanzhi, top lot in asta nella Beijing Art Week 2013 è un appassionato collezionista delle opere di Giorgio Morandi - ed Ettore Spalletti. Galleria Mazzoleni, propone una "Venezia d'Argento", un'opera che Fontana realizzò nel 1961 ed espose alla Collezione Guggenheim di Venezia prime e poi al Guggenheim di New York.
La Galleria Repetto propone una selezione di opere di Arte Povera.
Sempre nel Pier 92 Aicon Gallery propone le opere di F.N. Souza (1924-2002. Maestro della modernità indiana, top lot nella prima asta di Christie's a Mumbai, del 19 dicembre 2013) e di Somnath Hore (Bangladesh 1921-2006. Artista e scultore, il suo lavoro fu sempre legato all'impegno sociale. Documentò decenni di carestia nella regione del Bengala, prima dell'indipendenza dell'India e nel lungo periodo post indipendenza).
Nella sezione contemporanea, Pier 94, la galleria greca Kalfayan presenta una selezione di artisti greci, Nina Papaconstantinou, Emmanouil Bitsakis, Stefanos Tsivopoulos autore che ha rappresentato la Grecia alla Biennale di Venezia . October Gallery di Londra presenta uno stand monografico dedicato al lavoro dell'artista del Benin Romuald Hazoumé.


Quale è il range di prezzo delle opere che troveremo all'Armory quest'anno?
Un'ampia parte di opere ha un prezzo che non supera i 50mila $, se facciamo un riferimento alle gallerie sono circa il 50-70%. Poi ci sono le gallerie, soprattutto nel settore moderno, che propongono opere storiche, lì i prezzi vanno ben oltre il milione di $.

Pensa che l'arte sia un buon investimento oggi?
Bisogna fare molta attenzione quando si affronta questo argomento. L'arte andrebbe acquistata per passione: questo è il criterio giusto. E' difficile dare una risposta secca. Se guardiamo i dati del mercato dell'arte, anche quelli del secondo mercato, vediamo che ha risposto positivamente alla crisi finanziaria del 2008-2009. Abbiamo assistito a un aumento dei prezzi e possiamo dire che, se si acquista con intelligenza, tenendo d'occhio le diverse proposte del mercato internazionale, l'arte contemporanea può diventare un buon investimento.


Bloomberg recentemente ha sottolineato la crescente presenza nel board dei musei americani di nuovi ricchi brasiliani e latino americani. Queste presenze hanno influenzato la scelta delle gallerie in fiera?
In questa edizione di Armory Show la presenza di gallerie brasiliane sono raddoppiate rispetto lo scorso anno. In questa edizione hanno partecipato importanti gallerie brasiliane come Raquel Arnaud che propone il lavoro degli artisti del Gruppo Arte Concreta; sempre nella sezione Moderna la Galleria Bergamin , Luciana Brito nel Pier 94. Ma quello che vorrei sottolineare è l'interesse delle gallerie internazionali per il lavoro degli artisti dell'America Latina, ben rappresentati in fiera.


Cosa cercano oggi i collezionisti americani, quale genere di lavori?
E' una domanda che richiede una vasta riflessione. Ciò che ha caratterizzato il collezionismo americano nella sua storia è la volontà di essere cutting edge, all'avanguardia. In molte occasioni hanno sostenuto il lavoro di gallerie emergenti che proponevano le opere di artisti il cui lavoro non sempre dialogava con i modelli dominanti nel mercato. Possiamo certamente dire che non vi è un altro posto al mondo dove le gallerie emergenti sono così fortemente supportate come a New York. E questa è una delle ragioni per cui The Armory Show fu riaperta alla metà degli anni '90, per dare spazio alle giovani gallerie, il cui lavoro è quello di guardare sempre con interesse a quello che di nuovo il mondo dell'arte propone. Quest'anno abbiamo un focus dedicato alla Cina e sono tutte opere di artisti che non sono mai stati visti al di fuori dell'Asia.

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