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In Primo Piano

Dal 10 aprile al 29 giugno l'Istituto Nazionale per la Grafica di Roma (via della Stamperia 6) dedica per la prima volta una rassegna monografica all'opera grafica di Salvator Rosa (1615-1673), mettendo in mostra l'eccezionale patrimonio di matrici, stampe e disegni dell'artista napoletano. 90 acqueforti, 30 matrici, 10 disegni vengono esposti accanto a opere letterarie di Rosa, 5 volumi e 5 lettere autografe prestati dalla Biblioteca Centrale di Roma, dalla Biblioteca Nazionale di Napoli, dalla Biblioteca Corsini e dalla Biblioteca dell'Istituto di Archeologia e Storia dell'Arte. Esposte in rassegna anche opere di Jusepe de Ribera (1591-1652) e Francesco Fracanzano (1612-1656), oltre al famoso «Codice Rosa», di cui si ricostruisce la storia avanzando nuove interpretazioni.
«Una mostra articolata – ha dichiarato Maria Antonella Fusco, dirigente dell'Istituto Nazionale per la Grafica – con la quale l'Istituto si prepara a celebrare i 400 anni della nascita di Salvator Rosa mettendo a disposizione degli studiosi e del pubblico un rinnovato apparato di studi sulle incisioni dell'artista».
La mostra prende infatti avvio da nuove ricerche documentate nel catalogo Rosa Rame, edito da Gangemi in italiano e inglese (a cura di Maria Rosaria Nappi e Rita Bernini). Una novità di rilievo è il ritrovamento di una ricetta inedita di Salvator Rosa per realizzare un'incisione all'acquaforte. Aceto di vino, sali di ammonio, sale comune e acetato di rame (verderame) sono gli ingredienti predisposti da Rosa per realizzare la soluzione acida che serviva a mordere il rame. Oltre a indicare gli ingredienti, la ricetta descrive l'intero procedimento per arrivare all'incisione attraverso schizzi autografi del maestro. Questo foglio è conservato nella Biblioteca dell'Istituto di Archeologia e Storia dell'Arte di Roma. È stato trovato all'interno di un fascicolo contenente altre ricette non autografe di Salvator Rosa, prime stesure di poesie e sonetti, appunti e lettere di suo pugno. Tutto questo materiale è ben noto agli studiosi, a eccezione della suddetta ricetta. Perché ci si è dimenticati di questo foglio? Probabilmente le cose sono andate così. Questa ricetta venne venduta dagli eredi Rosa nel 1825 – data che corrisponde all'alienazione di buona parte dei documenti in possesso della famiglia – ed è pervenuta alla Biblioteca di Roma negli anni 30 del XX secolo, come donazione da parte del barone von Waldstein. Gli studiosi che hanno setacciato questo fondo erano probabilmente alla ricerca di notizie su Salvator Rosa pittore e poeta, e forse non hanno ritenuto importante questa ricetta, troppo tecnica e lontana dai loro interessi.
La ricetta inedita è originale? No. Gli ingredienti sono gli stessi citati da Abraham Bosse (1604-1676), incisore discepolo di Callot.
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Rosa Rame. Salvator Rosa incisore nelle collezioni dell'Istituto Nazionale per la Grafica», Roma, Istituto Nazionale per la Grafica dal 10 aprile al 29 giugno

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