ArtEconomy24

Wannenes porta all'asta la collezione di Giuliano Gemma. La figlia…

  • Abbonati
  • Accedi
In Primo Piano

Wannenes porta all'asta la collezione di Giuliano Gemma. La figlia Giuliana racconta la passione del padre - Foto

  • –di Stefano Cosenz

Se Giuliano Gemma, scomparso tragicamente lo scorso anno, è rimasto un'icona del cinema italiano degli ultimi 50 anni (basti ricordare la sua magistrale interpretazione dell'incantevole Deserto dei Tartari di Valerio Zurlini che gli ha fruttato nel 1977 il David di Donatello, senza dimenticare la sua fama all'estero, addirittura un mito in Giappone ove era rimasto per molti anni nella classifica dei dieci attori più popolari, tanto che la Suzuki lanciò sul mercato giapponese lo scooter "Suzuki Gemma"), pochi conoscono la sua passione per l'arte moderna, sia come collezionista che come stimato scultore. Ora che la casa d'aste Wannenes di Genova disperderà il 18 giugno 19 opere della sua raccolta - con una stima complessiva di 132.000 - 170.000 euro -, ArtEconomy24 ha intervistato la figlia Giuliana per conoscere più a fondo questo amore di Giuliano che lo ha accompagnato per tutta la vita.


Quando è nata in Giuliano la passione per l'arte?
Inconsapevolmente da quando era bambino, scolpiva animali dalla creta e dal legno e perfino con molliche di pane creava cagnolini e conigli. Se la sua carriera sul set up l'ha impegnato moltissimo, a volte girando due film allo stesso tempo, solo all'età di 50 anni ha cominciato a dedicare maggior spazio alla sua passione di scultore. Come collezionista il suo impegno è parallelo alla sua carriera di attore: già con i primi soldi che guadagnava, una volta acquistata casa qui nella sua amata Trastevere, ove oggi noi stessi abitiamo, ha comprato opere d'arte, prima ancora di arredare casa. Lo faceva senza aiuto dei galleristi, acquistava quello che lo colpiva. Qui a Trastevere vivevano molti artisti talentuosi con cui aveva stretto amicizia, visitava i loro studi, ne era lui stesso mecenate. Una volta volle fare un viaggio in Messico per conoscere David Alfaro Siqueiros, un celebre pittore del realismo sociale e muralista, creatore di dipinti monumentali. E su uno di questi dipinti Giuliano aveva puntato la sua attenzione, tant'è che alla fine il pittore messicano fu costretto a venderglielo. Ma ritornando alla comunità artistica romana, si era affezionato a Corrado Cagli che fu poi testimone delle sue nozze e a Riccardo Tommasi Ferroni (diverse loro opere sono state incluse nell'asta di Wannenes, tra cui sei bellissimi disegni di Cagli), provò un autentico amore per le opere di Antonio Ligabue, che lui chiamava il "Van Gogh italiano", dal quale riuscì ad acquistare quattro lavori che ha poi rivenduto alcuni anni fa.

E venne poi il suo amore per la scultura ….
La carriera di Giuliano come scultore iniziò all'età intorno ai 40 anni prima con lavori di piccole dimensioni, poi all'età di 50 anni, con la conquista di un maggior tempo libero, lo passava tutto a scolpire, prima in cera, poi realizzando calchi, poi fusioni in bronzo, ma non si fermava qui, i bronzi li rifiniva poi con frese col rischio di rovinarli. Si specializzò in figure di animali e in forme atletiche, come le sue celebri ballerine (dei suoi bronzi ne ha venduti almeno 30-40). Ha partecipato a diverse mostre con le sue sculture tra cui a Roma, una sua testa è sul muretto di Alassio, ha anche venduto una sua scultura monumentale a un produttore di vino per diverse migliaia di euro.
Quali le opere più significative delle sua collezione ora proposte da Wannenes?
Innanzitutto devo dire che queste opere sono rimaste nella famiglia per più di 40 anni, accompagnando la nostra vita, ma la travolgente passione di Giuliano che non si fermava ad acquistare quadri, senza tener conto dei limiti di spazio che una casa possa offrire, ci costringe ad alienarne alcune. E due di queste sono suoi nudi femminili in bronzo, Senza titolo (sono stimati 5-7mila euro ciascuno). C'è un'opera a cui lui si era molto affezionato, una magnifica tempera su tavola di Corrado Cagli del 1935, Passaggio del Mar Rosso, che è stata esposta nella mostra antologica di Cagli ad Ancona nel 2006 e poi nel Convento del Carmine a Marsala nel 2008 (stima 6-8mila euro). L'opera senz'altro di maggior valore è l'olio su tela di Giorgio De Chirico del 1946, Bagnanti (40x50 cm, stima 40-50mila euro), tra le sue migliori tele degli anni '40, ma non posso dimenticare due bellissime opere di Riccardo Tommasi Ferroni, la misteriosa Estate del 1976 (120x140 cm, stima 6-8mila euro), esposta in sue due antologiche al Castello Carlo V di Lecce nel 2004 e a Villa Bertelli a Forte dei Marmi nel 2008, e l'inquietante Salomè del 1976 (120x140 cm, stima 8-12mila euro) esposta nell'antologica a Forte dei Marmi.
Per finire, una domanda prettamente finanziaria: quanto Giuliano spendeva all'anno per la sua collezione d'arte?
Mediamente 20mila euro all'anno, ma non era uno spendaccione, anzi: per l'abbigliamento non faceva per niente pazzie, ma se vedeva un bel quadro di cui si innamorava non ci pensava su!

Vai all'Artgallery

© Riproduzione riservata