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Non sai chi sono? Le politiche dell'identità nell'arte…

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Non sai chi sono? Le politiche dell'identità nell'arte emergente in mostra al MuHKA di Anversa

  • –di Silvia Anna Barrilà

I collezionisti d'arte contemporanea oggi vanno sempre più alla ricerca di opere che siano impegnate dal punto di vista politico e sociale e che riflettano la contemporaneità. Pensiamo a Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, per esempio, o a Raffaella e Stefano Sciarretta che descrivono le opere nella loro collezione come «lavori che rivelano una critica aspra verso temi del nostro tempo quali la dittatura dell'economia, le guerre, la manipolazione dell'informazione, lo sfruttamento dei popoli».

«Certamente tra le gallerie, i musei e il resto della comunità dell'arte visiva c'è un interesse che va al di là del discorso ermetico sull'estetica - spiega Nav Haq, curatore presso il museo MuHKA www.muhka.be di Anversa -, e che guarda all'arte che cerca di offrire un commento e una critica costruttiva riguardo a quello che sta succedendo nel mondo. Questa è la tendenza degli ultimi dieci anni o anche di più, ed è destinata a restare. Per l'arte è l'opportunità per considerare il suo ruolo e la sua rilevanza nella società».

Ed è proprio un tema attuale ad impegnare in questo momento il curatore del MuHKA, e cioè, in un mondo in cui si parla di globalizzazione, Europa unita e immigrazione, ma anche di digitalizzazione e Facebook, quello delle politiche dell'identità e di come i giovani artisti di oggi trattano le questioni relative alla costruzione dell'identità e all'appartenenza sociale. «Molti artisti stanno affrontando questo tema, quindi noi seguiamo la loro traccia» spiega Nav Haq che ha co-curato la mostra al MuHKA intitolata "Don't You Know Who I Am? – Art after Identity Politics" insieme a Anders Kreuger (fino al 14 settembre). «C'è stato uno spostamento fondamentale tra ieri e oggi nel modo in cui gli artisti approcciano queste domande. Negli anni 70-80 c'era un desiderio di emancipazione, si partiva da una prospettiva di marginalizzazione e si lavorava con costrutti come la razza, il genere, la sessualità, spesso rendendo visibile lo stato di marginalizzazione attraverso il corpo. Oggi le strategie sono diverse e si parla di identità in un contesto più complesso anche attraverso l'astrazione, la performance e la finzione. Anche il mondo dell'arte è radicalmente cambiato, è diventato più globale. E naturalmente la tecnologia digitale ha cambiato il modo in cui concepiamo e costruiamo l'identità».

Gli artisti coinvolti nella mostra del MuHKA sono una trentina di giovani tra i 24 e i 43 anni provenienti da tutto il mondo. I temi affrontati sono il conflitto, la censura, gli stereotipi sull'Africa, il retaggio colonialista, l'impatto di internet sulla società, le strutture all'interno della società russa attuale, l'identità di genere, il lavoro nel mondo globalizzato e altri ancora. Tra gli altri ci sono in mostra anche tre artisti italiani: Patrizio Di Massimo, Pennacchio Argentato e Massimo Grimaldi.
Patrizio Di Massimo (1983) ha trattato nella sua opera la storia del colonialismo italiano in Africa e affronta ora il tema dell'Orientalismo come strumento di dominio dell'Occidente in epoca coloniale. In mostra ci sono alcuni suoi nuovi lavori prodotti per la recente personale alla Kunsthalle di Lisbona http://www.kunsthalle-lissabon.org/, e lavori della serie "The Lustful Turk", del 2013, ispirata ad un romanzo anonimo apparso in Inghilterra nel 1828 considerato uno dei primi esempi di letteratura popolare in cui è evidente la produzione di stereotipi culturali legati al colonialismo e alla percezione occidentale delle civiltà mediorientali. Il testo offre a Di Massimo lo spunto per esplorare i temi dell'incontro/scontro tra culture attraverso le metafore della seduzione e del cannibalismo.

L'artista è rappresentato dalla galleria napoletana T293, www.t293.it che gli dedicherà una mostra nella sede romana il prossimo ottobre. Il price range per le sue opere va da 5.000 a 15.000 euro.

Il duo Pennacchio Argentato, formato da Pasquale Pennacchio (1979) e Marisa Argentato (1977), espone al MuHKA una serie di opere del 2013 che riflettono sull'impatto della tecnologia e della comunicazione sull'identità, l'etica e i diritti politici. "You will never be safe", così il titolo, si rifà all'urlo dell'uomo che nel 2013 per le strade di Londra ha ucciso a colpi d'ascia un soldato britannico e alle sue immagini trasmesse dai media in un atto di voyeurismo macabro. Nell'opera la frase è sospesa nel mezzo dello spazio, strappata dal suo contesto e usata come schermo per una video proiezione che sfoca o rende le parole illeggibili. Attorno ci sono sculture con un chiaro riferimento al corpo umano: realizzazioni di parti del corpo umano in Carbon-Kevlar che una volta avvolgevano il corpo e ora sono detriti futuristici di un processo di mutazione fisica.
Anche loro sono rappresentati da T293 insieme a Wilkinson Gallery www.wilkinsongallery.com di Londra, dove hanno da poco concluso una personale. Il loro price range va dai 2.500 agli 8.000 euro per sculture e installazioni. Sia il loro mercato che quello di Patrizio Di Massimo si concentrano per ora sul territorio nazionale.

Massimo Grimaldi (1974) lavora da anni con Emergency http://www.emergency.it/index.html. In molte occasioni l'artista ha proposto progetti artistici a collezionisti privati o istituzioni basati su donazioni di fondi all'organizzazione umanitaria; le attività dell'organizzazione sono state poi fotografate dall'artista e mostrate in galleria in alta definizione con un'estetica quasi pubblicitaria sugli ultimi modelli di computer Apple per sottolineare il contrasto tra l'immagine stilizzata e la realtà sociale in cui le fotografie sono state scattate. È rappresentato da Galleria Zero www.galleriazero.it di Milano.

Il rapporto arte-attualità è il tema dell'approfondimento di ArtEconomy24 in edicola con PLUS24-Il Sole 24 Ore questo sabato, 5 luglio.

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