ArtEconomy24

Rencontres d'Arles 2014, ultima edizione di François Hebel -

  • Abbonati
  • Accedi
In Primo Piano

Rencontres d'Arles 2014, ultima edizione di François Hebel - Foto

  • –di Sara Dolfi Agostini

Vai alla gallery

Ogni estate dal 1970 i Rencontres d'Arles portano in una piccola città provenzale nel cuore della Camargue i protagonisti internazionali del mondo della fotografia. L'appuntamento è stato per anni un momento d'incontro per gli addetti ai lavori, ma con la direzione artistica del critico e curatore francese François Hebel, direttore della celebre agenzia Magnum Photos dal 1987 al 2001, si è trasformato in un evento di richiamo internazionale. In 13 anni i visitatori sono passati da 9mila a 100mila, e la programmazione si è arricchita fino a offrire 50 mostre, e poi workshop, incontri e conferenze.

Nonostante il successo mediatico e di pubblico, però, il futuro dei Rencontres d'Arles è incerto: Hebel ha gettato la spugna, rassegnando le sue dimissioni lo scorso novembre. Dimissioni che saranno effettive quando questa 45ª edizione chiuderà i battenti il 21 settembre prossimo. Il pomo della discordia è il Parc des Ateliers, quartier generale delle ferrovie francesi dismesso e riqualificato dalla manifestazione a fini espositivi. Fino all'anno scorso i suoi 80mila metri quadri ospitavano le mostre più sperimentali e all'avanguardia dei Rencontres d'Arles: lì erano esposti i giovani talenti del Prix Découverte e hanno preso forma mostre manifesto come From Here On (2011), un'avventura nell'universo digitale e informatico per ridefinire lo status della fotografia, ideata dal curatore del Centre Pompidou Clément Chéroux, dall'editore e collezionista Erik Kessels e dai fotografi Martin Parr, Joachim Schmid e Joan Fontcuberta.

"Il Comune di Arles ci ha decapitati, vendendo il Parc des Atelier alla Fondation Luma , e se per quest'edizione abbiamo potuto contare su una sede temporanea, negli ex uffici di una banca, dall'anno prossimo il festival dovrà inventarsi una soluzione o modificare al ribasso le sue ambizioni" spiega Hebel. Lui un progetto per salvare i Rencontres ce l'aveva: la potente collezionista d'arte contemporanea Maja Hoffmann, erede del colosso farmaceutico Hoffmann-La Roche, avrebbe potuto acquistare per 6 milioni di euro la metà dello spazio. Sarebbe bastata per costruirci la sede della sua Fondation Luma: un progetto da 100 milioni di euro d'investimento affidato all'archistar Frank Gehry. Il resto sarebbe rimasto di pertinenza dei Rencontres d'Arles, che avrebbero corrisposto al Comune la medesima cifra in un orizzonte di vent'anni.

"La mia proposta di coabitare non è stata accettata e non mi sono state offerte valide alternative, nonostante sia giunto a dare lavoro a 368 persone, senza contare gli introiti per il territorio, alberghi e ristoranti" afferma con delusione Hebel. Il suo percorso continuerà all'estero: nell'estate del 2015 organizzerà una manifestazione fotografica a Rio de Janeiro ispirata dal risvolto sempre più popolare che ha la fotografia oggi grazie a smartphone e social networks; poi, in ottobre, verrà a Bologna per curare la seconda edizione di Foto/Industria, il festival biennale dedicato al rapporto tra fotografia e mondo delle imprese, prodotto dalla Fondazione MAST della collezionista Isabella Seràgnoli.

Intanto ad Arles è stato nominato il suo successore, Sam Stourdzé, curatore noto per aver diretto la programmazione culturale della Fondation Cartier Bresson dal 2005 al 2010, prima di approdare al Musée de l'Elysée di Lausanne che dovrà lasciare nei prossimi mesi. A lui, dunque, l'arduo compito di traghettare la manifestazione fuori dall'impasse e ricucire i rapporti con Maja Hoffmann, la cui famiglia detiene un forte potere negoziale nella piccola città della Provenza. Oltre ad aver sponsorizzato per anni i Rencontres, infatti, possiede la Fondation Van Gogh , inaugurata lo scorso aprile; e poi alberghi – ben quattro – e un ristorante stellato.

Vai alla gallery

© Riproduzione riservata