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Nei sassi di Matera si promuove la scultura contemporanea, con la regia del Circolo La Scaletta

  • –di Stefano Cosenz


Tornano nei Sassi di Matera le grandi mostre di scultura contemporanea organizzate dal Circolo La Scaletta. Arrivate alla 27a edizione, che si chiuderà il 18 ottobre p.v., quest'anno rappresentano un omaggio ad un gruppo significativo di scultori lucani, scelti dalla curatrice Beatrice Buscaroli (docente di Storia dell'arte contemporanea all'Accademia di Belle Arti di Bologna e curatrice del "Padiglione Italia" alla Biennale di Venezia del 2009): Dario Carmentano, Franco Di Pede, Donato Linzalata, Francesco Marino di Teana, Pier Francesco Mastroberti, Rocco Molinari, Giulio Orioli, Antonio Paradiso, Nunzio Perrucci, Donato Rizzi, Salvatore Sebaste e Margherita Serra, Lorenzo Viggiano. Dagli anni '50 la scultura ha tessuto un dialogo profondo con i Sassi di Matera, con l'arredo ceramico della chiesa di Ludovico Quaroni al borgo La Martella curato dai fratelli Andrea e Pietro Cascella e la dirompente presenza nei rioni Sassi e sul prospiciente altipiano murgico delle 11 grandi sculture di Pietro Consagra, denominate "i ferri di Matera", oggi visibili nel parco Rossini di Monza. In quella occasione, era il 1978, Consagra con altri celebri artisti come Cascella, Bonalumi, Castellani, Dadamaino, Dorazio, Santomaso, oltre ai soci del circolo La Scaletta, redassero e diffusero l'importante documento in difesa dell'arte e dei centri storici chiamato "la carta di Matera". Da quell'esperienza nacque l'appuntamento annuale negli antichi rioni materani con la scultura contemporanea. Il Circolo La Scaletta aveva in quegli anni perfezionato il recupero di un singolare percorso rupestre che inglobava due chiese scavate nella roccia nell'VIII e XI secolo, "Madonna della Virtù" e "San Nicola dei Greci" (già nel 1967 il Circolo aveva restaurato la cripta della "Madonna della Virtù"). Fu così che nel 1987, con la mostra dedicata a Fausto Melotti, nacque quel profondo dialogo, che continua anche oggi, tra le grotte materane e la scultura contemporanea, dialogo che trova il suo più espressivo impatto nell'affascinante MUSMA www.musma.it, il più importante museo italiano interamente dedicato alla scultura inserito nella suggestiva cornice di Palazzo Pomarici del XVI secolo, l'unico museo "in grotta" al mondo, realizzato dalla Fondazione Zétema (nata da un'azione de La Scaletta di cui lo stesso circolo ne fa parte) con il Patrocinio del Comune con oltre 250 opere in bronzo, marmo, ferro, terracotta, gesso, legno, cartapesta, disegni ed incisioni provenienti da donazioni di artisti, di privati, di critici d'arte, di gallerie di tutto il mondo e dallo stesso Circolo La Scaletta. Anche quest'anno, con le numerose opere degli artisti lucani, Matera dimostrerà ancora una volta di produrre cultura in modo autonomo e di aggiungere un altro tassello per cercare di raggiungere l'ambizioso obiettivo di essere prescelta quale "Capitale Europea della Cultura 2019".
Come ha dichiarato ad ArtEconomy24 lo stesso presidente de La Scaletta, Ivan Focaccia, "le manifestazioni che si svolgeranno fino ad ottobre hanno un costo medio di 180mila euro. Oltre al Comune, che ha offerto anche una collaborazione organizzativa, concorrono con propri contributi gli altri Enti Locali (Regione, Provincia e Camera di Commercio). Negli ultimi anni main sponsor è la TOTAL, da tempo impegnata in Basilicata per le estrazioni petrolifere in Val d'Agri. Contribuiscono inoltre l'Italcementi (stabilimento di Matera), la Fondazione Banco di Napoli e l'Agenzia di assicurazione Fondiaria – SAI. Per la gestione del MUSMA UBI Banca Carime ha garantito, nel solo triennio 2008 – 2010, un contributo di 50mila euro annuali, e 15mila euro nel 2013. Decisamente importante l'attività della Fondazione Zetema: ad oggi sono stati impiegati oltre 4 milioni di euro per eseguire interventi di conservazione, manutenzione e valorizzazione dei presidi culturali del distretto dell'habitat rupestre. In particolare di questa somma, il 14,23% è stato coperto direttamente dalla Fondazione Zétema, il 32,61% dalla Fondazione Cariplo di Milano, dalla Carisbo di Bologna e dalla Cassa di Risparmio di Piacenza e Vigevano nell'ambito del Progetto Sviluppo Sud dell'ACRI, il 22,24% grazie all'8/1000 dell'Irpef, il 12,81% dalla Regione Basilicata".
Il Circolo La Scaletta, che dalla fine degli anni '50 ha contribuito a sviluppare senza fini di lucro la crescita di Matera in difesa dell'arte, e di riflesso consolidando la crescita turistico – economica, è una realtà forse unica in Italia, fatta di passione dei suoi soci che nel corso degli anni ha creato bellezza e ricchezza. Il Circolo, sorto nell'aprile 1959, iniziò l'attività in un periodo di crisi della comunità locale, in un momento in cui la vita dei Sassi, con i suoi valori, stava per essere cancellata. Per comprendere appieno il ruolo del Circolo, bisogna comprendere gli ultimi 150 anni di storia dei Sassi, dal periodo napoleonico alla seconda Guerra Mondiale. Nel XIX e nella prima parte del XX secolo i Sassi erano abitati, ma in stato fatiscente e senza servizi, tanto che i politici del primo dopoguerra li avevano nominati una "vergogna nazionale". Fu De Gasperi nel 1952 a far approvare una legge che trasferiva il popolo dei Sassi in nuove case a Matera, ma così facendo i Sassi rimasero vuoti, oltre che fatiscenti. Solo con la creazione de La Scaletta si varò un progetto di rivalutazione dei Sassi sia a livello artistico che abitativo. Le case nei Sassi, espropriate a chi era stato trasferito in case nuove, in base alla legge 771 dell'11/11/1986, sono state date in concessione per 99 anni al Comune, mentre quelle che erano di proprietà dei privati rimasero tali. È quindi cura del Comune trasferire la concessione a privati che volessero ristrutturarle, finanziando una buona percentuale del lavoro di ristrutturazione. Lo stesso Circolo acquistò, dai privati, nei 1973 un palazzotto nel Sasso Barisano, per il quale ogni Socio pagò la sua quota, e dopo averlo restaurato, lo ha eletto sede sociale: per la sopravvivenza del sodalizio e per istituzionalizzarne le attività il palazzotto è stato quindi donato al Comune di Matera con atto pubblico, una dimostrazione concreta come questo Circolo lavori senza fini di lucro. Importante è il ruolo politico che La Scaletta ha avuto nel processo di valorizzazione dei Sassi: nel 1993, grazie a una pratica istruita dal Circolo, i Sassi sono diventati Patrimonio dell'Unesco, è continuo il lavoro di coordinamento e di supervisione delle attività del Comune e la ricerca di sponsor per finanziare progetti. Il Circolo si è impegnato a ottenere anche contatti diretti con le istituzioni politiche centrali, quando decenni addietro impegni assunti dagli Enti preposti con il Circolo stesso tardavano a realizzarsi.
A pochi km dalla città, in una delle gravine che solcano l'altopiano della Murgia, si trova uno dei luoghi più suggestivi del Sud Italia, la "Cripta del Peccato Originale" www.criptadelpeccatooriginale.it, considerata la "Cappella Sistina dell'arte rupestre": in una cavità rocciosa a strapiombo sulla rupe di calcarenite un artista del IX secolo d.C., detto il "Pittore dei Fiori di Matera" ha narrato scene dell'antico e del nuovo Testamento, compresa la Genesi, in un ciclo affrescato, 500 anni prima di Giotto, in uno stile che sfida i maestri contemporanei! Come ha raccontato ad ArtEconomy24 Michele Ruggieri, tra i fondatori de La Scaletta nel 1959, furono alcuni giovani esponenti del Circolo, che erano già alla ricerca di questa Cripta, ad apprendere nel 1963 da alcuni pastori della zona abituati a passare le notti col gregge in una grotta che essi stessi rimanevano spaventati, al risveglio il mattino, "da alcune facce di angeli dipinte sul muro": da allora la "Cripta del Peccato Originale", una volta scoperta, è diventata una delle tappe imperdibili per i visitatori della Città dei Sassi. Un restauro esemplare, voluto dalla Fondazione Zétema di Matera e realizzato con la consulenza dell'Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro, ha restituito gli straordinari affreschi della Cripta alla piena fruizione. Nel 2013 la Banca Popolare del Mezzogiorno ha offerto 20mila euro per la gestione della Cripta.
"Purtroppo", come conclude il presidente de La Scaletta, "nel 2014 non è stato finora concesso alcun contributo (privato e pubblico) per la gestione dei nostri luoghi della cultura".

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