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Artnet: effetto boomerang della poison pill del 2012

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Artnet: effetto boomerang della poison pill del 2012

  • –di Maria Adelaide Marchesoni

La storia si ripete per l'info provider tedesco artnet. Nel corso dell'assemblea che si è tenuta a Berlino in questi giorni gli azionisti hanno assistito a una replica della pericolosa "lotta" che nel 2012 aveva visto come protagonisti la coalizione Redline e Weng Fine Art (gruppo tedesco quotato alla borsa di Francoforte a un prezzo pari a 10 euro per azione) contro la famiglia Neuendorf, il fondatore di artnet. All'epoca il mancato accordo con Neuendorf aveva determinato il lancio di un'Opa ostile da parte di Redline, con un'offerta pari a 6,4 euro per azione con un premio del 40% rispetto al prezzo di mercato. La famiglia Neuendorf aveva tuttavia convinto gli azionisti alleati, per lo più tedeschi a rifiutare l'offerta, oltre ad approvare una "poison pill" per elevare al 75% la maggioranza del capitale necessario per attuare sostanziali cambiamenti alla struttura della società.
In un recente report gli analisti di Skate's Art Market Research segnalano che dopo due anni le azioni di Artnet sono scambiate a circa 3,1 euro per azione, la società ha perso la leadership di mercato dei first mover nel business delle aste on line e deve difendersi dagli attacchi della rivale tedesca Auctionata e dalla New York-based Paddle8. Le uniche fonti di finanziamento sono poi i prestiti personali di Neuendorf e gli analisti di Skate's segnalano che il mercato dei capitali non ha fiducia nel modello di business della società, oltre esprimere perplessità sulle capacità di leadership dello stesso Neuendorf.
Con questo scenario, Neuendorf e il management guidato dal figlio Jacob Pabst, hanno chiesto agli azionisti di approvare, tra gli altri punti all'ordine del giorno, un aumento di capitale diluitivo, il pagamento in natura per l'emissione di nuove azioni artnet e un generoso piano di stock option per il management.
Ecco quindi, con grande sorpresa per Neuendorf, per il Supervisory Board e per il management, che i soci di minoranza, utilizzati nel 2012 al servizio della poison pill, guidati da Ruediger Weng (il fondatore di Weng Fine Art), hanno nel corso dell'assemblea bloccato alcune proposte avanzate dal management.
Come avvenuto due anni fa, l'assemblea di artnet è durata oltre 12 ore. Questa volta, però, Neuendorf, sotto pressione dagli azionisti guidati da Weng, ha dovuto sottostare a significativi compromessi. In particolare, artnet è stata costretta a rinunciare al generoso programma di stock option e a una nuova autorizzazione per l'acquisto di azioni proprie (la precedente autorizzazione era scaduta il 13 luglio 2014).
Inoltre, per quanto riguarda l'approvazione dell'aumento di capitale sociale, i soci, guidati da Weng, hanno chiesto la cancellazione di una clausola che avrebbe escluso i diritti di opzione per aumenti di capitale a pagamento e in natura attraverso il conferimento di imprese, complessi aziendali, partecipazioni in società, o utilizzo di crediti della società.
Secondo gli esperti di Skate's i timori delle minoranze si basano sull'ipotesi che Neuendorf possa diluire la quota degli azionisti esistenti di artnet attraverso un aumento di capitale a pagamento con contributi in natura da parte di soggetti legati a Neuendorf stesso.
Con l'aumento di capitale in atto, Neuendorf e Weng possono entrambi mantenere il blocco delle quote di minoranza. Sempre secondo Skate's questo potrebbe spiegare il recente andamento del titolo che si sta posizionando sui massimi degli ultimi 12 mesi (range 1,5 - 3,291 euro) con una quotazione pari a 3,05 euro.
Gli analisti, infine, scommettano in una fusione tra le due realtà con un controllo congiunto tra Neuendorf e Ruediger Weng e si spingono fino a dichiarare che ArtnetWeng potrebbe avere una capitalizzazione di mercato di 100 milioni di euro.

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