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Amsterdam, ad UNSEEN l’immaginario fotografico diventa concettuale…

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Amsterdam, ad UNSEEN l’immaginario fotografico diventa concettuale - Artgallery

  • –di Sara Dolfi Agostini

Quest’anno i visitatori della terza edizione di UNSEEN, giovane fiera di nicchia dedicata alla scoperta dei nuovi talenti fotografici situata tra i prati del Westerpark di Amsterdam, hanno trovato un’enorme installazione di legno, plastiche, pneumatici, bidoni e reti: tutto impilato davanti a due strutture sceniche dai colori vivaci. Per molti è stato un déjà vu, perché quella stramba struttura multiforme è stata la protagonista della campagna pubblicitaria della fiera, affidata quest’anno al fotografo italiano Lorenzo Vitturi (Italia, 1980), che combina un immaginario surrealista a una commistione di fotografia, performance e scultura.

L’approccio di Vitturi è emblematico di una ricerca che in questi anni sta interessando numerosi fotografi: di fronte a una tecnologia digitale sempre più matura, versatile e diffusa in rete, il punto non è più realizzare una fotografia esteticamente bella o efficace; quanto svelare i vari passaggi di un processo creativo sempre più esteso nel tempo e concettuale, che prende le distanze tanto dalla popolare istantanea quanto dalla manipolazione digitale di un jpeg.

Quasi tutte le 53 gallerie presenti in quest’edizione hanno approfittato della nuova iniziativa della fiera, Unseen Premières, per mostrare serie fotografiche mai esposte prima in gallerie e musei. Erano 60, tutte raccolte nella rivista in stile giornale che ha sostituito il tradizionale catalogo, e identificabili con un segno grafico triangolare di colore giallo.

Da Christophe Gaillard c’erano le grandi stampe da 2.200 euro di Hannah Whitaker (USA, 1980), ottenute scattando ripetutamente uno stesso soggetto con una macchina fotografica 4x5 manipolata con inserti di carta nera, e reimprimendo i negativi più volte fino a ottenere delle griglie geometriche in cui un dettaglio di reale si rivela in visioni multiple e sequenziali. Ancora più sperimentali, e anch’esse inedite, erano le stampe serigrafiche su lastre in ottone dell’artista Daniëlle van Ark (Olanda, 1974): immagini instabili di fiori in cui tutto, materiale e contenuto, ispiravano un senso di estrema temporaneità. Le opere della serie, naturalmente uniche, erano in mostra allo stand di Seelevel Gallery al prezzo di 2.850 euro. Sempre tra le premières c’erano le fotografie in stile diaristico, seppur reminiscenti di un simbolismo onirico di tradizione pittorica, della giovanissima Lara Gasparotto (Belgio, 1989), in vendita da Stieglitz19 a 500-1.300 euro. Viaggiatrice instancabile e star di tumblr (ha oltre 2.000 followers), la fotografa scatta paesaggi reali, ma lascia aperta l’interpretazione dell’immagine a chi guarda.

Il filone più concettuale di Unseen era ben rappresentato dai paesaggi misteriosi e solenni di Noémie Goudal (Francia, 1984) frutto della fantasia dell’artista che reinterpreta la realtà con abili giochi percettivi, come l’innesto dell’immagine stampata di una cascata tra le arcate di un edificio in stile neoclassico. Rappresentata da Edel Assanti a prezzi di 3.500-11.000 sterline, Goudal ha già in programma una mostra personale al prestigioso museo per la fotografia Foam di Amsterdam nel 2015.

E poi c’erano le curiose presentazioni di due fotografe con una formazione fotogiornalistica: Martina Bacigalupo (Italia, 1978) e Cristina de Middel (Spagna, 1975), rappresentate rispettivamente da Camilla Grimaldi e Tagomago Gallery. Bacigalupo, collaboratrice di Agence VU, ha raccolto e classificato ritratti di persone realizzati da studi fotografici africani cui è stato ritagliato il volto per usarlo come fototessera. Ne è emersa un’analisi sociologica di pose e costumi, in vendita a 3.700-12.500 euro. De Middel, finalista al Deutsche Börse Photography Prize 2013, ha invece ritratto i paesaggi naturali della Nuova Zelanda a testa in giù con l’ausilio di uno specchio, e aumentato il senso di mistero delle immagini con un vetro oscurato montato sulla cornice. Le fotografie, al costo di 800 euro, saranno in mostra alla galleria Tagomago in una sua retrospettiva dal titolo “Seven Stories” in programma a novembre.

L’esplorazione dei nuovi trend in fotografia contemporanea in mostra ad Amsterdam prosegue nelle istituzioni: Huis Marseille, museo privato dedicato alla fotografia, celebra i suoi 15 anni di attività con una mostra collettiva in cui spiccano le nature morte in forma di collage fotografico di Valérie Belin (Francia, 1964) e le algide visioni di interni di Luisa Lambri (Italia, 1969), tra le fotografe italiane più famose all’estero. Lo Stedelijk Museum presenta una rassegna per le acquisizioni della città dal titolo “On the move”, con artisti che mescolano i linguaggi della fotografia e della grafica per rinnovare le strategie di narrazione visiva. Da Foam, infine, la mostra collettiva “Under Construction. New Position in American Photography” riunisce le proposte di fotografi che riflettono sulla natura del medium all’indomani della rivoluzione digitale e telematica. E da non perdere ci sono le vivaci stampe multicolore di Daniel Gordon (USA, 1980), che nelle sale del museo ha anche una esposizione monografica come vincitore del Foam Paul Huf Award 2014. L’appuntamento più atteso della stagione, però, resta l’apertura della rinnovata Philips Wing del Rijks Museum il prossimo 1 novembre con un’imponente mostra di fotografia tratta da una collezione di oltre 150.000 stampe dal 1839 a oggi.

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