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Pascali e Ghirri: tra mare e cielo lievita il loro mercato -

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Pascali e Ghirri: tra mare e cielo lievita il loro mercato - Foto

  • –di Lia De Venere

E' forse l'opera più conosciuta di Pino Pascali, l'artista scomparso a soli 33 anni nel 1968, di certo è quella che racchiude nella ricercata sintesi formale un alto tasso di densità poetica. Parliamo dei “32 mq di mare circa” (1967), un'installazione ambientale con cui l'artista dette inizio a un nuovo ciclo di lavori in cui compaiono elementi primari, appartenenti alla vita quotidiana e insieme legati alle nostre più profonde radici. “Scultura atterrata” la definì Fabrizio D'Amico (1987), cui Cesare Brandi vent'anni prima aveva attribuito la facoltà di “sviluppare uno spazio verticale alto e compatto come un dado trasparente”. Dal 18 ottobre (sino al 25/01/2015) le 30 vasche di lamiera di ferro (cm 110 x 110 x 6,5 ognuna), colme d'acqua colorata in diversi toni di azzurro, che costituiscono l'installazione (oggi alla GNAM di Roma) saranno visibili nel grande salone centrale del Museo dedicato a Pascali nel suo paese di origine, Polignano a Mare. A pochi metri dalla riva dell'Adriatico, quelle acque che Brandi definì “opache e dormienti o poste a riflesso di un cielo assente” (1967), finalmente avranno un cielo da rispecchiare, quello di “Infinito”, la serie di 365 foto scattate da Luigi Ghirri ( Scandiano 1943- Reggio nell'Emilia 1992) nel corso del 1974 e composte in un unico pannello (cm 200 x 300, di proprietà del CSAC di Parma) non in ordine cronologico ma per affinità formali.

A riunire con dei lavori emblematici i due artisti nella mostra ”Il mare e il cielo. Pino Pascali e Luigi Ghirri”, curata da Rosalba Branà e Anna D'Elia, è stato l'intento di indagare le modalità con cui due protagonisti del panorama artistico italiano del secondo Novecento hanno interpretato il paesaggio. Pascali racchiuse nella geometria imperfetta dei “32 mq di mare circa” (i metri quadri sono in realtà 36 e le vasche non formano un corpo unico ma sono riunite in due blocchi di dimensioni diverse) l'incommensurabilità delle distese acquoree del pianeta. L'idea del cielo – per definizione infinito – fu fissata da Ghirri in 365 foto (da negativi cm 9 x 14), in cui nuvole vaporose di ogni forma e colore si alternano a distese uniformi che variano dal ceruleo all'oltremare, sino allo zaffiro e al turchese, dal viola al verde oliva sino all'ocra e al griglio perla, al piombo e al rosa, in cui bagliori aurorali si avvicendano a coltri di nebbia, cieli sereni a fascinosi notturni e in cui l'unica presenza umana, per quanto mediata, è rappresentata da due piccoli aerei in volo. Nell'uno e nell'altro lavoro a fare da filtro nella traduzione dell'idea in immagine è lo schema della griglia, espediente che consente una “reductio ad minimum” della forma che esalta la pregnanza concettuale dell'opera.

Dal 2000 l'interesse del mercato per le opere di Pascali è andato crescendo, anche per effetto delle diverse iniziative editoriali ed espositive pubbliche e private, che ne hanno ripercorso la breve ma fortunata carriera. Diverse sculture sono entrate negli ultimi anni in prestigiose collezioni private, il “Ponte” è arrivato al MoMa di New York con una trattativa privata dopo un'asta andata deserta, la “Trappola” è stata ceduta da una collezionista pugliese alla Tate Modern di Londra. Il “Treno” (1964, latta, olio e catrame su faesite, cm 70 x 320) è stato acquisito quest'anno dal Museo Pascali con un'operazione di crowdfunding (cui ha collaborato lo stesso proprietario) per 80.000 euro, cifra molto inferiore al valore dell'opera. A partire dal 2001 in asta sono passati – tra gli altri – lavori come “Mitragliatrice”, “Trofei di caccia”, “Cannone Bella ciao”, “La decapitazione della scultura”, “Confluenze”, “Pelle conciata” e più di recente “Dinosauro che emerge” (2012, Sotheby,s aggiudicata per 634859 ₤). Il top price per le sculture è stato raggiunto nel 2003 dal “Cannone semovente” (1.573.250 ₤) e nel 2013 dal “Muro di pietra” (1.650.000 ₤), entrambe del 1964 e aggiudicate da Christie's. In asta e nelle gallerie ci sono disegni e progetti per la pubblicità, realizzati con tecniche diverse. I lavori in formato A4 quotano da 4.000 a 8.000 €, quelli più grandi e complessi raggiungono anche 22-23.000 €. Gli sfondi per la pubblicità (da cm 30 x 150 a 40 x 100) partono da € 20.000 €. La galleria di riferimento per le opere grafiche è Frittelli Arte di Firenze.

Negli ultimi anni l'interesse del mercato per le foto di Luigi Ghirri è molto cresciuto. Alla Biennale del 2011 Bice Curiger gli dedica una sala personale. Alcuni mesi dopo al Castello di Rivoli viene allestita una grande antologica. Nel 2013 Ghirri è uno dei 14 artisti del Padiglione Italia alla Biennale e nello stesso anno il MAXXI di Roma allestisce la più ampia rassegna personale dal titolo “Pensare per immagini” che comprende le Icone, i Paesaggi e le Architetture, a partire dal famoso ciclo “Atlante” del 1973. Sino al 9 /11 alla Triennale di Milano è aperta la mostra “Franco Guerzoni. Nessun luogo. Da nessuna parte - Viaggi randagi con Luigi Ghirri”, che ripercorre le tappe del rapporto umano e sperimentale che unì il fotografo reggiano all'artista Franco Guerzoni a cavallo tra la fine degli anni 60 e il decennio successivo.
Se nel 2006 il gallerista Massimo Minini a Basilea proponeva i suoi vintage prints per 5-6.000 €, è di recente che le quotazioni di Ghirri sono lievitate. I pezzi unici vintage prints degli anni 70 quotano da 11.000 a 14.000 €. Anche sul mercato americano si registra da alcuni anni una grande attenzione al suo lavoro. A New York Matthew Marks, la sua galleria di riferimento, offre i vintage prints a prezzi che ormai superano i 15.000 €.
Top price: da Sotheby's nel 2007 “Correggio, villa Pirondini” (1990, stampa fotografica cromogenica, cm 19,8 x 24,4) è stata venduta a 25.463 $ al doppio della stima e nel 2010 “From “ Still life (1980, stampa unica, cm 60,3 x 52,7) è stata aggiudicata a 34.375 $.
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