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Ecco i personaggi più potenti del mondo dell'arte, secondo ArtReview e Artnet News

  • –Silvia Anna Barrilà

Il direttore della Tate di Londra Sir Nicholas Serota, classe 1946, è l'uomo più potente del mondo dell'arte secondo la rivista - non a caso inglese - ArtReview, che ha pubblicato il 23 ottobre la sua lista dei personaggi più potenti del sistema dell'arte nel 2014. Forse la Tate non avrà la migliore collezione d'arte moderna e contemporanea al mondo, giustifica la rivista, perché il MoMA e il Pompidou potrebbero essere migliori in questo senso, ma l'istituzione inglese è in cima alla lista perché rappresenta il potere istituzionale in sé. Infatti, secondo la rivista, l'equilibrio del potere si è spostato in questa direzione perché sono i musei a consacrare gli artisti, mentre le mega-gallerie con le loro pulsioni espansionistiche hanno mostrato i loro limiti, soprattutto per quanto riguarda il modo in cui spingono ed espongono i loro artisti più giovani. Nonostante ciò al secondo e terzo posto della classifica mantengono la loro posizione due super-galleristi: David Zwirner www.davidzwirner.com (che rappresenta l'artista simbolo della speculazione sugli emergenti Oscar Murillo) e Ian Wirth .
Altri galleristi della top ten sono l'immancabile Larry Gagosian (sceso però dal quarto all'ottavo posto) e Marian Goodman, che si è espansa a Londra.
Tra i più potenti nelle istituzioni museali nella top ten, invece, troviamo Glenn D. Lowry del MoMA (quarto posto) e la coppia Obrist-Peyton Jones della Serpentine (sesto posto) di Londra.
Tra i primi dieci nomi ci sono anche due artisti famosissimi tra il largo pubblico: Marina Abramovic, la star della performance art che, almeno dopo la performance al MoMA, è diventata un personaggio pubblico (nel 2009 era al 55° posto, ora è al quinto) e Jeff Koons, schizzato dal 56° gradino dell'anno scorso al 7° quest'anno per via della grande influenza che secondo la rivista esercita sui giovani artisti (anche se non molti non lo ammetterebbero).
Più di un quarto della lista, comunque, è occupata da galleristi, mentre i direttori di musei sono meno di dieci. Tra i galleristi ci sono anche degli italiani, il trio di Continua Cristiani, Fiaschi e Rigillo e il milanese Massimo De Carlo, mentre le new entries sono Esther Schipper di Berlino, i brasiliani Felipe Dmab, Pedro Mendes, Matthew Wood di Mendes Wood e Zhang Wei e Hu Fang di Vitamin Creative Space di Guangzhou. Dalla Cina arriva anche l'unica new entries dei 15 collezionisti elencati, il giovane Adrian Cheng fondatore della K11 Foundation.

Tante sorprese, invece, tra i collezionisti assenti: rispetto al 2013 mancano Dasha Zhukova, Budi Tek (che quest'anno ha aperto il suo museo a Shanghai), Christian Boros e i coniugi Rubell. Molte delle protagoniste femminili della lista di ArtReview sono comparse questa settimana su un'altra lista, quella dedicata alle donne più potenti del mondo dell'arte, pubblicata da Artnet News e presentata da Cartier. In questo caso non si tratta di una classifica; i nomi - scelti dalla redazione tra 300 proposti da insider del mondo dell'arte con base in Europa, Usa e Asia - sono elencati in ordine alfabetico e non di importanza. Anche qui compare un'italiana, una sola, Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, nell'elenco grande assente Miuccia Prada, presente di solito nella lista dei 200 collezionisti top della rivista americana ARTnews, Anche qui sono molte le galleriste e, accanto ai nomi più noti di Londra e New York, compaiono due nomi asiatici: Pearl Lam di Pearl Lam Galleries e Hyun-Sook Lee di Kukje Gallery .
Tra le artiste ritorna il nome dell'immancabile Marina Abramovic, Tracey Emin, anche lei oramai nota al largo pubblico dopo la recente vendita del suo letto da parte di Saatchi, Cindy Sherman, la fotografa più pagata al mondo, Isa Genzken, reduce da una retrospettiva al MoMA (manca, invece, Rosemarie Trockel) e ancora Barbara Kruger, Shirin Neshat e Yoko Ono. Altri nomi meno prevedibili sono quelli di Maya Lin, Marylin Minter e Catherine Opie; due afro-americane, Mickalene Thomas e Kara Walker; due collettivi impegnati e radicali, le Guerrilla Girls e le Pussy Riot e, infine, due street artists, Bambi e Swoon.
Boros, Rubell e Zhukova, escluse da ArtReview, sono invece presenti qui tra le collezioniste. Accanto a loro ci sono anche Maryam Eisler, moglie del ceo della compagnia di private equity DMC Partners, la cinese Zhang Lan, presidente di South Beauty Group, e Beth Rudin DeWoody di New York.
Mentre sono solo tre le rappresentanti di case d'asta, Cheyenne Westphal e Lisa Dennison di Sotheby's e Jinqing Caroline Cai di Christie's. Invece sono molte le curatrici e direttrici di musei, da Iwona Blazwick della Whitechapel di Londra a Thelma Golden dello Studio Museum di New York, a Beatrix Ruf della Kunsthalle Zurich e presto allo Stedelijk, a Melissa Chiu dell'Hirshhorn Museum and Sculpture Garden a Susanne Gaensheimer del Museo d'Arte Moderna di Francoforte.. E allora se è vero che, come sostiene ArtReview, l'asse della bilancia si sta spostando verso il potere istituzionale, possiamo sperare in un futuro più rosa. Anche se non vi sono ancora presenze italiane.

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