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Luciano Benetton tra i 20 collezionisti più innovativi secondo Artnet

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Luciano Benetton tra i 20 collezionisti più innovativi secondo Artnet

  • –di Silvia Anna Barrilà

Luciano Benetton è tra i collezionisti d'arte più innovativi a livello internazionale secondo Artnet News. Il suo nome rientra in una tendenza segnalata dal sito di informazione sul mercato dell'arte secondo la quale nel mondo del collezionismo, sempre più affollato di nuovi attori, non sarebbe più sufficiente scovare i nuovi artisti e acquistare il loro lavoro in modo sistematico. I collezionisti di oggi cercano sempre di più di differenziarsi dagli altri specializzandosi su un tema ben preciso e dando così un carattere particolare e unico alla loro collezione, oppure impegnandosi per una determinata causa.
Nel caso di Benetton, il marchio della sua collezione è il carattere globale; lo scopo del progetto di Benetton è costituire un ritratto delle culture del mondo - e da qui il nome Imago Mundi - attraverso una raccolta di opere provenienti da tutti i paesi accomunate dal formato 10x12 cm. Ora include 50 paesi, ma saranno 80 paesi con 10.000 opere entro la fine del 2015; grazie al formato, la collezione è in grado di viaggiare in tutto il mondo e mettere in dialogo le culture. Il prossimo appuntamento espositivo è con 2.000 opere di 16 paesi africani a Roma, al Museo Carlo Bilotti, nell'antica aranciera di Villa Borghese, dal 20 novembre all'11 gennaio.
Accanto a lui ci sono altri nomi ben noti al largo pubblico come quelli di Leonardo Di Caprio e Victoria e David Beckham. Il primo, assiduo frequentatore di fiere che si incontra spesso alle preview di Art Basel, ha organizzato nel maggio 2013 da Christie's un'asta favore dell'ambiente dal titolo cinematografico di “11esima ora” (11th Hour) che ha totalizzato 38,8 milioni di dollari. Oltre a collezionare arte (tra i suoi primi acquisti c'è stato un disegno di Basquiat), Di Caprio colleziona fossili e poster di film dell'epoca d'oro di Hollywood.

I Beckham, invece, fomentano la loro immagine di coppia affiatata collezionando opere sul tema dell'amore. In particolare si concentrano sugli Young British Artist e possiedono opere di Tracey Emin, Damien Hirst, Jake e Dinos Chapman e dello street artist Banksy.
Restando nel jet set internazionale, un altro nome famoso proveniente dal mondo della moda è quello di Peter Marino, architetto che realizza i negozi di grandi case di moda tra cui Louis Vuitton e Dior. Famoso per il suo look da biker, ha iniziato la sua attività di architetto ristrutturando la casa di Warhol negli anni 70 e la sua factory. La sua collezione, che sarà in mostra a dicembre al Bass Museum of Art di Miami durante Art Basel Miami Beach, spazia dalle ceramiche all'arte contemporanea ma si concentra in particolare sui bronzi italiani e francesi del Rinascimento e Barocco, una raccolta eccezionale per cui è diventato famoso.
Anche dai paesi emergenti si distinguono alcuni nuovi protagonisti: il nigeriano Theo Danjuma, 28 anni, figlio dell'ex ministro della difesa Generale Danjuma, aprirà nel 2016 il suo museo privato a Lagos in un'ala dell'hotel di famiglia; il cinese Adrian Cheng, presidente di New World Development, un impero immobiliare e commerciale da 16 miliardi di dollari, espone arte contemporanea nei suoi centri commerciali; il filippino Robbie Antonio ha un'ossessione per il ritratto e si è fatto ritrarre da artisti del calibro di Marina Abramović, Zhang Huan e dal collettivo The Bruce High Quality Foundation/; Alan Lau, senior partner presso McKinsey con base a Hong Kong, colleziona opere sul tema del testo (è anche il primo collezionista di Hong Kong ad avere donato un'opera importante al West Kowloon Museum, “Guards Kissing” di Tino Sehgal, ed è il “sindaco” di “RMB City”, la città creata dall'artista cinese Cao Fei su Second Life). Anche in Australia non mancano collezionisti “particolari”: David Walsh, che ha fatto fortuna come scommettitore professionista, colleziona opere che trattano esclusivamente due temi: il sesso e la morte. Nel suo museo privato in Tasmania, i visitatori possono vedere 151 sculture di organi genitali femminili, scaffali pieni di carcasse di animali, i resti di un attentatore suicida fatti di cioccolato e l'opera di Wim Delvoye “Cloaca Professional” che riproduce l'apparato digerente umano.

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