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Abu Dhabi Art Fair vendite lente, con un'offerta da museo -

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Abu Dhabi Art Fair vendite lente, con un'offerta da museo - Foto

  • –di Riccarda Mandrini

Anche quest'anno ad Abu Dhabi Art Fair i galleristi non si sono risparmiati portando artisti stellari. Il che significa che oltre a una curatissima scelta di autori medio orientali, contemporanei e moderni, i galleristi hanno proposto una selezione di opere di autori internazionali, i cui nomi hanno fatto scrivere straordinarie pagine dei manuali di storia dell'arte. Tra i maestri del passato, il pubblico di Abu Dhabi ha potuto ammirare, ben due scintillanti bronzee sculture di Constantin Brancusi – “Le Nouveau –Né” e “Mademoiselle Pogany II” proposte dalla galleria newyorchese Paul Kasmin Gallery. Un progetto certamente impegnativo per la galleria promosso in vista dei prossimi sviluppi legati dell'apertura nel Cultural District di Saadiyat Island di cinque grandi musei tra cui Louvre Abu Dhabi e Guggenheim Abu Dhabi. Eric Gleason, direttore della galleria, ha confermato che un lavoro così storicizzato rimanda chiaramente alla costruzione del futuro Guggenheim Abu Dhabi. “Il Guggenheim di New York fu l'unico museo a organizzare una retrospettiva di Constanti Brancusi quando era ancora vivo” sottolinea Gleason.

Invece, grazie alle scelte di Acquavella Gallery, il pubblico ha potuto vedere da vicino una tela di Pablo Picasso, “Still life with Red Bull Head”; la tela di Matisse “L'Ulyssus du Pantheon”; un trittico di Bacon “Three Studies of Isabella Rawsthorne”. A sei cifre i prezzi. Molto l'interesse. Riserva totale sulle vendite.
Tra le opere di pregio nel segmento moderno occidentale, una selezione di collage di Jacques Villeglé, autore del gruppo Nouveau Réalisme (attivo nel decennio 1960-'70) nello stand della galleria francese GP&N Vallois . Presenza ormai fissa a Abu Dhabi Art, da GP&N Vallois ci hanno fatto notare come il lavoro di Villeglé, “Quai des Celestins” faccia già parte della collezione di Guggenheim Abu Dhabi. L'opera fu acquistata proprio in fiera.
E sempre, tra le opere di pregio, ma con una storia propria “Brooch Mobile”, di fatto un oggetto d'uso, una spilla, realizzata da Alexander Calder nel 1943, quale dono per la collezionista Coan Jawdat, come ci hanno raccontato da Edward Tyler Nahem , la galleria che proponeva il prezioso lavoro. Il prezzo, prossimo ai 350mila $. Sempre da Tyler Nahem, al pubblico non è certo sfuggito l'”Untitled”, una tela di grandi dimensioni, a firma dell'artista californiano Sam Francis, datato 1979-80.

In questa edizione 2014 di Abu Dhabi Art, la scelta di diverse gallerie è stata fortemente influenzata da “Seeing Through Light: Selections from the Guggenheim Abu Dhabi Collection” , la rassegna collettiva, ospitata come la fiera, nel padiglione Manarat Al Saadiyat.
“Seeing Through Light” si raccoglieva attorno al lavoro di 19 artisti, tra cui i concettuali Larry Bell, Dan Flavin, Robert Irwin, Keith Sonnier e Douglas Wheeler.
Così, gallerie quali Lisson Gallery e David Zwirner hanno orientato le loro proposte con un approccio curatoriale dello stand e uno sguardo a “Seeing Through Light”, presentando opere legate all'arte concettuale minimalista americana e internazionale. Nello spazio di David Zwirner, di ritorno in fiera dopo due anni di assenza, si potevano vedere le opere di John Mac Cracken, Dan Flavin, Donald Judd e Fred Sandback.
Lisson Gallery, invece, aveva installato due pregevoli opere luminose da parete di Spencer Finch, di cui “Eos (Dawn, Troy)” di grandi dimensioni, con prezzi e vendite riservate.
Il focus sugli artisti internazionali, soprattutto già affermati sul mercato, è stata la linea scelta da numerosi gallerie presenti. Ad esempio Enrico Navarra ha esibito diverse grandi tele di Jean Michel Basquiat. Lo stesso ha fatto Acqualvella Gallery (in parallelo alla selezione moderna occidentale).

Nel caso di Acquavella, le opere di Basquiat avevano un focus molto particolare. Il titolo di uno dei lavori era “The Ring”, datato 1981, una serie di tele dove l'artista caraibico rifletteva sulle immagini dei campioni afroamericani della box, declinata attraverso le iconografie di campioni quali Cassius Clay e Ray Robinson.
Nel recentissimo “Art market report”, pubblicato da Art Price a settembre 2014, Basquiat è risultato in testa nella classifica (su 500 artisti) per vendite in asta, con un auction turn over pari a 162,2 milioni di €, su 86 lotti acquistati e, il top price ha toccato in 22,5 milioni di €.
Arendt, la galleria berlinese, che da qualche anno ha aperto una sede a Singapore, ha mostrato una selezione dei lavori dell'artista belga Wim Delvoye, autore presente alla Biennale di Venezia e con una personale al Louvre di Parigi.
Emblematico il caso del gallerista Kamel Mennour , la cui galleria ha una doppia sede a Parigi: ha portato in fiera le opere di due artisti orientali – Huang Yong Ping e Lee Ufan. La sua scelta ha scavalcato il tradizionale modello di vendita in fiera, poiché le due installazioni proposte di grandi dimensioni erano proprio destinate a un indirizzo museale. Nel caso del maestro coreano Lee Ufan (1936) si trattava di un vero e proprio intervento site specific dal titolo “La Peinture ensevelie” realizzato con sabbia e sassi. Un lavoro che rappresentava il puro spirito dell'arte orientale moderna, quella creata in aperto dialogo con la natura, un genere di opere, che noi, in Italia, abbiamo in parte imparato a conoscere attraverso i lavori dell'artista giapponese Nagasawa. Lee Ufan ha appena chiuso la propria personale con un progetto site specific al Chateau de Versaille .

Huang Yong Ping (Cina, 1954, residente in Francia) sarà, invece, il prossimo artista invitato a ‘Monumenta 2016' la grande prestigiosa mostra, diventata ormai biennale, che si tiene al Grand Palais di Parigi, dove gli artisti presentano un progetto inedito creato solo per quell'occasione. Il titolo dell'opera in mostra in fiera era “Walking Up Language”(2006).
In sintesi, quello che è emerso ancora più chiaramente, in questa edizione di Abu Dhabi Art è che l'area geopolitica compresa tra gli Emirati Arabi Uniti, il Qatar, il Kuwait e sempre di più Jeddah in Arabia Saudita – mostra un interesse per il mercato dell'arte, ma anche, per lo sviluppo di nuovi progetti culturali con la conseguente capacità, che hanno arte e cultura, di creare indotto.
Le vendite. Sono andate a rilento, nei primi giorni della fiera, condizione nota per quei dealers che sono di casa ad Abu Dhabi Art e, che sanno benissimo, che esse tendono a raccogliersi verso la fine della fiera. Le scelte dei collezionisti sono state orientate, in parecchi casi, soprattutto in direzione delle opere di artisti medio orientali. Thaddeus Ropac ha venduto, tra i diversi lavori dell'artista pakistano Imran Qureshi la tela “You who are my love and my enemy too” a un collezionista locale per 48mila $.
Il gallerista Taymour Grahne , che ha aperto lo scorso anno uno spazio a Tribeca a New York, ha venduto “Mecca” di Faycal Baghriche a un collezionista locale per un prezzo prossimo ai 18mila $. Taymour Grahne è stato insignito del premio Bidaya, rivolto alle gallerie emergenti.
Kashya Hildebrand ha ceduto un'opera calligrafica di Khaled Al Saai a una fondazione locale ad prezzo prossimo ai 35mila $. Sempre in tema di calligrafia la gallerista ha venduto tre arazzi (parte di un set di cinque), di grandi dimensioni, opera dell'artista egiziano Ahmed Moustafa.

Da Isabelle Van den Eynde sono passati di mano due lavori di Nargess Hashemi e diverse opere di Rokni Haerizadeh, tutti ceduti a collezionisti locali con prezzi su riserva.
La galleria svizzera AB Gallery ha ceduto “Trading place”, opera dell'artista iraniana Samira Hodaei (classe 1981) per 20mila $.
Tanit Gallery , tra i diversi lavori, ha venduto la scultura bronzea di Fadi Yazgi, per 20mila $.
Scambi interessanti per Ayyam Gallery , con sede a Londra, Dubai, Beirut e Jeddah, che tra i diversi lavori ha ceduto due opere della serie “Olive Tree” di Khaled Jarrar e un lavoro, “Dream 90” dell'artista siriano Safwan Dahoul.
Moltissimo è stato l'interesse per i lavori proposti dalla londinese October Gallery che proponeva un grande arazzo “Time in Space” di El Anatsui e due grandi arazzi dell'artista algerino moderno Rachid Koraichi (1947) tra cui “La prière de l'absente” e “A Nation in Exile: Hymne gravé”. Le opere di Koraichi sono già parte della collezione di Guggenheim Abu Dhabi. Riserva totale sulle vendite.

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