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In Primo Piano

Sarà Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, il 23 gennaio, ad aprire il fitto programma di conversazioni messo a punto da Arte Fiera (si veda qui sotto). Affiancata da Nadia Brodbeck dell'omonima Fondazione di Catania e da Giovanni Giuliani, della Fondazione Giuliani di Roma, presenterà il nuovissimo Comitato per le Fondazioni d'Arte Contemporanea, di cui è l'ideatrice, che unisce in un'unica una rete 15 fondazioni dell'intera Italia attive nel contemporaneo, pronte a condividere il loro patrimonio di conoscenze ed esperienze con il ministero per i Beni Culturali: «Credo moltissimo in questo progetto, concepito nello scorso maggio dopo aver sentito il ministro Franceschini parlare a Milano del suo interesse per il sistema dell'arte contemporanea e per il rapporto pubblico-privato – ci spiega Patrizia Sandretto –. In Fondazione ci siamo subito messi al lavoro e in settembre è stato costituito il Comitato. Dovremmo presto siglare con il MiBACT un protocollo d'intesa per la costituzione di una piattaforma permanente di confronto: un modello di collaborazione nuovo, che sta suscitando interesse anche al l'estero.
Non dimentichiamo che negli ultimi vent'anni in Italia il privato ha svolto un ruolo fondamentale per l'arte contemporanea, a volte affiancando le istituzioni (per lungo tempo due soltanto: il Castello di Rivoli e il Centro Luigi Pecci di Prato) ma spesso anticipandole. Credo fermamente che questo nuovo strumento, grazie al quale tante fondazioni si presentano con una sola voce, potrà avere effetti molto positivi anche per i nostri artisti, obiettivamente svantaggiati rispetto agli stranieri». Come ciò possa concretizzarsi le è ben chiaro: «mettendoci in rete possiamo realizzare più efficacemente progetti che promuovano all'estero la nostra arte e valorizzino le collezioni private italiane. Possiamo condividere relazioni nazionali e internazionali e mettere la nostra expertise a disposizione del Ministero. E poi, me lo lasci dire, la mappatura che stiamo conducendo sulle nostre collezioni ci ha dimostrato che, insieme, formiamo il più grande "museo" di arte contemporanea d'Italia».
Non è certo un caso che Patrizia Sandretto abbia scelto Arte Fiera per la prima presentazione nazionale del Comitato per le Fondazioni d'Arte Contemporanea: «qui – spiega – si riunisce un pubblico competente e avvertito, capace di comprenderne a fondo le potenzialità. Arte Fiera storicamente è stata un'apripista. La frequento da 25 anni e penso che la direzione Spadoni-Verzotti abbia giustamente dato enfasi al dialogo tra gli artisti, le gallerie, i critici, i curatori e i collezionisti italiani. La mostra Too Early, too Late. Middle East and Modernity, curata da Marco Scotini per la Pinacoteca Nazionale di Bologna, è in questo senso un esempio eloquente perché, a partire da un tema, coinvolge noi collezionisti invitandoci a riflettere sulle nostre opere e valorizzando strategicamente le nostre scelte. Arte Fiera opera in stretto rapporto con i musei della città: credo che sia davvero molto importante che la sezione Off sia stata affidata a Gianfranco Maraniello, direttore dei musei bolognesi, perché in tal modo si crea una forte relazione fra fiera, collezionisti e territorio».
Quanto a lei, affacciatasi giovanissima al mondo dell'arte contemporanea («l'unico ambito che offra l'opportunità di conoscere gli artisti, di intrecciare con loro rapporti che spesso diventano amicizia, di capire che cosa ci sia dietro il loro lavoro»), esattamente vent'anni fa istituiva la Fondazione Sandretto Re Raudengo, senza nemmeno sapere bene all'inizio – rammenta ora – in che direzione muoversi ma forte di tanti viaggi all'estero e di tanta attenzione prestata alle esperienze degli altri Paesi, «specie ai Frac francesi e alle Kunsthalle tedesche, che presi a modello. Quando poi nel 1997 aprimmo la sede di Guarene, e nel 2002 quella di Torino, iniziammo a invitare moltissimi giovani artisti da tutto il mondo, producendo le loro opere (sempre attraverso i galleristi, il cui lavoro è ineludibile e va valorizzato): sostenere un giovane artista non significa soltanto esporne il lavoro ma rendere realizzabili i suoi progetti. Non abbiamo più smesso e di recente abbiamo prodotto lavori per la documenta del 2012, di Carolyn Christov-Bakargiev, mentre ora stiamo dialogando con lei in vista delle produzioni per la Biennale di Istanbul e con Okwi Enwezor per quelle della prossima Biennale di Venezia».
Con le mostre della sua fondazione Patrizia Sandretto ha dato conto delle novità più radicali dell'arte del nostro tempo, cogliendole nel loro farsi e spesso anche anticipandole, senza però temere di cambiare rotta. Come accade con le mostre in corso fino al primo febbraio: la collettiva Beware Wet Paint, a cura di Gregor Muir, e le personali di Isa Genzken e David Ostrowski. Tre mostre di sola pittura ma di una pittura nuovissima, di segno concettuale e che attinge largamente al web: «Continueremo su questa linea e a febbraio apriremo la personale di Avery Singer. È vero – ammette – sinora eravamo più orientati sul video, sulla scultura, sull'installazione, perché erano questi i linguaggi prevalenti. Ora invece la pittura, profondamente rinnovata (penso ai lavori di Korakrit Arunanondchai o di Parker Ito, in mostra), sta ritrovando un ruolo importante. Ogni medium resta per me in tutti i casi ugualmente importante. Da novembre, per esempio, avremo una mostra di Adrián Villar Rojas, giovane e già più che affermato artista argentino che lavora solo con l'argilla». Delusioni, rimpianti? «Mai. Quando al mattino arrivo in Fondazione alle 9, prima che dell'apertura al pubblico, e trovo i bambini che fanno i laboratori in mostra, in mezzo alle opere, mi sento felice. Ovvio che nel tempo abbiamo incontrato delle difficoltà, ma sono stati vent'anni bellissimi. L'unico dispiacere: che siano passati tanto in fretta».
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conversations sul collezionismo
Un programma di Conversations prende il via il 23 gennaio nella Gallery Hall 25-26. Professionisti del settore a livello internazionale discuteranno delle nuove frontiere del collezionismo privato, del nuovo mecenatismo e delle moderne impostazioni del mercato.
VENERDÌ 23 GENNAIO
12.30. «Comitato per le Fondazioni d'Arte Contemporanea: una nuova realtà nel panorama artistico italiano» con Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, Nadia Brodbeck e Giovanni Giuliani.
15.00. «L'arte in Portfolio. Il private banking e le "corrispondenze" con il sistema dell'arte italiano e il collezionismo», conversazione con i direttori generali di Intesa San Paolo, Banca Aletti, Unicredit. Modera Marilena Pirrelli.
16.00. «Art Collector Conversation. Come si costruisce un museo privato» con Ramin Salsali e Arsalan Mohammed.
17.30. «Mecenatismo culturale e modi di collezionare» con Renate Wiehager, Urs Stahel e Lea Mattarella. Modera Riccarda Mandrini.
SABATO 24 GENNAIO 2015
14.00. «Arte in portfolio ed art advisory» con Todd Levin. Modera Riccarda Mandrini.
15.30. «L'Arte Moderna e Contemporanea, nelle scelte di Fondazioni e Corporate Collection» con Mohamed Rachdi e Elsa Dispney. Modera Riccarda Mandrini.
17.00. «Modernizzazione e democratizzazione: geografie a confronto. Asia e Medio Oriente» con Hou Hanru e Vasif Kortun.
DOMENICA 25 GENNAIO
14.00. «Il mercato dell'arte. Le analisi Skate's - art market research» con Sergey Skaterschikov. Modera Riccarda Mandrini.
15.30. «Uncommon Grounds: pratiche artistiche nel Medio Oriente» con Anthony Downey e Sara Raza.

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