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Brafa, alta l'attenzione dei visitatori, buone le vendite. Soddisfatti i galleristi italiani - Foto

  • –di Stefano Cosenz

La 60a edizione di BRAFA, la prestigiosa fiera d'antiquariato che si tiene al Tour&Taxis di Bruxelles e da sempre è la prima dell'anno, apertasi il 24 gennaio è terminata il 1° febbraio. Negli oltre 15mila mq offerti da questo gioiello dell'architettura belga di inizio Novecento hanno trovato spazio 126 espositori internazionali: “il numero dei galleristi presenti resta fisso nonostante le richieste siano in continua crescita” ha dichiarato Harlod t'Kint de Roodenbeke, presidente dell'Associazione Foire des Antiquaires de Belgique che organizza la manifestazione, “preferendo privilegiare la qualità rispetto alla quantità”. In quest'intervista ad ArtEconomy24 Harlod t'Kint de Roodenbeke, specializzato in pittura del XIX e XX secolo, illustra i primi risultati ottenuti da questa edizione: “BRAFA offre una vasta varietà di opere d'arte, dagli antichi reperti greci ed egiziani all'arte contemporanea. Visitando la fiera si rimane sorpresi da questo alternarsi di opere antiche e moderne, a volte ospitate assieme nella stessa galleria. L'edizione ha goduto una crescita del numero dei visitatori, passato negli ultimi tre anni da 42.000 a 55.000. Grazie all'internazionalizzazione delle gallerie partecipanti, i clienti provengono ora dalle principali nazioni europee, in particolare Francia, Inghilterra, Germania, Olanda, e anche dalla Russia e dagli Stati Uniti, tra cui un migliaio di ospiti, tutti membri di fondazioni, musei e supporter di progetti artistici. Tutti i galleristi che ho incontrato hanno avviato trattative durante i giorni della fiera. Io stesso ho venduto un importante dipinto di Rik Wouters pittore e scultore belga del periodo Fauve, intorno al mezzo milione di euro. Anzi si può dire che l'aspetto che ha più caratterizzato la manifestazione è il rapporto fra visitatori e vendite effettuate, tra i più alti nel mercato dell'arte”.
Tra i record di vendita spicca la tavola originale disegnata nel 1942 da Hergé per la copertina di “L'Etoile mystérieuse”, decima avventura di Tintin, ceduta dalla galleria Huberty-Breyne (con sedi a Parigi e Bruxelles) per 2,5 milioni di euro. La Galerie De Backker di arte medievale nella cittadina belga di Hoogstraten ha concluso a circa 60mila euro la trattativa per una miniatura (9x7 cm) del Libro delle Ore realizzato a Bruges tra il 1430 e il 1440.
Soddisfatte pure per le tre gallerie italiane che hanno partecipato a questa edizione.
Come ha dichiarato ad ArtEconomy24 Mattia Martinelli della galleria milanese Robertaebasta , specializzata in Design del XX secolo ed arrivata alla sua seconda partecipazione, “BRAFA è un vero e proprio museo e tutte le gallerie partecipanti fanno del loro meglio per ben figurare e per passare la severissima commissione di esperti che rifiuta le opere ritenute non all'altezza della manifestazione. La nostra galleria ha ottenuto anche quest'anno risultati di vendita significativi, e vorrei evidenziare due opere vendute un po' diverse per caratteristiche ed epoca. Il primo è un enorme pannello decorativo del 1935 raffigurante Les Arts Majeures, gouache e acquarello su tela del francese Alfred Janniot, venduto per 80mila euro, che vedrà la sua futura ubicazione in una barca privata. Il secondo è un bar icosaedrico in mogano del 1952, straordinario per la sua stranezza, attribuito all'italiano Ico Parisi, che ha riscosso un successo non previsto e venduto per 15mila euro”.
Anche Chiale Antiquariato di Racconigi (CN), specializzata in antichi arredi e arte decorativa, è arrivata alla sua seconda partecipazione al BRAFA. Il suo titolare Federico Chiale ha così illustrato il mercato ad ArtEconomy24: “questa edizione verrà ricordata senza alcun dubbio come una delle manifestazioni più prolifiche per il mercato dell'arte internazionale. La nostra galleria ha potuto notare l'affluenza di numerosi collezionisti europei ed extraeuropei, musei, mercanti d'arte ed appassionati, molti anche di giovane età, i quali gradiscono sempre di più affiancare l'arte antica a quella moderna. In particolar modo si è registrato un forte interesse per l'arredamento, inteso però come grande collezionismo e non come semplice complemento. Sempre più spesso ormai i collezionisti tendono ad acquistare ‘furniture' intese come ‘works of art', e non più come semplice arredo. Questa evoluzione si sposa perfettamente con la filosofia della nostra galleria, che punta ormai in modo univoco ad oggetti di grande collezionismo, con provenienze certificate ed un pedigree che ne esalti il valore in campo internazionale. A tal proposito vorrei citare la vendita di due importantissime sculture, due Mori romani dell'inizio del XVIII secolo, in legno dipinto e dorato con cestini in bronzo dipinto e lumeggiato in oro, realizzati per la famiglia Orsini, e provenienti dalla collezione Polignac – Lanvin, uno dei casati più influenti in Francia. La coppia di sculture, valutata intorno ai 100mila euro, è stata acquistata da un cliente extraeuropeo, avvalorando la tesi di come gli oggetti italiani, di grande collezione e qualità, siano perfetti per il mercato internazionale, che sebbene sia molto selettivo ed elitario, premia prima di tutto la qualità dell'oggetto e la sua storicità”.
Parimenti soddisfatta è la galleria milanese Il Quadrifoglio Antiques & Fine Art specializzata in antiquariato che ha visto concretizzarsi già direttamente nei giorni della fiera vendite soddisfacenti, tra cui un mobile giapponese alto 2 metri del periodo Meiji del 1890 circa costruito in tre sezioni in legno, in parte laccato e decorato con avorio e intarsi Shibayama, offerto per 100mila euro e un delicato mobile con cassetti “Leopardo” di Piero Fornasetti del 1969, alto 84 cm e largo 1 metro, in legno dipinto e ottone, offerto per 60mila euro.

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