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In uno storico palazzo di via Brera 8, a partire dal prossimo mese di ottobre, batterà i primi incanti una nuova casa d’aste. Si chiama Finarte Spa, proprio come quella storica fondata nel 1959 dal banchiere milanese Gian Marco Manusardi; la prima in Italia che si specializzò in finanziamenti per l’acquisto e la vendita di opere d’arte e che fu portata al successo e al collocamento in borsa nel 1990 da Francesco Micheli e da Casimiro Porro. Poi venne la concorrenza delle major straniere, l’uscita di Porro nel 2001 con alcuni soci fondatori, l’ingresso di Giorgio Corbelli (già proprietario di Telemarket), l’acquisto della Semenzato, la crisi degli scambi nel 2005, la sospensione in borsa nel 2010, la liquidazione coatta nel 2011 e il fallimento nel 2012.

Oggi la Finarte Spa rinasce con un nuovo assetto: i soci sono tutti italiani, provengono dall’advisory e dal management finanziario, sono cinquantenni di varia esperienza e con ancora tanta energia da spendere come Diego Piacentini (Senior vp International di Amazon), Rolando Polli (ex chairman Mc Kinsey&Co), Giancarlo Meschi (ex amministratore Apple Italia, presidente della nuova Finarte Spa), Attilio Meoli, con un passato in Finarte all’epoca della gestione Porro, (amministratore delegato della nuova Finarte Spa), Marco Faieta (già responsabile di grandi commesse ingegneristiche per il Gruppo Finsider) e Simona Valsecchi, fiscalista con incarichi negli Organi di Controllo di alcuni fondi di investimento. La nuova società punta alla rivalutazione dell’arte italiana, con un occhio di riguardo al settore moderno e al Novecento sottostimato sulle piazze internazionali. Molti scambi avverranno grazie a una piattaforma online, mentre i dipartimenti saranno gestiti da una squadra di giovani manager, curatori e storici dell’arte, i cui nomi, ancora top secret, si sapranno durante il cocktail di inaugurazione, mercoledì 4 marzo alle ore 17.

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