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Apre l'anno l'asta di moderno e contemporaneo da oltre 3 milioni di Meeting Art. Il pubblico si riavvicina all'antiquariato - Foto

  • –di Stefano Cosenz

Se la ripresa del mercato delle aste nazionali è confermata, si nota l'assenza di trasparenza da parte di alcune case che hanno effettuato incanti in questi primi due mesi dell'anno ma non hanno comunicato i risultati economici complessivi delle vendite (fatturato e percentuale dei lotti venduti).

A gennaio, nei giorni del 10-11-17-18-24-25, Meeting Art ha tenuto una brillante asta di arte moderna e contemporanea, uno dei punti di forza della casa di Vercelli, con un fatturato di 3.336.867 euro, commissioni comprese del 23% e una percentuale dei lotti aggiudicati del 94,21%. Tra i lotti più significativi un'opera di Alighiero Boetti del 1983, Aerei, biro blu su carta montata su tela, 23 x 48,5 cm, non firmata ma registrata presso l'Archivio romano dell'artista, venduta per 83.640 euro, contro una base di 40mila euro e una stima di 70-80mila (foto 1). Tra gli artisti stranieri, un olio su tela del 1958 di Georges Mathieu, Léauté doit, 54 x 90,5 cm, con pedigree di mostre, venduto per 147.600 euro, contro una base di 60mila euro e una stima di 105-120mila (foto 2).

Il 3-4-5-6 e 9 febbraio Il Ponte Casa d'Aste di Milano ha organizzato nella sede di Via Pitteri una vendita di mobili e dipinti antichi con un fatturato di 700.116,4 euro, una percentuale dei lotti venduti dell'80% e in valore del 221%. “Le aste di via Pitteri” sottolinea Rossella Novarini, direttrice della casa d'aste, “sono frequentate da una clientela molto varia che include non solo collezionisti e conoscitori, ma pure molti giovani grazie all'offerta di lotti a prezzi accessibili a tutte le tasche. In questa sede infatti si possono trovare non solo oggetti da collezione, ma anche e soprattutto diverse tipologie di arredi (armadi, comò, comodini sedie, tavoli, tavolini….) a valori molto contenuti. Una vendita quindi che offre un segno di ripresa del gusto per l'antiquariato”. Due i top dell'asta: un olio su tela di scuola genovese del sec. XVII, bottega di Bernardo Strozzi, raffigurante Santa Cecilia che da una stima di 2.500-3.000 euro è stato aggiudicato per 13.755 euro (foto 3) e una coppia di cassettoni lombardi del sec. XVIII stimata 12-15mila euro e aggiudicata a 16mila (foto 4).

Il 14 febbraio Pananti Casa d'aste di Firenze ha organizzato la sua prima asta dell'anno dedicata agli autori del XIX e XX secolo con un fatturato totale di 500mila euro e il 65% dei lotti venduti. Un olio su tela di Giuseppe Magni (1869-1956), Focolare domestico, 72 x 93 cm, è stato aggiudicato per 9.750 euro (foto 5), mentre un'estroflessione su tela di Turi Simeti del 2006, Bianco, è stata aggiudicata per 11.875 euro (foto 6).
L'asta di arte moderna e contemporanea del 19 febbraio presso la Galleria Pace di Milano ha fatturato 532.344 euro con una percentuale del 78% dei lotti venduti e l'80% in valore. Gimmi Stefanini, presidente e amministratore unico della società così dichiara ad ArtEconomy24: “posso dire finalmente che in questa ultima asta si è riscontrato maggiore interesse e un maggior numero di visite sia in galleria che clienti collegati via streaming video. Inoltre, per la prima volta in assoluto, l'asta era visibile sia sul tablet che sugli smartphone, con possibilità di poter fare offerte. Siamo più ottimisti….”. Un collage su tavola di Roberto Crippa del 1971, Tramonto, 73 x 92 cm, stimato 8.700-13.000 euro è stato aggiudicato a 10.701 euro (foto 7).

Un'asta di antiquariato di successo il 23 e 24 febbraio ha inaugurato l'anno presso Boetto di Genova con un fatturato di più di un milione di euro e oltre il 70% di lotti venduti. Paolo Capozzi, consigliere delle aste di antiquariato della casa, così ha dichiarato: “dopo tanti anni si è rivista un'esposizione assai affollata e una sala di vendita piena di acquirenti sia italiani che stranieri. Gli oggetti posti in asta, di provenienza quasi esclusivamente privata, hanno spesso raddoppiato le stime di catalogo, come un lampadario in legno intagliato e dorato che da un stima di 20mila euro ha raggiunto un prezzo finale di 75mila euro, un disegno a penna inchiostro bruno e acquarello su carta di Gregorio de Ferrari, pittore di scuola genovese del periodo barocco, Baccanale, 36 x 50 cm, da una stima di 6mila euro ha realizzato 14.586 euro (foto 8) ed una coppia di grandi idrie in ceramica policroma decorate con scene bibliche, San Quirico d'Orcia e Urbania, del sec. XVIII, alte 45 cm, hanno realizzato 23.770 euro contro una stima di 8mila (foto 9). Quest'incanto ha dimostrato un riavvicinamento del pubblico all'antiquariato, soprattutto rivolto verso gli oggetti di alta epoca, l'argenteria antica e la pittura del secolo XIX”.

Il 28 febbraio e il 1° marzo si tenuta a Milano la prima asta di filatelia (settore sempre popolare) presso Ferrario Casa d'aste di Milano: sui risultati della vendita risponde ad ArtEconomy24 lo stesso Filippo Ferrario, titolare della scoietà: “il fatturato totale ha superato oltre 570mila euro, in aumento grazie a un buon dopo asta, con un 40% dei lotti venduti, pari al 27,5% del valore delle basi d'asta. Tra i top lot, citiamo un eccezionale ed unico fowarded con francobollo del Lombardo Veneto usato ed annullato nel Ducato di Modena, base 10mila euro, realizzo 12mila (foto 10); un 50 grana del Regno di Napoli su frontespizio per Madrid, base 7.500 euro, realizzo 10.800 (foto 11); un insieme unico di saggi dei francobolli del Regno di Sicilia, mai posti in vendita, venduti ad unico acquirente per 34.200 euro contro un base di 28.500; nel settore del Regno, un esemplare nuovo e con gomma integra da 1,75 lire di Vittorio Emanuele III del 1929 con la rara dentellatura 13 ¾, base 15mila euro, realizzo 19.200. Trattandosi della nostra prima asta pubblica, diremmo un esordio record, con molte rarità vendute, oltre le nostre aspettative. Trend in crescita per francobolli e le lettere degli Antichi Stati italiani, in particolare spiccano i risultati del Lombardo Veneto e del Regno di Napoli. Prezzi stabili per il settore moderno (Regno, Repubblica ed ex Colonie italiane). Il numero degli acquirenti era suddiviso al 50% tra italiani e stranieri”.

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