ArtEconomy24

Roma, pubblico e privato insieme per sostenere la cultura

  • Abbonati
  • Accedi
In Primo Piano

Roma, pubblico e privato insieme per sostenere la cultura

  • –di Stefano Cosenz

Anche i bambini hanno dimostrato di essere sensibili all'arte, offrendo un esempio di collaborazione tra pubblico e privato: i piccoli studenti di una scuola olandese hanno infatti raccolto un piccolo sostegno economico a favore del restauro della Barcaccia, la fontana di Pietro e Gian Lorenzo Bernini in Piazza di Spagna, danneggiata a febbraio dagli hooligans olandesi. E un mecenatismo generoso nella stessa capitale ha già sostenuto due importanti restauri, della Fontana di Trevi da parte di Fendi e di Trinità dei Monti da parte di Bulgari, “non alla ricerca di un ritorno in pubblicità, ma con l'obiettivo di rendere la propria città più bella”, conferma Giovanna Marinelli, assessore alla Cultura, in occasione della “Conversazione sul rapporto tra pubblico e privato” organizzato il 17 marzo scorso nella Sala della Promototeca al Campidoglio, a cura dell'American Academy in Rome e Roma Capitale e con la partecipazione i imprenditori, donatori e accademici a livello internazionale. “Public-Private Partnership for Supporting Culture” era il titolo dell'incontro e tema prioritario per il nostro paese, che vanta il maggior patrimonio artistico del mondo, da valorizzare e custodire.

“La cultura è uno più importanti business del mondo”, ha spiegato la direttrice dell'American Academy in Rome, Kimberly Bowes. “È inoltre molto più di un business e il suo valore, naturalmente, non può essere quantificabile in euro o in dollari. Come possiamo quindi creare un giusto equilibrio tra l'enorme potenziale economico della cultura e l'obbligo di renderla sempre più accessibile a tutti, garantendo la trasmissione del sapere alle generazioni successive? Roma Capitale, una delle città più ricche di cultura al mondo, e la Accademia Americana, istituzione supportata unicamente con fondi privati, hanno sviluppato questo evento per promuovere una conoscenza più profonda e una discussione pubblica più vivace su questi temi”. Francesca Barracciu, sottosegretario di Stato al Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, ha voluto sottolineare che “compito del Ministero sia di coniugare in Italia cultura e turismo e di agevolare i privati che vogliono sostenere la cultura grazie ad una serie di vantaggi fiscali, valorizzando un concetto di neomecenatismo disgiunto dal concetto di sponsorizzazione”.

Roberto Orsi, dell'Osservatorio Socialis / Errepi Comunicazione (cantiere di promozione culturale del sociale d'impresa nato per far conoscere le opportunità di partnership tra imprese e realtà del no profit), ha quantificato l'impegno sociale in Italia da parte delle aziende. Le imprese hanno compreso che migliorare la vita di una comunità e salvaguardare il territorio che le ospita è un loro obiettivo. Si avverte l'esigenza di promuovere e concretizzare una nuova visione dell'economia, più attuale e solidale: è nata così la Corporate Social Responsibility (CSR), un modo d'intendere l'impresa, più al passo con i tempi, più attento ai mutamenti economici e sociali, più intelligente e produttivo. E i primi risultati di questo impegno sociale non si sono fatti attendere: l'interessante quadro emerso indica un flusso globale degli investimenti di 845.000 euro nel 2003, in epoca pre-crisi, 960.000 euro nel 2009, 1.074.000 euro nel 2011 e 920.000 euro nel 2014 di cui un significativo 24% è stato devoluto in arte e cultura. Resta comunque ancora bassa in Italia la percentuale, 16%, delle aziende che hanno una fondazione al loro interno. L'Osservatorio ha inoltre rilevato che un quinto delle imprese che fanno CSR possiede una fondazione.

Alcuni esponenti stranieri hanno esposto i modelli di investimento all'estero.
Robert Bewley, ex direttore della National Lottery del Regno Unito e oggi direttore di Archeologia a rischio in Medio Oriente e Nord Africa presso l'università di Oxford, ha spiegato come 28 penny a fronte di ogni sterlina spesa per biglietti della lotteria vanno devoluti a cause sociali (dal 1994 al 2011 ha impiegato 4,79 miliardi di sterline in tal senso, mentre nei primi sei mesi della stagione 2013/14 a fronte di un fatturato in biglietti di 3,311 miliardi di sterline sono stati devoluti a scopo sociale 864,1 milioni di sterline). Andrew Hatherington, chief-executive di Business to Arts, ha raccontato il modello irlandese. Dal 2008 al 2011 il 40% delle risorse pubbliche a sostegno della cultura è stato tagliato, nonostante l'Irlanda sia considerato uno dei paesi più attivi e consapevoli a livello filantropico. Di conseguenza il tema del fundraising e del rapporto con il privato è diventato nodale e ha richiesto l'attivazione di nuove strategie di coinvolgimento, attraendo con esenzioni fiscali anche il comune cittadino che devolva regolarmente 50 euro al mese. Hatherington ha comunque precisato che la creazione di partnership richiede tempo per un concreto ritorno, almeno due o tre anni.

Il mondo del no profit, da una prospettiva americana, è stato raccontato da Peter Gould dell'American University of Rome: il dato forse più significativo è quello delle donazioni individuali che corrispondono nel 2013 a 241,3 miliardi di dollari insieme a 26,8 miliardi di lasciti, in un contesto dove il privato è protagonista del sostegno al no-profit (mentre da parte delle fondazioni le donazioni sono ammontate a 50,3 milioni e dalle corporate a 16,9 milioni).
Nella tavola rotonda che ha visto l'intervento dei maggiori donatori e presidenti di fondazioni e aziende si è discusso dell'impatto: che tipo di risultato i filantropi si aspettano e come questi risultati si integrino con le priorità del pubblico? Carla Fendi, Fondazione Carla Fendi, richiamando le parole del Ministro Franceschini, ha commentato che: “gli Italiani camminano sulle pepite d'oro e non lo sanno”, sottolineando come il suolo pubblico sia più importante di quello privato. Rena De Sisto, della Bank of America Foundation, ha spiegato che: “l'investimento in arte è uno spazio in cui tutti vincono”, creando crescita economica e forza lavoro. Judith Wade (Grandi Giardini Italiani), ha fatto emergere l'importanza economica di meravigliosi giardini dispersi sul territorio nazionale e capaci di attrarre il turismo internazionale al di fuori delle principali città. Giovanna Melandri, presidente della Fondazione MAXXI, ha sostenuto come la maggior occupazione giornaliera del suo staff è focalizzata nella ricerca di fondi privati. Il MAXXI è, infatti, una fondazione di diritto privato: mentre all'epoca della sua nascita le risorse disponibili erano per il 72% di natura pubblica, ora invece per il 46% sono private. Giovanna Melandri ispirandosi al modello americano di fare fundraising, inedito ancora in Italia ha posto l'obiettivo di rendere la collezione del Museo gratuita a tutti: il MAXXI intitolerà al filantropo, al donatore, all'azienda che permetterà questo, la sala che la ospita.
Per saperne di più: L'American Academy in Rome (via Angelo Masina 5, Roma, tel.06 58461), fondata nel 1894, è tuttora il principale centro americano, al di fuori degli Usa, per gli studi indipendenti e per la ricerca avanzata. È un ente no-profit, finanziato privatamente. Il convegno rientra nel progetto “Accordi fra pubblico e privato a sostegno della cultura: incentivi ed impatto” nato all'interno del Protocollo d'Intesa firmato nel 2014 tra Roma Capitale e l'American Academy in Rome, nelle persone del Sindaco Ignazio Marino e del Presidente Mark Robbins, con l'obiettivo di organizzare simposi internazionali su temi riguardanti la Città, con la collaborazione di studiosi dell'Amercan Academy e della Sovraintendenza di Roma Capitale.

© Riproduzione riservata