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Stand curati e anticipazioni della Biennale a Miart 2015 -

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Mercato dell'arte

Stand curati e anticipazioni della Biennale a Miart 2015

  • –Silvia Anna Barrilà
Darren Almond, Fullmoon@Oregon Cove, 2009, c print, 127,5 cm x 127,5 cm con cornice, ed. di 5 (2AP) (courtesy Galleria Alfonso Artiaco, Napoli)
Darren Almond, Fullmoon@Oregon Cove, 2009, c print, 127,5 cm x 127,5 cm con cornice, ed. di 5 (2AP) (courtesy Galleria Alfonso Artiaco, Napoli)

La XX edizione della fiera per l'arte moderna e contemporanea Miart si è svolta con successo dal 10 al 12 aprile. È la terza edizione diretta dal curatore e cofondatore del centro non-profit per l'arte contemporanea Peep-Hole Vincenzo de Bellis, che nel suo mandato è riuscito ad elevare la qualità della fiera e a dare continuità e stabilità.

I visitatori sono stati 41.300 rispetto ai 40.000 della scorsa edizione. Hanno partecipato 154 gallerie di cui 72 dall'estero con una prevalenza di Stati Uniti (25) e Regno Unito (23). Gli espositori si sono detti soddisfatti non solo per la qualità della fiera, ma anche per le vendite numerose e la presenza di collezionisti da tutta Italia.

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Per molte gallerie Miart ha rappresentato un'occasione per presentare uno stand monografico, come hanno fatto Galleria Continua con Antony Gormley e Alfonso Artiaco con Darren Almond. “Partecipiamo a varie fiere con presentazioni collettive, quindi abbiamo deciso di riservare delle personali per la fiera di Milano” ha spiegato Alfonso Artiaco. “L'anno scorso abbiamo portato Liam Gillick. Quest'anno abbiamo opere di Darren Almond tutte giocate sulla combinazione del sole e della luna”. Da un lato, infatti, c'erano le fotografie della serie “Fullmoon”, paesaggi notturni fotografati al chiaro di luna con l'otturatore aperto per 15 minuti da cui risulta una luce del tutto particolare, e dall'altro c'era una scultura con eliche che ruotano se esposte alla luce solare (prezzi da 23mila a 93mila €). Anche Massimo De Carlo ha presentato uno stand monografico tutto dedicato a opere di varie fasi e mezzi espressivi di Gianfranco Baruchello di cui da novembre 2014 ha l'esclusiva internazionale. “Abbiamo ritenuto che Miart fosse il luogo adatto per mostrare un artista italiano importante a livello internazionale che sta attraendo grandi attenzioni soprattutto dopo le mostre istituzionali alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma e più recentemente alla Triennale di Milano” ha detto Flavio Del Monte, International Relations Manager della galleria, “e che in questo modo il nostro contributo alla fiera sarebbe stato più significativo. Inoltre stiamo preparando una grande mostra dell'artista per il nostro spazio di Londra per il prossimo autunno”. In mostra nello stand c'erano opere video dal 1963 al 1970, opere su alluminio degli anni ‘80-90, un'importante tela degli anni ‘90, un plexiglas degli anni 60 (prezzi dai 25mila ai 120mila €). Una parte dello stand era dedicata a una serie di piccoli disegni realizzati dal 1972 al 1991 in cui l'artista ogni mattina ha registrato visivamente quello che ha sognato durante la notte.

Altre gallerie hanno puntato su quegli artisti che tra meno di un mese vedremo esposti alla Biennale di Venezia. Per esempio allo stand di Lia Rumma c'erano fotografie di Tobias Zielony, uno dei quattro artisti scelti per il padiglione tedesco (prezzi tra 9mila e 20mila €), e poi Marzia Migliora, Vanessa Beecroft e Luca Monterastelli, che saranno nel padiglione italiano. In generale si è cercato di dare risalto ai giovani nello stand. Per esempio c'erano le opere di Michele Guido, Gian Maria Tosatti, a cui è stato assegnato il premio-acquisto da 10mila € Rotary Club Milano Brera per l'opera “Editto” del 2014, e Domenico Antonio Mancini con un olio su tela intitolato “Landscape” che rappresentava sì un paesaggio ma sotto forma di link a Google Maps. Chi andava a controllare l'url, trovava l'angolo di Via De Amicis dove il fotografo Paolo Pedrizzetti ha scattato l'iconica fotografia degli anni ‘70 di un ragazzo incappucciato con pistola puntata contro il carabiniere Antonio Custra (prezzi tra 3mila e 10mila €).

Anche Massimo Minini ha presentato un artista che vedremo alla Biennale di Venezia all'interno della mostra di Okwui Enwezor “All the World's Futures”: David Maljkovic. Sua è stata la prima opera venduta in fiera e a settembre ci sarà una mostra in galleria a Brescia. Largo spazio all'interno dello stand è stato dato all'israeliano Ariel Schlesinger. Un suo tappeto bruciato con i tizzoni già esposto alla mostra di Scotini a Bologna “Too early, too late. Middle East and Modernity” (45mila €+Iva) è stato messo in un dialogo ironico con opere anch'esse contenenti tappeti di Alberto Garutti e Hans Peter Feldmann. Inoltre c'erano fotografie della serie “The Kid”, immagini di finestre rotte incorniciate con gli stessi vetri delle finestre rappresentate (7mila-8mila €) e prime pagine di giornali bruciate con la stessa tecnica dei tappeti (5mila-7mila €).

Buono anche il bilancio di Francesca Minini che ha venduto velocemente un lavoro di Flavio Favelli con carte di cioccolatini e cornice ottocentesca per 40mila €. Inoltre hanno riscosso successo le opere del danese Simon Dybbroe Møller (circa 5mila €), di cui inaugura una mostra in galleria il 3 maggio; le nuove fotografie del turco Ali Kazma dedicate al libro in tutte le sue forme e alla sua produzione; un nuovo ciclo di dipinti di Paolo Chiasera; e le sculture “Kilimangiaro” di Alice Ronchi (circa 3mila €).

All'interno della sezione THENnow, invece, sono state presentate su invito 18 gallerie nelle quali sono stati messi a confronto un artista storico e uno appartenente a una generazione più recente. Per esempio Monica De Cardenas e Johann König di Berlino hanno organizzato un dialogo tra opere su carta delle artiste Marisa Merz e Jorinde Voigt (price range rispettivamente 50.000-120.000 € e 9.500-58.000 €), mentre le gallerie newyorkesi Bridget Donahue e Gavin Brown's Enterprise hanno presentato un dialogo tra l'artista e filmmaker americana Lynn Hershman Leeson, che già negli anni ‘60 ha trattato temi attualissimi oggi relativi alla sorveglianza, e Oliver Payne, che mescola forme di conoscenza e intrattenimento della cultura digitale con la cultura più classica attraverso il collage. Le sue opere sono state vendute a collezionisti italiani (circa 4.500 €), mentre quelle di Lynn Hershman Leeson sono andate a collezionisti inglesi (15mila-20mila €).

Gavin Brown ha appena aperto una sede a Roma all'interno di una chiesa sconsacrata a Trastevere inaugurata il lunedì di Pasqua con un pranzo-performance dell'artista Rirkrit Tiravanija. “Gavin Brown si era innamorato di questo posto in occasione di una mostra organizzata con Franco Noero e The Modern Institute a Roma dieci anni fa” spiega Giulia Ruberti della galleria. “Non è un progetto pensato con l'idea di fare business, anche se in Italia ci sono grandi collezionisti, ma è un progetto pensato per questo spazio e perché gli artisti amano Roma. È destinato ad essere un progetto a lungo termine”.

Altre due gallerie internazionali ammirate per il loro stand sono state le londinesi Richard Saltoun e Seventeen, premiate con il nuovo Premio Henro. Promosso dall'omonima azienda di abbigliamento, il premio, che include un riconoscimento monetario di 10mila €, era destinato allo stand con il miglior progetto espositivo, pensato, allestito e curato in tutti i dettagli come una mostra. “Moda e arte parlano linguaggi comuni, e comune è anche la loro ricerca di mezzi di comunicazione innovativi” ha affermato il ceo dell'azienda Claudio Marenzi.

E ancora, un'altra galleria internazionale premiata è stata Mathew, con sede a New York e Berlino, che ha ricevuto il premio Emergent, supportato dallo Studio Legale LCA. “Lo stand monografico della galleria Mathew, dedicato agli artisti Amy Lien e Enzo Camacho, propone un'installazione immersiva dalla forte componente partecipativa” ha spiegato la giuria. “Con questo allestimento la galleria innesca una comunicazione a più livelli tra artigianato, ceramica sperimentale, tecnologie d'avanguardia e la tradizione della storia dell'arte”. Le opere premiate dei due artisti americani sono nate da una residenza all'interno del nuovo progetto di residenze milanese Gluck50. Ispirati dalle avanguardie italiane dei primi del novecento e dal futurismo, gli artisti hanno realizzato due sculture ad Albisola che comunicano tra di loro (circa 25mila €) e una serie di scroll (tutti venduti a 4.500 € l'uno) che si rifanno all'artista italiano Pinot Gallizio, che usava vendere i suoi dipinti al metro. Il tema dell'installazione era quello molto attuale della collezione e perdita di dati.

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