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Arte e Finanza

Gestione 2014 positiva per Artprice, pesante perdita per artnet per oneri straordinari

  • –Maria Adelaide Marchesoni

Artnet e Artprice, entrambe attive nel business dell'informazione dedicata al segmento arte, hanno recentemente pubblicato i risultati della gestione 2014. Positivi e in miglioramento i risultati di Artprice quelli di artnet hanno risentito di uno stanziamento straordinario a copertura di rischi con un riflesso negativo sul risultato finale e sul patrimonio netto.
Artprice, l'info provider francese ha registrato un utile netto consolidato pari a 263mila euro rispetto alla perdita di 103mila euro dell'anno precedente. Positivo anche il risultato operativo che si è attestato a 195mila euro rispetto alla perdita di 1,3 milioni del 2013 a fronte di un giro d'affari pari a 5,69 milioni di euro, sostanzialmente in linea con l'esercizio precedente. La stabilità del fatturato è un segnale positivo in quanto conferma la scommessa industriale della società di immettere nella rete 720 milioni di dati alfanumerici gratuiti attraverso l'accordo con Google Inc. e il raggiungimento dei dati gratuiti fino all'85% che continuerà nel corso del 2015, in particolare con le banche dati dei nuovi indici. Gli accordi commerciali sono stati attivati con Bing (gruppo Microsoft), che detiene il 18,4% della quota di mercato degli Stati Uniti e Baidu (Cina). In borsa, agli attuali prezzi di mercato, presenta una quotazione pari a 14,58 euro e negli ultimi 12 mesi ha evidenziato una performance negativa del 19% circa con un range di prezzo che oscilla tra un minimo di 11 euro e un massimo di 19,09.
Per l'info provider tedesco, artnet, l'esercizio 2014 ha registrato a livello operativo risultati in crescita anche se al di sotto delle attese. In aumento del 7,2% a 13,9 milioni di euro (18,5 milioni di $) i ricavi, tuttavia non sono state confermate le indicazioni della guidance che prevedeva di raggiungere un giro d'affari di 14 o 15 milioni di euro. I segmenti price database e artnet Auction hanno evidenziato uno sviluppo positivo rispettivamente del 10% a 5,6 milioni di euro e del 13% a 2,37 milioni di euro.
Il segmento artnet Auction per effetto del nuovo modello commissionale introdotto l'anno passato ha evidenziato una riduzione del numero delle transazioni, in linea con le attese del management. Il prezzo medio dei lotti venduti è aumentato a 9.578 dollari da 6.954 dollari nel corso dell'anno. In lieve calo il fatturato del segmento Gallery Network. La gestione ha, tuttavia, risentito della sentenza della Corte d'appello di Parigi che ha richiesto ad artnet AG, artnet France sarl e Artnet Worldwide Corporation il pagamento di circa 0,8 milioni di euro in seguito alla sentenza che si è espressa a favore di un fotografo che aveva citato in giudizio artnet per violazione del copyright.
L'inaspettata sentenza - in quanto la Corte si era espressa in modo diverso in prima istanza - ha pesato fortemente non solo sull'andamento delle quotazioni del titolo artnet, ma anche sui conti economici e patrimoniali. Lo stanziamento straordinario per un importo di circa 1 milioni di euro, che include costi procedurali, ha portato il risultato d'esercizio consolidato in rosso per 3 milioni di euro. Un altro effetto negativo sul risultato va attribuito alla svalutazione totale applicata a un'attività immateriale per un importo di 0,5 milioni di euro relativa ad artnet Analytics. La pesante perdita ha portato in negativo il patrimonio netto con la conseguente richiesta di ricapitalizzazione.
Gli analisti di Skate's hanno sottolineato ancora una volta la continua distruzione di valore per gli azionisti attuata in questi ultimi anni dal socio fondatore e nel ripercorrere la storia della società hanno ricordato che il 17 maggio del 1999 la società artnet.com con un collocamento di 41,3 milioni di euro era approdata al Neuer Markt (nel bel mezzo del boom di internet) con una quotazione pari a 48 euro per azione. Nel 2012 la società lussemburghese Redline1 aveva lanciato un'offerta a 6,4 euro per azione (in borsa il titolo quotava circa 4,5 euro per azione), rifiutata dal socio fondatore in seguito all'istituzione della cosiddetta poison pill. Oggi le azioni hanno raggiunto una livello al di sotto di 2 euro per azione, e l'intera società presenta un valore pari a circa 11 milioni di euro.

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