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Mercato dell'arte

Aste italiane, in aprile più forte la presenza internazionale

  • –di Stefano Cosenz
Bracciale orologio Bulgari
Bracciale orologio Bulgari

Nel mercato nazionale delle aste, si rileva il perdurare di incertezza di alcune case nel fornire i risultati generali delle loro vendite. Dai risultati pervenuti si evidenzia il successo della nostra arte del dopoguerra da parte dei collezionisti che vanno a caccia degli artisti ancora non rivalutati dal mercato internazionale, ma anche dei grandi maestri del primo Novecento. Si conferma il trend favorevole degli arredi antichi, ma solo per le opere di grande qualità artistica e di firme prestigiose e delle collezioni di unico proprietario custodite per decenni in antiche ville. Crescono le vendite di gioielli di qualità, antichi e moderni, in particolari i “solitari” e le perle naturali.
Tra le vendite più importanti del periodo va segnalata quella di Pandolfinidi Firenze tra il 21 e il 22 aprile, durante le quali sono stati battuti 450 lotti divisi tra dipinti antichi, pittura dell'Ottocento e arredi antichi, con un risultato totale superiore a 2,7 milioni di euro. Tra i dipinti antichi (65% dei lotti venduti e 117% del venduto per valore sulle stime minime), un olio su tavola attribuito al fiammingo Willem van Herp, epoca Seicento, La fucina di Vulcano, 69,5 x 89 cm, ha raggiunto i 26.500 euro contro una stima di 8-12mila. Buon successo per i dipinti dell'Ottocento (71% dei lotti venduti e 110% del venduto sul valore sulle stime minime), in particolare per un olio su tela di Giuseppe De Nittis, Conversazione in giardino, 51 x 31,5 cm, eseguito in Italia tra il 1868 e il 1871, quando il maestro pugliese era provvisoriamente rientrato in Italia da Parigi durante la guerra franco-prussiana: stimato 45-65mila euro, ne ha realizzati 85mila. Eccellenza e grandi maestri sono le linee guida che hanno caratterizzato in modo trasversale la vendita di arredi antichi (69% dei lotti venduti e 97% per valore sulle stime minime): un bureau plat in palissandro e bois de violette realizzato da Pierre Migeon IV tra il 1745 e il 1749, come testimoniano le punzonature sui bronzi, è stato aggiudicato a 70mila euro.
Importante risultato anche per Cambi di Genova che nella loro seconda sede, a Milano, il 28 aprile hanno tenuto tre aste con un fatturato finale di 3.380.000 euro di venduto: 2.018.000 euro di magnifici gioielli (41% dei lotti venduti su 453 proposti, 85% del venduto sul valore), 226mila euro di argenti (47% dei lotti venduti su 199 proposti, 142% del venduto sul valore), 1.136.000 euro di arte moderna e contemporanea (54% dei lotti venduti su 194 proposti, 65% del venduto sul valore). Nella vendita di argenti di varie epoche e manifatture, spiccava la collezione dell'orafo e argentiere Salvatore Fornari e un'importante collezione italiana di argenti europei di oltre 70 pezzi di manifatture inglesi, francesi, danesi e russe dal XVII al XIX secolo. Tra i top lot, una legatura in argento della metà del Settecento venduta per 18.600 euro contro una stima di 8.000. Il responsabile del dipartimento, Carlo Peruzzo, ha confermato che questo settore si mantiene stabile e che i pezzi non ancora apparsi sul mercato riescono sempre ad ottenere buoni risultati. Nella sessione di arte moderna e contemporanea il miglior risultato l'ha ottenuto un acrilico su tela del 1962 di Hans Hartung che ha raggiunto i 173.600 euro partendo da una stima di 80mila. Significativa l'opera in bronzo di Arnaldo Pomodoro del 1961-62, Grande Tavola dei segni, venduta per 155mila euro contro una stima di 70-90mila. La curatrice del dipartimento, Michela Scotti, ha dichiarato la sua soddisfazione vedendo crescere i risultati ottenuti rispetto soprattutto agli anni precedenti in un settore assai competitivo, dove le case straniere fanno la parte del leone. Il settore dei gioielli ha segnato il record assoluto per il dipartimento, con una forte crescita negli ultimi due anni. Il catalogo spaziava dagli orologi da polso di marca quali Patek Philippe (un cronografo con cassa in oro del 2006 ha raggiunto i 96mila euro), Rolex ad alcuni orologi da tasca firmati Vacheron e Piguet, per proseguire nell'area dei gioielli che ha visto il suo top lot in una coppia di perle naturali a goccia di acqua salata con diamanti di vecchio taglio e montatura in argento che da una stima di 50-60mila euro è volata a 272.800. I risultati migliori li hanno spuntati i “solitaire (diamanti)” come un solitaire da 17 carati circa con incisione Bulgari che da una stima di 90-100mila euro si è fermata a 236mila. Grande interesse anche per i gioielli vintage (un lotto composto da quattro pendenti con rubini Burma e diamanti con montatura in oro e argenti del XIX secolo, stimati 18-20mila euro, ha raggiunto i 45mila euro). Il responsabile del dipartimento, Titti Curzio, evidenzia come l'asta abbia raddoppiato il venduto, rispetto all'ultima di novembre scorso, grazie alla qualità e alla ricercatezza degli oggetti proposti.
L'arte moderna e contemporanea occupa il maggiore spazio anche in aprile. A Brescia il 14 e 15 aprile la vendita presso Capitolium Casa d'aste seguita anche in streaming e on line attraverso il sito della Casa, ha totalizzato 533mila euro con il 75% dei lotti venduti e l'83% per prezzi di affidamento, ovvero del venduto sulla base del totale delle riserve (prezzi minimi accordati con il committente). L'opera di copertina, Superficie 681 di Giuseppe Capogrossi, tempera su carta intelata 50 x 110 cm, stimata 40-60mila euro è stata aggiudicata per 61mila, mentre un'opera di Turi Simeti, Cinque Ovali, acrilico su tela estroflessa, 120 x 120 cm, stimata 40-60mila euro è stata aggiudicata a 42.700. Come ha dichiarato Giorgio Rusconi: “i risultati denotano sia un ulteriore consolidamento della posizione della Casa d'aste nel panorama italiano sia una generale vivacità del mercato dell'arte moderna e contemporanea, anche se non si può parlare dei livelli raggiunti pre-crisi, ovvero prima del 2008. Continuano a vedere incrementi gli artisti storicizzati degli anni '60 e '70, l'arte cinetica e gli optical. Ancora sottostimati, invece gli artisti del figurativo italiano degli stessi anni come Fiume, Cascella, Lilloni che comunque possono contare su una buona base di collezionisti”.
Il 21 aprile a Genova Boetto Aste ha fatturato nel settore 1,7 milioni di euro, col 60% dei lotti venduti e il 70% del venduto sul valore. Come ha dichiarato Marco Canepa, responsabile del settore, “rileviamo rispetto alle aste precedenti un trend in crescita, soprattutto dovuto all'internazionalizzazione della domanda. Infatti gli acquisti più significativi sono stati effettuati dai clienti stranieri, galleristi, fondazioni e privati. Nel complesso posso affermare che il mercato è in netta ripresa, anche se la domanda degli acquirenti italiani si orienta su lotti di fascia medio bassa (fino a 50mila euro), lasciando alla domanda internazionale i lotti di valore più consistente (tra 50 e 150mila)”. Tra i lotti più significativi, un olio su tela di Piero Dorazio del 1982, Smagliante, 200 x 140 cm, è stato aggiudicato per 104.550 euro, mentre un monumentale olio di Nicola De Maria del 1991, Mare, 325 x 700 cm, ha realizzato 141.450 euro.
Il 23 aprile è stata la volta della Galleria Pace di Milano con un fatturato totale di 395.383,50 euro, circa il 70% dei lotti venduti e circa il 75% del venduto sul valore. Un olio su cartone telato di Mario Tozzi del 1922, Contadino in Borgogna, 37,8 x 45,8 cm, pubblicato sul Catalogo Ragionato Generale dei suoi dipinti, a cura di Marilena Pasquali, stimato 10-15mila euro è stato aggiudicato a 11.865, mentre una tempera su carta intelata di Giacomo Manzù del 1959, Donna in braccio a uomo, 79 x 57 cm, stimata 18-27mila euro, è stata aggiudicata 20.910.
Un ottimo risultato nel settore è stato raggiunto a Roma da Minerva Auctions il 28 aprile con un fatturato di un milione di euro e l'80% di venduto sul valore: primo sul podio Wetfarbe I, olio su tela del 1960 di Piero Dorazio, 100 x 81 cm, che da una stima di 80-120mila euro ha realizzato 178.100. Grande successo per Maria Lai, artista storica ma giovane per il mercato delle aste, che ha ottenuto risultati imprevedibili per gli otto lotti presentati (stima complessiva 4.600-6.600 euro, realizzo totale 44.750). Interessante il risultato di un olio e tecnica mista su tela di Salvatore Scarpitta del 1957, Impeto grigio, 73 x 92 cm, che ha realizzato 26.250 euro contro una stima di 10-15mila.
Il settore degli arredi e dei dipinti antichi ha visto nel periodo tre aste significative. La prima (comprensiva anche di oggetti d'arte e strumenti musicali) è quella de Il Ponte di Milano tenutasi il 31 marzo e il 1° aprile con un fatturato di 1.105.174 euro e il 64,4% dei lotti venduti. Il dipartimento si ritiene soddisfatto e conferma la ripresa d'interesse verso gli oggetti da collezione in particolare le sculture, i quadri e gli oggetti d'antiquariato di vario tipo, mentre l'interesse verso i mobili stenta a ripartire e si concentra essenzialmente sui pezzi di altissimo livello qualitativo. Un olio su tela del XVIII secolo di Johan Richter, Veduta del Canal Grande con la Chiesa della Salute e Ponte della Dogana, 99,5 x 143 cm, è stato venduto per 78.750 euro, contro una stima di 30mila. Il 22 e 23 aprile è stata la volta di Maison Bibelot www.maisonbibelot.com di Firenze con la vendita degli arredi di Villa Giulia, elegante costruzione di fine XIX secolo alle pendici di Fiesole, compresi i dipinti contemporanei e non (80% di lotti venduti), e di una collezione di orologi da polso (60%) e di gioielli d'epoca e contemporanei (50%) con un fatturato totale 460mila euro. Top lot dell'asta, una grande vetrina firmata dal celebre ebanista francese della Belle Epoque, François Linke, impiallacciata e intarsiata in legno di rosa con applicazioni in bronzo dorato, valutata 5mila euro e aggiudicata a 27.500. Una scultura in bronzo a dimensione naturale della Venere accovacciata dell'inizio del XX secolo su un piedistallo in marmo verde di Prato, valutata 3mila euro, ne ha realizzati 9mila. Un Rolex Daytona Cosmograph in oro del 1984 è stato venduto per 13.700 euro.
L'asta di Bolaffi di Torino del 23 aprile ha realizzato 740mila euro. Come ha dichiarato Gianfranco Fina, esperto delle Aste Bolaffi di arredi, dipinti e oggetti d'arte: “non abbiamo avuto grosse sorprese nei realizzi, si è trattato di un'asta molto calibrata con oggetti di provenienza diretta da case private, quindi non conosciuti dal mercato italiano. La scelta ci ha dato ragione perché abbiamo venduto oltre il 70 % dei lotti in asta con un ricarico medio di circa il 100%. In particolare gli oltre 200 lotti provenienti da villa l'Abate, sulla collina torinese, sono stati praticamente tutti venduti. Abbiamo usato l'accortezza di indicare la provenienza degli oggetti, riportando con precisione il nome dell'antiquario o della casa d'asta che li aveva venduti precedentemente, e queste notizie sono state evidentemente molto gradite dagli acquirenti. Circa il 10% dei lotti è stato venduto all'estero e il resto è stato equamente spartito tra antiquari e privati, a significare una timida ma chiara tendenza al ritorno di interesse verso l'arredo antico”. Una piccola consolle a mezzaluna in rovere, Parigi fine del XVIII secolo, con base 800 euro, ne ha realizzati 11.900, mentre un olio su tela di Giovanni Carnovali, il Piccio, del 1846, Autoritratto, con base 8mila euro, ne ha realizzati 17.500.
Dipinti e sculture del XIX e XX secolo è stato l'oggetto di una vendita de Il Ponte di Milano del 21 aprile con un fatturato di 833.287 euro e il 68% dei lotti venduti. A parere degli esperti, l'asta è stata decisamente soddisfacente sia per l'affluenza di pubblico che per i risultati raggiunti. Alcuni top lot hanno ottenuto risultati superiori alle aspettative come nel caso dell'olio su tela di Attilio Pusterla, Le Cucine Economiche italiane, 69,5 x 105,8 cm, un autentico capolavoro della pittura italiana di marcata componente sociale, che da una valutazione di 20mila euro è volato a 200mila! Si conferma dunque che, nonostante il periodo di crisi, il mercato italiano continua ad apprezzare i dipinti “nostrani” del secolo XIX e XX.
Aste dedicate totalmente ai gioielli sono state due. La prima, tenutasi l'11, 12, 18 e 19 aprile presso Meeting Art di Vercelli, ha fatturato 785.724 euro con il 59,45% dei lotti venduti: un anello in oro bianco 18kt centrato da rubino taglio ovale di 5,90 carati con ai lati due diamanti taglio brillante per un totale di 1,70 carati, colore J/K e purezza VVS, è stato venduto a 18.450 euro contro una base di 15mila. La seconda, tenutasi il 21 aprile presso International Art Sale www.internationalartsale.it di Milano, ha goduto un ragguardevole successo con un fatturato di circa 1,7 milioni di euro, l'80% dei lotti venduti e il 120% del venduto sul valore: tra i top lot, un bracciale – orologio Bulgari aggiudicato a 168mila euro.
L'asta Vaccari di filatelia tenutasi il 18 aprile a Vignola (Modena) comprendeva non solo francobolli, ma anche la Biblioteca Dannunziana “Vito Salierno”: fatturato oltre 371mila euro con il 66% dei lotti venduti (francobolli) e il 50% dei lotti venduti (letteratura). L'incremento percentuale medio sul prezzo base per i lotti di filatelia è stato del 28% e per la letteratura del 20%. Come è ben noto, le aste Vaccari non applicano commissioni agli acquirenti. Della Repubblica Sociale italiana, un'assicurata da Firenze a Ranica del 17 marzo 1944 con il raro esemplare da 50 lire Imperiale con sovrastampa fascio di colore lilla, con una base di 2.800 euro ne ha realizzati 4.250. Della popolare tematica spaziale un foglio completo di 32 esemplari del francobollo statunitense del 1969, commemorativo del primo sbarco sulla Luna, con ben 5 esemplari che presentano la celebre varietà “Astronauta ignoto” (assenza della bandiera americana sulla tuta dell'astronauta) ha realizzato 6mila euro contro una base di 2.500.
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