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Mercato dell'arte

Londra, ad Art15 panoramica sull'arte globale: prossima scommessa il Messico

  • –di Silvia Anna Barrilà

Si è tenuta a Londra la terza edizione di Art15London, la fiera dedicata all'arte globale sponsorizzata da Citi Private Bank che pone l'accento sull'arte dei paesi extraeuropei (21-23 maggio). “Miriamo a dare una panoramica di quello che succede nel mondo in questo momento dal punto di vista artistico” spiega la nuova direttrice della fiera Kate Bryan, insediata quest'anno ma già fedele sostenitrice della fiera nei due anni scorsi come espositrice. “I collezionisti sono curiosi e cercano cose nuove”.

I visitatori sono stati 23.532, alla fiera hanno partecipato 150 gallerie da 40 paesi con un'offerta molto varia e ricca di contaminazioni internazionali. Per esempio la tedesca Arndt, con sede a Berlino e Singapore, ha presentato e venduto i dipinti di denuncia sociale del filippino Rodel Tapaya (1980) per prezzi tra 5.000 dollari per le opere su carta di medie dimensioni e 60.000 dollari per un dipinto di grandi dimensioni; Pearl Lam Galleries di Hong Kong, Shanghai e Singapore ha portato un grande dipinto dell'australiano Ben Quilty, che ha avuto grande successo ed è stato venduto nella prima mezz'ora dell'inaugurazione, e altri artisti cinesi; il libanese Mark Hachem, con gallerie a Beirut, Parigi e New York, ha presentato opere di artisti mediorientali tra cui lo scultore Alfred Basbous, che ha lavorato con Henry Moore e proprio ora viene riscoperto dal mercato e dai collezionisti. La giapponese Tezukayama Gallery ha venduto durante l'anteprima tre dipinti da 150.000, 165.000 e 185.000 sterline della giapponese Atsuko Tanaka, rappresentante del movimento Gutai, alla collezionista cinese Wang Wei, moglie del famoso collezionista Li Yiqian e con lui fondatrice del Long Museum di Shanghai, per una mostra sull'arte delle donne in programma per l'anno prossimo.

In un'offerta tanto vasta la qualità delle opere talvolta si presentava altalenante. Nonostante ciò i collezionisti hanno risposto molto bene all'offerta e le vendite sono iniziate subito: “Già solo nelle prime due ore dell'anteprima riservata ai collezionisti sono state concluse vendite per 400.000 sterline” riferisce la direttrice Kate Bryan. “Le vendite sono avvenute velocemente e a diversi livelli di prezzo. La più cara conclusa durante la preview ha raggiunto le 500.000 sterline”. I prezzi in generale andavano da 2.000 sterline a più di un milione, ma c'erano anche edizioni a 500 sterline.

“Grazie alla mia esperienza come espositore in questa fiera conosco bene il tipo di collezionisti presenti” racconta Kate Bryan. “La prima volta che ho partecipato, infatti, ho portato un'opera luminosa di Chris Levine, una scelta rischiosa. Invece l'ho venduta il primo giorno a 40.000 sterline. Mi sono resa conto che c'erano collezionisti sofisticati e nuovi rispetto a quelli che conoscevo. Pur essendo una galleria di Londra in una fiera di Londra, il 90% delle mie vendite in entrambe le prime due edizioni sono andate a clienti nuovi”.

Rispetto all'anno scorso Kate Bryan ha ridotto il numero delle gallerie di circa 40-45 unità in modo da avere una fiera più semplice da navigare e non sopraffare i collezionisti. Ha cambiato l'assetto dell'evento ampliandolo su due piani per creare più spazio. Tuttavia alcuni galleristi in fondo al percorso della fiera si sono lamentati del fatto che i collezionisti non arrivassero a loro o arrivassero stanchi.

Le gallerie sono state selezionate da una commissione composta non da galleristi ma da esperti e curatori come Tim Marlow, conoscitore del mercato grazie a 10 anni di esperienza presso White Cube; Sunhee Kim curatrice che ha lavorato in Giappone, Cina e Corea e quindi con un'ottima conoscenza della scena asiatica; Christopher Phillips, specialista di fotografia, e Dorothée Brill, curatrice che conosce le gallerie europee . Ai galleristi è stato chiesto di avere un approccio più curatoriale e preferire le presentazioni monografiche, che infatti sono state il 30% del totale. Kate Bryan ha promosso, inoltre, una mostra dedicata al tema della libertà d'espressione in risposta alla tragedia di Charlie Hebdo con artisti da 11 paesi. Tra le sezioni ce n'era una dedicata alle gallerie con meno di sette anni e una per le gallerie che esponevano a Londra per la prima volta. Sparse per la fiera, inoltre, c'erano installazioni di grandi dimensioni tra cui una della sudafricana Jenna Burchell (1985) composta da fili che, toccati, sprigionavano suoni registrati per le strade di Londra e del Sudafrica; una del giapponese Hidemi Nishida (1986) realizzata con materiali da costruzione trovate in fiera; e una del giapponese Tomohiro Kato (1981) che, come risposta alla tragedia di Fukushima, ha recuperato le tradizioni culturali giapponesi creando una scultura in acciaio che riproduceva un ambiente tipico giapponese all'interno del quale si svolgeva la cerimonia del tè (venduta per 59.000 sterline).

Ma in questo potpourri di culture, in che direzione va il mercato dell'arte globale?
“Abbiamo già osservato in passato, per esempio nel caso della Cina e dell'India, che quando un paese cresce di importanza a livello economico, sociale e politico, anche il mercato dell'arte cresce” spiega la direttrice della fiera Kate Bryan. “Ora lo vediamo in Messico: questa settimana ho trascorso molto tempo con il nostro sponsor Citi Private Bank e mi sono ritrovata a parlare con banchieri messicani: il paese cresce dal punto di vista economico e finanziario e crescerà dal punto di vista del mercato dell'arte. Per ora non abbiamo gallerie messicane, solo due dal Brasile e una dall'Argentina, ma vogliamo espanderci in quella direzione”.

Tra le otto italiane presenti, invece, c'era Paci Contemporary www.pacicontemporary.com di Brescia, specializzato in fotografia, tornato per la seconda volta perché l'anno scorso qui ha incontrato ottimi collezionisti e ha piazzato opere in collezioni molto grosse. La romana Anna Marra ha venduto il primo giorno diverse fotografie di Davide Bramante tra i 7-9.000 euro. Inoltre aveva in stand i disegni dell'americano Michael Ryan (8-10.000 euro), opere di critica sociale di Perino & Vele (10-15.000 euro) e sculture luminose di Fabrizio Corneli (13-17.000 euro). Altri artisti italiani ma storicizzati come Fontana, Dadamaino, Scheggi e Boetti erano esposti da Cortesi di Lugano. “Abbiamo scelto di partecipare nonostante il nostro profilo sia un po' diverso da quello della fiera perché abbiamo appena aperto una sede a Londra” spiega Andrea Cortesi. I prezzi in stand andavano da 75.000 a 550.000 sterline per le opere storicizzate e da 10.000 a 110.000 per quelle contemporanee.

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