ArtEconomy24

Art Basel 2015. Resoconto di una settimana di arte e mercato da far girar…

  • Abbonati
  • Accedi
Mercato dell'arte

Art Basel 2015. Resoconto di una settimana di arte e mercato da far girar la testa

  • –di Silvia Anna Barrilà
Art Basel 2015, Galerie Klüser © Art Basel
Art Basel 2015, Galerie Klüser © Art Basel

Si è conclusa a Basilea un'altra edizione di successo di Art Basel,la fiera dell'arte moderna e contemporanea più importante del calendario, che quest'anno ha accolto 284 gallerie da 33 paesi, più di 80 gruppi e rappresentati di musei, e 98.000 visitatori attratti dalle opere di 4.000 artisti (18-21 giugno). Il quadro attuale del mercato dell'arte che ne esce fuori fa girar la testa, proprio come l'installazione-performance di Julius von Bismarck, un giovane artista tedesco ex-allievo di Olafur Eliasson, che per tutta la durata della fiera si è messo al centro di una struttura concava che girava vorticosamente su sé stessa, sostituendo la forza centrifuga a quella di gravità e sperimentandone gli effetti sul suo corpo seduto ad un tavolo, nell'atto di mangiare, o di dormire in un letto.
È stata questa installazione ad accogliere lunedì pomeriggio collezionisti e vip ad Art Unlimited, la sezione riservata alle installazioni di grandi dimensioni che ogni anno apre una settimana ricca di eventi artistici, non solo in fiera ma anche nel ricco paesaggio museale della città svizzera, e di transazioni spesso milionarie.

Artgallery »

Le vendite sono avvenute velocemente già nei giorni di anteprima. Il primo giorno Cheim & Read (New York) ha venduto un olio su tela dell'espressionista astratta Joan Mitchell per 6 milioni di dollari e Skarstedt Gallery (New York e Londra) una di Keith Haring del 1984 per circa 5 milioni. Il giorno dopo la stessa Skarstedt ha piazzato, sempre per circa 5 milioni di dollari, la grande scultura di Thomas Schütte che dominava il suo stand. Vendite milionarie il primo giorno anche per David Zwirner (New York e Londra), che ha venduto un grande dipinto di Marlene Dumas rappresentante la figlia dell'artista per 3,5 milioni di dollari approfittando anche della personale dell'artista sudafricana alla Fondation Beyeler (fino al 6 settembre). Per la stessa cifra ha ceduto un Sigmar Polke del 1974.
La potente galleria svizzera Hauser & Wirth (Zurigo, Londra, Somerset, New York e Los Angeles) ha, invece, annunciato martedì che d'ora in poi sarà la rappresentante esclusiva del lascito di Fausto Melotti, una mossa che sicuramente farà crescere il mercato dello scultore italiano a livello internazionale com'è già successo dopo che la stessa galleria ha preso in consegna il lascito di Fabio Mauri. Il giorno successivo ha subito venduto la sua scultura “Il cinema”. Inoltre ha venduto diverse sculture di Louise Bourgeois per prezzi superiori a 2 milioni di dollari, la scultura “White Snow, Bambi” di Paul McCarthy per 2,8 milioni di dollari e la scultura-cratere in vetro di Roni Horn 1,25 milioni di dollari.

Accanto a queste gallerie, al pianoterra della fiera, c'erano le gallerie di arte moderna, che da quest'anno sono state raggruppate lungo il corridoio di destra ma senza creare una separazione netta. Secondo quanto riportato da Jane Kallir della storica Galerie St. Etienne (New York), specializzata nei moderni austriaci, ai collezionisti questo nuovo assetto è piaciuto, ma ha reso più prevedibile la fiera e ha tolto un po' l'effetto sorpresa. In stand aveva una parete di opere su carta di Egon Schiele, opere di Kokoschka, di Paula Modersohn-Becker e degli artisti della repubblica di Weimar. «Schiele è la star del mercato, i suoi prezzi sono dieci volte quelli di Kokoschka. Abbiamo avuto una sua opera su carta in stand da 1,7 milioni di dollari e un'altra di Kokoschka, addirittura più grande, da 140mila dollari. Questo perché la produzione tarda di Kokoschka, quella del dopoguerra, tende ad abbassare i prezzi di tutta la sua opera». E come sono andate le vendite? «Le vendite sono state costanti ma possiamo giudicare com'è andata la fiera solo alla fine e a volte anche due mesi dopo, perché i collezionisti hanno bisogno di tempo. In questo segmento del collezionismo non c'è la competitività del contemporaneo».

Nonostante ciò era possibile fare anche qui delle scoperte, come dalla galleria Richard L. Feigen & Co. (New York) che ha posto un accento particolare sull'opera di Ray Johnson, di cui amministra il lascito. «Ray Johnson è stato un pioniere della Pop Art negli Stati Uniti degli anni ‘50, della Mail Art e anche dei social network» spiega Frances F. L. Beatty, presidente della galleria. «È stato a lungo dimenticato ma la sua importanza viene ora riscoperta. Performa, la famosa biennale per la performance, ha rilanciato la sua azione di Mail Art “Please Add To and Return To”, a cui tutti possono partecipare scaricando un modello da disegnare dal sito e inviandolo alla biennale, e il ZKM di Karlsruhe, il famoso centro per i new media, gli dedicherà una grande mostra tra due anni». I prezzi delle opere in stand andavano dai 28mila ai 50mila dollari.
Salendo l'ascensore per andare al piano più contemporaneo della fiera, invece, si trovava subito la gallerista berlinese Esther Schipper, pronta a diventare una top-player dopo l'annuncio della fusione con l'altra berlinese Johnen Galerie, che dopo 30 anni di attività ha deciso di chiudere ma senza lasciare i suoi artisti privi di rappresentazione. Il suo stand colpiva subito per l'installazione “Speech Bubbles” di Philippe Parreno, artista che vedremo a ottobre all'Hangar Bicocca, venduta ad una collezione in America per 250mila euro. Accanto c'era un'installazione di Daniel Steegmann Mangrané, uno degli ultimi artisti entrati in galleria, in cui i visitatori erano invitati ad entrare e farsi una spremuta d'arancia all'interno di un padiglione arancione che serviva da filtro per isolarsi dall'esterno e concentrare le proprie energie sugli altri sensi (45mila euro).

Era una delle tante installazioni che ad Art Basel quest'anno invitavano i visitatori a partecipare e a vivere l'arte come esperienza. Per esempio Rirkrit Tiravanija ha cucinato personalmente sulla Messeplatz e ha offerto gratis i suoi piatti tailandesi speziati con erbe coltivate sul luogo ai passanti chiedendo in cambio di lavare la scodella. All'interno di Unlimited, David Shrigley invitava i visitatori a prendere parte ad una classe di disegno di nudo che aveva come modello una statua di tre metri, mentre il collettivo brasiliano OPAVIVARÁ! incitava a riposarsi sulle amache come gli indigeni brasiliani e a prepararsi intrugli di erbe come gli sciamani. In stand da A Gentil Carioca (Rio de Janeiro) lo stesso collettivo offriva bicchierini di liquori da dispenser colorati.
Altre installazioni ad Unlimited giocavano, invece, con la percezione dello spazio, come quella del danese Jeppe Hein composta da due specchi rotanti sospesi che presentavano prospettive dello spazio sempre diverse trasmettendo all'osservatore un senso di spaesamento. La galleria 303 Gallery (New York) la presentava insieme a Galerie König(Berlino) e Nicolai Wallner (Copenhagen) ad un prezzo di 250mila euro e aveva in stand diverse altre opere che giocavano con il motivo dello specchio: un'importante installazione di Alicia Kwade, artista con cui la galleria lavora dal 2014, che è piaciuta molto al pubblico (75mila euro), una di Doug Aitken di cui sono state vendute un paio di edizioni, e un'altra ancora del giovane Nick Mauss.
Ma non solo il contemporaneo Jeppe Hein stravolgeva lo spazio del visitatore: anche la storica installazione di Gianni Colombo “Ambiente Cacogoniometrico”, presentata per la prima volta alla Biennale di Venezia del 1984 e ora dalla galleria A Arte Invernizzi (Milano) in collaborazione con l'archivio dell'artista, faceva vacillare il senso dell'equilibrio. Altri storici italiani ad Unlimited erano Emilio Vedova con l'installazione “...in continuum”, proposta dalla Galleria dello Scudo (Verona), e Dadamaino e Jannis Kounellis, presentati da Tornabuoni Art (Firenze, Milano, Forte dei Marmi, Portofino, Parigi), per la prima volta ad Art Basel. Per celebrare l'occasione la galleria toscana, che a ottobre aprirà anche a Londra, ha riunito quattro intersuperfici di Scheggi mostrate a Venezia del 1966. La decisione di allestire uno stand di ricerca è stata premiata dal mercato, tanto che la galleria ha venduto circa otto opere non in stand per cifre tra i 50mila e i 300mila euro di Simeti, Dadamaino, Biasetti, Boetti e un Castellani per poco meno di un milione. Anche la decisione di investire tanto in Unlimited e di presentare opere complicate per le loro dimensioni è stata, secondo Michele Casamonti della galleria, la chiave per muovere il mercato su opere di dimensioni inferiori.

In questo senso è stato premiato anche un altro gallerista italiano, Massimo Minini (Brescia), che ha venduto ad un museo privato l'installazione “Horizon” di Hans Peter Feldmann presentata ad Unlimited insieme a Mehdi Chouakri (Berlino) a 450mila euro. In stand aveva un'altra grande parete di marine di Feldmann a 350mila euro in trattativa e un grande padiglione di Dan Graham da 400mila euro, che in questo momento ha una personale in galleria. Inoltre c'erano un Kapoor da 600mila sterline e una parete dedicata a David Maljkovic, che ora è in Biennale a Venezia e a settembre avrà una mostra in galleria. Largo spazio è stato dato ad uno degli ultimi artisti entrati in galleria, Ariel Schlesinger, con i suoi tappeti bruciati e le finestre, vendute tra 7mila e 15mila euro.
La settimana di follie si è conclusa con la festa di Art Parcour, la sezione dedicata all'arte pubblica che ogni anno conduce alla scoperta di un quartiere di Basel, che sabato sera ha portato i visitatori di Art Basel nel centro storico intorno a Münsterplatz per il dj set di Haroon Mirza – che ha inaugurato anche una bella mostra al Museum Tinguely, in cui i suoi suoni dialogano con le opere di artisti come Kapoor, Channa Horwitz, Jeremy Deller e dello stesso Tinguely (fino al 6 settembre) – e la sfilata femminista di Lara Schnitger, con eccentrici stendardi e vestiti e, anche qui, il coinvolgimento del pubblico.
Ora, dopo tanta esuberanza, rimane l'attesa per la prossima edizione, la 47esima, che si terrà dal 16 al 19 giugno 2016.

© Riproduzione riservata