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Stefano Cortesi: «Così rilancio l'Op Art» -

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Mercato dell'arte

Stefano Cortesi: «Così rilancio l'Op Art» - Foto

  • –di Marilena Pirrelli
Jesús Rafael Soto
Jesús Rafael Soto

Il movimento dell'arte ottica che sconfina nell'arte cinetica ha avuto un grande successo già alla fine degli anni '50 in Francia e poi Italia e Inghilterra, successo di critica grazie a diverse mostre proposte dalla gallerista Denise René di Parigi, pioniere del movimento che dal '55 con la mostra “Le mouvement” divenne lo spazio di riferimento per Jesús Rafael Soto e Victor Vasarely. Oltre a Parigi, in Argentina e Venezuela ci fu grande attenzione istituzionale: nel 1973 venne inaugurato in onore di Soto, il Museo de Arte Moderno Jesús Soto a Ciudad Bolívar. Stefano Cortesi, titolare della Galleria Cortesi di Lugano e Londra, lo scorso settembre ha presentato diversi esponenti del movimento.

Quali gli esponenti in Italia?
Il movimento prende vita nel 1959 con il Gruppo T a Milano con Gianni Colombo e Grazia Varisco, che aderisce al gruppo nel 1960, e con il Gruppo N di Alberto Biasi a Padova. Già all'epoca imprenditori illuminati come Adriano Olivetti sostennero questo movimento che guardava all'innovazione tecnologica, così negli anni ‘60 diede loro l'opportunità di esporre nei negozi Olivetti.

E all'estero?
Nel ‘65 a New York il MoMA presenta gli artisti europei e sudamericani trasferitisi in Francia: la mostra “The Responsive Eye” rappresenta una pietra miliare per la critica, sebbene non vi sarà negli Usa un riscontro commerciale. Il focus sull'arte optical e cinetica e la sua ricerca resta vivo fino agli anni '70. Successivamente il periodo di indagine sembra tramontare, mentre riesplode la pittura negli anni '80 e quindi l'arte minimalista e ottico-cinetica vengono momentaneamente accantonate.

Quale era lo scambio tra il movimento italiano e i contemporanei?
Negli anni '60 ci fu un grande contatto tra gli italiani e gli esponenti del Gruppo Zero a Düsseldorf dove Colombo, Varisco e Soto esponevano: si interfacciano a livello europeo artisti simili, appartenenti ai movimenti d'avanguardia. Basta pensare a Nanda Vigo e allo stesso Heinz Mack, che fa del concetto di luce e di movimento un punto di massima ricerca, che si concretizza nei suoi affascinanti allumini e nei “Rotor”.

Poi la rivalutazione?
Dalla metà del 2000 un cambiamento del gusto guidato dal design e dalla moda porta alla riscoperta dell'optical. Artforum, con effetto sorpresa, nel 2007 pubblica in copertina un'opera di Marina Apollonio con un approfondimento interno e una nuova rilettura del movimento alla luce dei contemporanei che lavorano sulla ricerca optical come Tauba Auerbach (1981) e Rebecca Howe Quaytman (1961). Oltre alla rivalutazione degli artisti degli anni '50 e ‘60 le nuove generazioni riportano la critica a occuparsi dell'arte in movimento: la mostra “Dynamo” al Grand Palais di Parigi nel 2013 passa in rassegna gli esponenti francesi, italiani e sud americani con un successo di critica e il risveglio del mercato: Soto e Vasarely hanno già quotazioni importanti, si rivalutano ancora, per gli italiani come Colombo e Biasi è una riscoperta con riscontri significativi anche in asta. Restano ancora lontani dal martello Varisco e Apollonio, sebbene il loro mercato sia in ascesa in galleria.

Di quanto si sono rivalutati?
Soto non è ancora arrivato al milione, ma le sue opere degli anni '60 e ‘70 si scambiano tra 500mila e il milione di dollari, Vasarely tra 300-500mila euro, con un raddoppio delle quotazioni dal 2005 a oggi. Gli italiani si sono mossi successivamente, Colombo e Biasi negli ultimi tre anni hanno raddoppiato i loro valori in asta. Sul mercato secondario Varisco, Apollonio e Alviani hanno una forte attenzione, anche in galleria si scambiano al doppio di tre anni fa.

Quando in Italia c'è stata la riscoperta?
La Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma nel 2012 propose la mostra “Arte Cinetica e Programmata”, ben costruita e curata in modo attento, darà il là alle gallerie per esporre le opere del movimento, anche le case d'asta cominciano a valorizzarlo.

Si attende qualche presenza anche nelle prossime Italian Sale di Londra?
Sicuramente sarà posta attenzione su Gianni Colombo, già ad aprile da Christie's Milano Alberto Biasi ha raggiunto con un'opera del 1961 il record di 150mila euro, così anche le case d'asta cavalcano la rivalutazione.

La galleria Cortesi cosa ha proposto?
Lo scorso autunno a Lugano abbiamo proposto una mostra sull'arte programmata “GREAT EXPECTATIONS #1. Il pensiero del futuro nell'arte degli anni 60” curata da Marco Meneguzzo con Getulio Alviani, Marina Apollonio, Bernard Aubertin, Alberto Biasi, Gianni Colombo, Toni Costa, Dadamaino, Gabriele De Vecchi, Franco Grignani, Heinz Mack, Marcello Morandini, Jesus Rafael Soto, Grazia Varisco, Victor Vasarely, Nanda Vigo, Ludwig Wilding. E' stato un successo sia di critica che commerciale: durante la mostra e nei sei mesi successivi abbiamo vendute tutte le opere esposte. Il prossimo ottobre a Londra presentiamo Grazia Varisco: una retrospettiva dagli anni ‘60 dal periodo gruppo T alle opere più recenti.

Chi compra?
Ci sono alcuni collezionisti appassionati e specializzati. Per altri è meno fruibile per gli effetti ipnotici. Di recente anche chi ha acquistato gli Spazialisti sta volgendo la sua attenzione a questi artisti e si sta allargando la base collezionistica a livello internazionale.

Quali prezzi?
Abbiamo trattato le opere del periodo originario, degli anni ‘60 e ‘70: un'opera storica di Soto è stata venduta a 500.000 franchi, i grandi spazi elastici di Colombo (tavole bianche o nere in cui i punti sono uniti da elastici con forme geometriche) erano offerte tra 80-120mila franchi. Anche per Biasi siamo partiti da 50mila e siamo oltre i 100 mila per le opere storiche, lo stesso per la Varisco, eravamo partiti dal range tra 30-40mila ora siamo a 60-70mila per le opere del primo periodo. Sono tutti lavori che arrivano da collezioni private, in asta è difficile trovarle i passaggi sono ancora pochi. Provengono da un collezionismo storico, radicato nel nord Italia, dove operavano il Gruppo T e il Gruppo N tra Milano e Padova e artisti come Getulio Alviani e Marina Apollonio. E' in corso una fase di rivalutazione anche se non ancora così forte come per gli artisti Gruppo Zero e del Minimalismo.

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