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Fontana e Burri record da Sotheby’s Londra -

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Mercato dell'arte

Fontana e Burri record da Sotheby’s Londra

  • –di Giovanni Gasparini

L’asta d’arte italiana del dopoguerra proposta a Londra la sera del 15 ottobre da Sotheby’s, la prima delle due tradizionalmente dedicate al settore, ha confermato l’ottimo momento per questo ambito di collezionismo sempre più internazionale, superando anche il risultato della successiva asta generale d’arte contemporanea.

I 40 lotti venduti su 51 proposti hanno portato un totale di 40,4 milioni di sterline, verso la metà della stima pre-asta di 35,2-48,6 milioni una volta aggiunte le commissioni, assenti nelle stime, pari al 78% di lotti venduti e all’89% del valore proposto; il ricavo complessivo è comparabile con quello record dell’anno precedente, superiore di un solo milione di sterline.

La serata è stata dominata da due artisti in particolare: Fontana e Burri, cui sono anche dedicate due eccezionali esibizioni in galleria a Londra rispettivamente da Tornabuoni e Mazzoleni.

Ben 12 dei lotti in catalogo erano lavori dell’italo-argentino, ad iniziare dalla rara (ve ne sono solo 38, e diverse fanno parte di collezioni museali pubbliche e private) tela a forma ovale squarciata come se fosse la superficie lunare colpita da una pioggia di asteroidi, ‘Concetto Spaziale, La Fine di Dio’ del 1963, in versione nero lucido, responsabile per il 40% del risultato complessivo: il lotto partiva da una stima molto elevata di 15-20 milioni di sterline, ben superiore al precedente record di Fontana per un lavoro simile ottenuto nel novembre 2013 da Christie’s New York a 21 milioni di dollari, pari a 13 milioni di sterline, ma si è fermato a 14,1 milioni  di £, dopo un solo rilancio al telefono, pari a 15,9 milioni di £ (24,7 milioni di $) con le commissioni.

Si tratta quindi di un nuovo record per Fontana quantomeno in asta; il lavoro proveniva da una collezione privata belga che lo aveva acquisito a Parigi dalla celeberrima galleria Iris Clert , ma l’attuale venditore ha goduto del capolavoro per un tempo molto limitato, avendolo comperato dalla collezione belga solo tre anni fa. In questi giorni, la galleria Luxembourg & Dayan espone alla fiera Frieze Master un omaggio a Iris Clert e ha ripubblicato un testo del 1968 in cui si evince che i lavori di Fontana passavano di mano a 500 franchi francesi…

Inizialmente il lotto non era sottoposto a garanzia, ma il banditore ha annunciato che successivamente alla stampa del catalogo il lavoro è stato garantito da una parte terza e quindi vi era un’offerta irrevocabile: non è certo ma è probabile che il compratore al telefono sia il garante: sembrerebbe quindi che la stima troppo elevata, forse legata alla necessità di coprire il prezzo d’acquisto avvenuto solo pochi anni fa, abbia scoraggiato potenziali compratori.

La stessa dinamica sembra aver interessato uno dei due Fontana invenduti, un “Concetto Spaziale Attese” rosso a sei tagli ma di dimensioni medie, stimato 2-3 milioni di £, mentre un “Concetto Spaziale” bianco con fori del 1961, passato in asta da Sotheby’s nell’ottobre 2009, non ha trovato compratori da una stima di 500-700mila £.

Altri quattro lavori di Fontana hanno riportato risultati fra i primi dieci, fra cui spicca un’inusuale ‘Attesa’ a due tagli su fondo oro già proprietà di un artista giapponese del gruppo Gutai, conteso lungamente fino a sfiorare il milione di sterline, da una stima di 250-350mila £,  finendo all’art advisor Jude Hess (ex Phillips e ex Christie’s), nonostante non sia pubblicato nel catalogo ragionato di Crispolti.

Un’altra ‘Attesa’, stavolta più comune bianca con tre tagli, ha raggiunto la stima alta di 1,5 milioni di £, finendo alla famiglia dei galleristi Nahmad dopo una contesa con la galleria parigina Vedovi.

Oltre ai ricercatissimi ‘tagli’, il catalogo proponeva anche tele forate e sculture, tutte passate di mano con buoni risultati scatenando spesso l’interesse di operatori internazionali come l’art advisor Amy Cappellazzo (ex Christie’s) e galleristi italiani e non, a dimostrazione di come il mercato per Fontana e alcuni altri grandi nomi sia sostanzialmente non italiano.

Complessivamente solo uno dei dieci Fontana venduti non ha raggiunto la stima bassa prima dell’aggiunta delle commissioni, mentre quattro hanno superato la stima alta; i lavori di Fontana hanno realizzato oltre metà del valore dell’asta, circa 23 milioni di £.

I quattro lavori di Alberto Burri, che beneficia dell’attenzione di una mostra personale dedicatagli dal Guggenheim di New York, hanno tutti trovato un compratore per un totale di oltre 6 milioni di £, grazie ad un ‘Bianco Plastica’ del 1961 conteso tra Amy Cappellazzo e una famiglia di collezionisti italiani, ma finito a Nahmad per 2,6 milioni, oltre la stima di 1,5-2 milioni, e una combustione del 1956 su legno, inseguita dagli stessi galleristi ma finita ad un anonimo al telefono per 1,8 milioni, oltre il doppio della stima e quattro volte il prezzo pagato nel 2008 per lo stesso lavoro.

Buoni risultati anche per i lavori di Scheggi, le cui tele sagomate hanno suscitato interesse con quattro lotti tutti venduti, fra cui un’installazione ‘Parete della Intercamera Plastica’ del 1966-67 dopo un solo rilancio contro la riserva, alla stima bassa di 1 milione grazie alle commissioni, e una più comune e ‘trasportabile’ ‘Intersuperficie curva bianca’ contesa fino a 845mila £, prezzo identico per altri due lavori in asta, un ‘Rosso Plastica’ di Burri e un lavoro di Kounellis del 1959-60, inseguito anche dalla galleria Cardi.

Complessivamente 19 lotti hanno superato le stime alte, sei sono rimasti al di sotto di quelle basse e 11 non hanno trovato compratori, fra cui, oltre ai due Fontana,  due dei tre Bonalumi (di recente sul mercato) e uno dei due Afro proposti, uno dei tre Pistoletto, un lavoro di Carla Accardi e uno del giovane Vezzoli.

Ben quattro dei cinque lotti che erano stati già in asta negli ultimi 10 anni non hanno trovato compratori, a conferma che il mercato non ama chi cerca ‘facili’ guadagni rivendendo nel breve periodo (con la sola eccezione del lavoro di Burri); lo stesso sembra valere per opere recentemente apparse sul mercato ma non in asta: due delle cinque proposte non hanno trovato compratori e solo una ha superato la stima alta.

Per contrasto, la rara apparizione in asta di una scultura di cera di Medardo Rosso. ‘il Rodin italiano’, ha portato ad un nuovo record in asta per 341mila £ con la piccola testa di “Enfant Juif’ concepita ed eseguita a cavallo fra XIX e XX secolo, cosi come spunta un nuovo record un curioso ‘Ritratto d’artista’ di Vincenzo Agnetti, lungamente conteso fino a 173mila £ da una stima di 40-60mila £.

Se per artisti come Fontana, Burri, Scheggi, Castellani, Marino, Morandi, De Chirico, Melotti, Boetti (con tutti e tre i lotti proposti venduti oltre le stime ed una personale in corso alla galleria Luxembourg & Dayan a Londra) e Pistoletto il mercato è oramai pienamente maturo ed internazionalizzato, non è facile operazione l’introduzione di nuovi nomi in questa ristretta cerchia; i candidati non mancherebbero certo, a cominciare da Gianni Colombo e Grazia Varisco, pionieri dell’arte cinetica a cui due gallerie ‘italiane’ a Londra, rispettivamente Robilant&Voena e Cortesi stanno dedicando importanti retrospettive: il risultato positivo in asta per un lavoro di Marina Apollonio sembra incoraggiante. E tra gli sperimentatori della prima ora, c’è Gianfranco Baruchello, classe 1924, che presenta nuovi lavori sempre a Londra da Massimo De Carlo, con quotazioni ancora molto basse  in asta.

L’asta italiana di Christie’s la sera del 16 ottobre è chiamata a confermare il buon momento per la categoria.

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