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Prato, riscoperto un crocifisso di Del Tasso

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Mercato dell'arte

Prato, riscoperto un crocifisso di Del Tasso

  • –di Lorenzo Bruschi

Gli inglesi chiamano “sleepers” quelle opere che viaggiano sul mercato “addormentate” sotto la copertura di un nome sbagliato o di una generica catalogazione (Scuola di, Manifattura di, ecc.). La caccia a questi tesori nascosti è una pratica stimolante e avvincente per addetti ai lavori e collezionisti che passano in rassegna le mostre mercato, le botteghe antiquarie e le vendite delle case d'asta alla ricerca di una preda da riportare alla sua giusta dimensione. Venerdì scorso presso la casa d'aste Farsetti di Prato nel corso della vendita di Arredi e Dipinti antichi del 30 ottobre un piccolo crocifisso (cm 48 x 41) ha attirato l'attenzione di diversi buyers. Descritto come “Scuola toscana del XVII secolo” (Fig. 1) con una valutazione di 1.200-1.800 euro, la scultura ha dato vita ad una gara che ha portato l'aggiudicazione a circa 12.500 euro, diritti inclusi. Il motivo del risultato è presto detto; non era una scultura anonima del XVII secolo, ma si trattava di una scultura della fine del XV attribuibile a Leonardo del Tasso, allievo di Benedetto Da Maiano e attivo a Firenze nell'ultimo quarto del XV secolo.

Leonardo del Tasso è un artista la cui personalità è in fase di riscoperta e di studio. A lui alcuni storici dell'arte (in particolare Stella Rudoph) attribuiscono la scultura acquistata dallo Stato italiano come Michelangelo, il così detto Crocifisso Gallino. In una recente mostra a cura di Esther Diana sui crocifissi lignei devozionali “Una famiglia di scultori: I Sangallo” era esposto e pubblicato in catalogo, un Crocifisso di Leonardo del Tasso (fig.2) proveniente dall'Ospedale di Santa Maria Nuova a Firenze, molto vicino a quello passato da Farsetti anche se di dimensioni molto maggiori (cm 101 x 102). Nel catalogo della mostra erano illustrati altri esemplari di questa “famiglia” di Crocifissi attribuiti a Leonardo del Tasso (esemplari di Badia a Passignano, Panzano in Chianti, collezione privata) che mostrano, anche se in scale differenti, la stessa impostazione dei due crocifissi sopra illustrati.

Il risultato spuntato da Farsetti dalla scultura se da un lato dimostra una positiva reazione del mercato ad un'opera “sottocatalogata”, dall'altro evidenzia come sia ancora possibile acquistare un'opera del Rinascimento italiano per una cifra tutto sommato molto contenuta dimostrando come sulla Scultura in particolare ci siano ancora molti spazi per l'investimento.

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