
Si è conclusa mercoledì 11 novembre la due giorni di aste della rinata casa d'aste milanese Finarte S.p.A. .Tre i cataloghi destinati ai principali segmenti di mercato: martedì 10 novembre alle ore 15 si è tenuta l'asta dedicata ai Dipinti antichi e del XIX secolo, che comprendeva 142 lotti. Mercoledì 11 novembre alle ore 15, invece, è stata la volta dell'Arte e Fotografia del XX secolo, un catalogo di 101 lotti, suddivisi tra arte del ‘900, 31 lotti, e fotografia, 69 lotti. L'asta serale delle 18 è stata dedicata invece all'Arte Contemporanea, con 122 lotti in vendita.
“L'andamento delle aste di Dipinti antichi e del XIX secolo conferma la difficoltà generale che questi mercati stanno attraversando. Quella sull'arte antica resta una scommessa difficile, ma che non intendiamo abbandonare, così come il lavoro sulla fotografia”. Ha dichiarato il presidente di Finarte Giancarlo Meschi a seguito delle deludenti sessioni dedicate ai settori sopracitati, che peraltro sono stati accantonati già da anni anche da Christie's e Sotheby's , proprio a seguito della crisi di mercato che li ha investiti ormai da tempo. I numeri, infatti, parlano chiaro e non lasciano scampo: solamente 9 le opere vendute su 142 inserite in catalogo.
Più interessante, invece, il catalogo Arte e Fotografia del XX secolo, almeno nei risultati: ha aggiudicato commissioni comprese 821.375 euro, pari al 60%, dichiara Finarte, di lotti venduti nella parte di asta dedicata al Novecento (18 lotti venduti su 31), tra cui la bella Piazza d'Italia di Giorgio de Chirico, passata di mano per 267.000 € (lotto 14, metà anni ‘50, olio su tela, cm 40 x 50, stima 230-260.000 €) e l'opera Schemi astratti su fondo bianco di Osvaldo Licini, venduto a 58.750 € (lotto 2, 1942, olio su carta applicata su tavola, cm 21,5 x 26, stima 15-20.000 €) è, invece, un buon risultato per un settore, quello dell'arte italiana della prima metà del ‘900, che da qualche anno ha perso appeal tra i collezionisti, soprattutto in mancanza di opere di grande qualità e dal curriculum significativo. Assai meno felice la vendita di fotografie, solamente 25 su 69 hanno trovato un acquirente.
Per l'asta serale la sala gremita ha confermato l'interesse per il catalogo, ben curato da Luca Beatrice e suddiviso per periodi e tematiche, ricco di opere interessanti. Con 72 lotti venduti su 122, oltre il 60%, per un valore complessivo superiore a 1,5 milioni di euro, Finarte strappa gli applausi alla fine sella serata, risollevando le sorti delle due prime aste e confermando come il settore dell'arte contemporanea sia forse ormai l'unico al centro degli interessi collezionistici e di mercato. Da segnalare la vendita del top lot della serata, e copertina del catalogo, la Superficie blu del 1961 di Enrico Castellani, aggiudicato a 363.000 € (lotto 58, inchiostro e cera su tela, cm 50 x 70, stima 300-350.000 €) che a dire il vero ha forse un po' deluso le attese, fermandosi alla stima minima. E' andata meglio per Gianfranco Baruchello, Città di poeti in fase esplosiva del 1963, (lotto 98, tecnica mista su tela, cm 133 x 93, stima 20-25.000 €) è stata aggiudicata a 40.000 €, mentre è stata deludente la vendita della ceramica di Lucio Fontana, Cavalli del 1949/50 (lotto 6, ceramica colorata e riflessata, cm 10 x 9,5 x 12, stima 20-30.000 €) aggiudicata a 11.250 €, ben al di sotto della stima minima. Tutti venduti i tre Simeti proposti, e buoni risultati anche per Olivieri, Aricò e Nanda Vigo, che con l'opera Cronotopo del 1965 (lotto 75, alluminio e vetri smerigliati, cm 60 x 60 x 7, stima 28-32.000 €) ha realizzato 50.000 €. E ottimo anche il risultato raggiunto dall'Agnetti (lotto 104, Oltre il linguaggio, 1968, tela sensibilizzata su tavola, cm 24 x 29, stima 15-20.000 €) che ha totalizzato 52.500 €.
Alla fine “I risultati delle aste di Arte del XX secolo e di Arte contemporanea ci incoraggiano – l'a.d. della casa d'aste Attilio Meoli - perché dimostrano come il mercato abbia risposto in modo positivo alla nostra offerta che ricordiamo è la prima del nuovo corso di Finarte”, il cui motto è “Finarte intende diventare il punto di riferimento per il rilancio dell'arte italiana sul mercato internazionale”.
Quello che colpisce, comunque, è che molte opere siano state offerte e poi vendute a cifre ben al di sotto delle stime minime proposte, evidentemente già troppo elevate. Anche la pubblicizzazione dell'asta dovrà essere migliorata nel futuro per consentire al mercato di acquisire velocemente tutte le informazioni utili sui risultati dell'incanto, risultati che in questa prima sessione d'aste di Finarte sono stati anticipati dall'ottimo lavoro del blog dedicato al mercato dell'arte www.collezionedatiffany.com.
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