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Mercato dell'arte

Art Abu Dhabi 2015: una fiera boutique con un'offerta di qualità elevata

  • –di Maria Adelaide Marchesoni

Settima edizione di Abu Dhabi Art (ADA) che si è svolta dal 17 al 21 novembre 2015 al Manarat Saadiyat Cultural District, un distretto dedicato all'arte e alla cultura di 15.400 metri quadrati. I circa 20mila visitatori hanno apprezzato l'offerta culturale e artistica che presentava opere di artisti established e anche emergenti.

Nonostante le tragiche vicende degli ultimi giorni i collezionisti occidentali non sono mancati e, unitamente al sempre più numeroso e vivace collezionismo locale, hanno soddisfatto le attese delle gallerie presenti.

Dall'incontro con diversi galleristi e altri operatori dell'arte, è emerso che ADA è una fiera diversa rispetto agli altri appuntamenti internazionali, come quelli a marchio Art Basel e Frieze, ma anche rispetto a Art Dubai (si svolgerà dal 16 al 19 marzo 2016) per il fatto che può essere definita una fiera boutique per il numero ristretto di gallerie selezionate, solo 40, tra le più affermate a livello mondiale provenienti da Europa, Asia, Nord America e Medio Oriente, per l'elevata qualità delle opere esposte e, non da ultimo, per la discrezione e la riservatezza che si respirava passeggiando tra gli stand. Massima disponibilità da parte delle gallerie a dichiarare il livello di prezzo delle opere esposte, ma sulle vendite effettuate non sempre disposte a una disclosure.

Accanto all'offerta commerciale Abu Dhabi Art ha proposto una serie di iniziative collaterali tra cui Beyond una sezione dedicata alle installazioni di grandi dimensioni, sculture e opere site specific di artisti selezionati tra le gallerie presenti che rimarranno esposte nella scena urbana per i prossimi sei mesi. L'edizione curata da Fabrice Bousteau, critico d'arte, curatore, e responsabile della rivista Beaux Arts, che ha scelto 20 opere di importanti artisti tra cui Martin Creed (Hauser & Wirth), Pascale Marthine Tayou (Galleria Continua), Pipilotti Rist (Hauser & Wirth) Farhad Moshiri (The Third Line), Romuald Hazoumè (October Gallery), artista del Benin. Hazoumé era presenta in fiera e raccontava il significato della sua opera Rat Singer: Second only to God, 2013 un'installazione all'ingresso della fiera realizzata con alcuni elementi caratteristici delle sue opere, tra cui i contenitori per la benzina in plastica, che condanna l'eterno potere in mano ai corrotti non solo in Africa, ma in tutto il mondo. Girando per gli stand l'impressione che emergeva tra i galleristi era di grande soddisfazione sia per alcune importanti vendite realizzate nelle prime ore dell'opening sia per le riserve ricevute.

Due le gallerie italiane presenti, Giorgio Persano e Galleria Continua. Per Giorgio Persano prima volta a Abu Dhabi Art anche se conosce l'area in quanto ha partecipo a diverse edizioni di Art Dubai, esponeva, un'opera di Mario Merz Senza titolo, 1983 (tecnica mista su juta) venduta all'opening, nessuna disclosure sul prezzo, come anche per l'altro lavoro venduto Cosmic Collisions, 2014 (inchiostro indiano, cenere e tessuto su tela 232 x 438 cm) di Zena el Khalil, le cui opere presentano un valore compreso tra 5mila e 40mila euro. “Pubblico variegato, molto riservato e con le idee ben chiare in un'atmosfera molto accogliente e attenzione da parte degli organizzatori, un atteggiamento che non trovi nelle cosiddette fiere blasonate” racconta Persano. “Partecipare a questa fiera è sicuramente un investimento, i costi che incidono maggiormente oltre all'affitto dello spazio, che è pari a circa 16mila euro, sono il trasporto, le spese doganali e il soggiorno - prosegue Persano – “sono venuto per esplorare l'evoluzione del collezionismo della regione che richiede un'elevata qualità delle opere in quanto può permettersi di comprare quello che desidera” conclude Persano.

Galleria Continua, che ha partecipato alla fiera sin dal primo anno, ha venduto un lavoro dell'artista cubano José Yaque, Willemita per circa 20mila euro a un collezionista della regione, ma gran parte dei visitatori ha apprezzato i vasi in terracotta di Ai weiwei soprattutto per il fatto che, gran parte dei collezionisti, erano stati a Londra a vedere la mostra sull'artista cinese alla Royal Academy. Nello stand della galleria italiana era inoltre presente un'installazione di Anish Kapoor (250 mila sterline) e opere di Jannis Kounellis che i collezionisti soprattutto medio orientali hanno apprezzato incuriositi dai materiali utilizzati dall'artista. Prima volta a Abu Dhabi per Galerie Bugada & Cargnel di Parigi con solo show con opere di Julio Le Parc il cui range di prezzo oscillava tra 340mila e 920mila euro. La galleria parigina, molto soddisfatta dell'esperienza a Abu Dhabi, ha venduto alcune opere, ma massima riservatezza sul livello economico della transazione.

Galerie Thaddeus Ropac di Parigi esponeva i lavori di Ilya Kabakov del 2014 un gruppo di cinque dipinti e 7 opere su carta che fondono elementi del quotidiano con quelli del concettuale. I prezzi delle opere di Kabakov presentavano un valore compreso tra 30mila e 700mila dollari.
Tra le gallerie established, David Zwirner esponeva due opere del 1972 di Dan Flavin mentre Acquavella Galleries ha allestito uno stand con un‘opere di artisti established tra cui Bruce Marden (4,75 milioni di dollari), Miguel Barcelò (due opere rispettivamente del 1988 e del 2013 a un prezzo di 1,2 milioni di dollari e 390mila dollari), Alexander Calder (3,8 milioni di dollari). Per entrambe le gallerie no comment sulle vendite.

Sostenuta la presenza delle gallerie medio orientali, tra cui Agial Gallery di Beirut, ha realizzato otto vendite con prezzi compresi tra 5mila e 42mila dollari, mentre Galerie Janine Rubeiz anch'essa di Beirut che ha partecipato a tutte le edizioni di Art Abu Dhabi ha venduto a un collezionista privato i lavori di due artisti libanesi un dipinto monocromo con il linguaggio Braille di Ghassan Ghazal, per 15.000 dollari e un lavoro di Jamil Molaeb per 32.000 dollari.
Prima volta a Abu Dhabi per Gallery One di Ramallah (Palestina), una galleria giovane che è stata costituita nel 2014 ha venduto ad un museo due opere di Sliman Mansour, un lavoro in fango e legno Martyr's Icon per 220mila dollari e l'opera Grafitti per 150mila dollari. Un'opera di Bashar Alhroub, Less Holiness, è stata venduta per 9mila dollari a un collezionista regionale.

Tra le gallerie residenti nella vicina Dubai LawrieShabibi ha venduto due sculture dell'artista libanese Mona Saudi, The Seed che è stata acquisita dalla Sharjah Art Foundation che ha in programma una mostra sull'artista l'anno prossimo, mentre la scultura The Nile Obelisk è andata a un collezionista privato. Hunar Gallery ha venduto un acquerello dell'acclamato artista locale Abdul Qader Al-Rais, Ayqunet El Emarat ad un collezionista locale per 176mila dollari.

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