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Mercato dell'arte

Milano, l'asta serale di Sotheby's lascia al palo Bonalumi, Scheggi e de Chirico

  • – di Gabriele Biglia

L'incanto di Sotheby's dedicato all'Arte Moderna e Contemporanea del 24 e 25 novembre, tenutosi nelle prestigiose sale di palazzo Serbelloni a Milano, si è concluso con la vendita di 93 lotti su 113, per un valore complessivo di 13.706.800, contro una aspettativa pre-asta di 10.000.000-14.000.000 di €.
L'Evening sale del 24 novembre ha registrato nove lotti invenduti su 53 proposti (88,7% di valore), totalizzando 11.166.850 euro. A rimanere senza paletta alzata sono stati alcuni lotti di elevata importanza come l'inconsueto lavoro di Agostino Bonalumi “Bianco e Nero” del 1968, realizzato con ciré estroflesso, stimato 250-350.000 €, l'opera intitolata “Bianco” del 1965 sempre di Bonalumi, valutata 180-250.000 €, e uno dei tre Paolo Scheggi in catalogo, “Zone riflesse” del 1965, stimato 250-350.000 €, oltre a due tele di Giorgio de Chirico.

Le opere proposte spaziavano dall'Arte Informale al Movimento spazialista, all'Arte Povera e Concettuale, includendo anche lavori della Pop Art romana degli anni '60: proprio i protagonisti della “Scuola di piazza del Popolo” hanno ottenuto importanti prezzi di aggiudicazione: “Al livello del mare. Studio n. 2” di Tano Festa, una tela del 1965 esposta alla Galleria Schwarz, stimata 50-70.000 €, ha visto il martello del banditore fermarsi a 145.000 € , un record per l'artista (con i diritti 177.000).

L'opera “Il letto (pensando ad un prato...!)” di Cesare Tacchi, artista scomparso lo scorso anno, che realizzava dipinti come fossero tappezzerie, adottando come supporto tessuti imbottiti e trapuntati, decorati da sfondi floreali, è stata venduta per 183.000 € con le commissioni, segnando il world record (stima: 80-100.000 €).

Di Mario Schifano, invece, è stato aggiudicato al telefono per 190.000 € “En Plain air. Quadro per la primavera” del 1964 (stima: 200-250.000 €), mentre nella sessione pomeridiana l'olio su carta applicata su tela del 1961 “Giallo” (lotto 137) è rimasto invenduto (stima: 120-180.000 €).
Il top lot dell'incanto, nonché copertina del catalogo d'asta, il “Concetto spaziale, Attese” di Lucio Fontana (lotto 21) realizzato nel 1968, di colore giallo, a quattro tagli verticali e uno diagonale, è stato acquistato però intorno alla stima minima di 1.150.000 € (stima: 1-1.5.000.000 €).

Il “Concetto spaziale” del 1960, una tela di piccole dimensioni, perforata e rivestita da una vernice argento (lotto 5), è rimasta anch'essa sulla stima minima prevista di 400.000 €. Continuano al contrario a lievitare i prezzi delle sculture in ottone lucido e perforato tirate in 500 esemplari: una coppia è stata aggiudicata al martello per 110.000 € da una valutazione di 60-80.000 (con i diritti 135.000 €). Durante la Day sale del 25 un'altra coppia di sculture in ottone è stata acquistata dalla Galleria Robilant+Voena per 111.000 euro con le commissioni. Lo scorso maggio sempre a Milano da Sotheby's furono aggiudicate per 183.000 da una stima pre-asta analoga.

Ottimi risultati anche per le opere concettuale di Vincenzo Agnetti: “La tua immagine quando ti sostituivi” del 1971, un feltro valutato 80-100.000 € è salito sino a ben 189.000 euro, mentre la giornata successiva una coppia di tele emulsionate intitolate “Oltre il linguaggio” (lott 118) sono state battute per 61.000 euro al telefono da una valutazione di 12-18.000. La casa d'aste in collaborazione con l'Archivio Vincenzo Agnetti infatti sta preparando una retrospettiva sull'artista curata da Bruno Corà, che si terrà a Milano il prossimo febbraio.

Una tela di Joseph Albers proveniente dalla Galleria Beyeler di Basilea, “Study for Hommage to the Square” del 1968 (stima: 100.000-150.000 € ), è entrata in una collezione belga a 243.000 con le commissioni.

Sorprendente l'interesse per la poetica scultura in ottone di Fausto Melotti intitolata “Senza aggettivi” realizzata nel 1972: l'opera dopo numerosi rilanci è stata aggiudicata al telefono per 447.000 € da una valutazione di partenza di 180-250.000.

Venduti tutti e quattro i lavori di Alberto Burri, attualmente celebrato a New York con una importante retrospettiva al Solomon R. Guggenheim Museum : il piccolo e raro “Ferro” del 1959, appartenuto alla collezione dello studioso Enrico Crispolti, inserito insieme alle altre opere messe all'incanto nel nuovo catalogo ragionato di prossima pubblicazione curato dalla Fondazione Palazzo Albizzini di Città di Castello, è passato di mano per 699.000 € (stima: 500-700.000) .

L'opera “Bianco” del 1952 (lotto 34), una tecnica mista di stoffa, olio, combustioni e vinavil, è stata comprata per 435.000 sempre con i diritti d'asta da una valutazione iniziale di 300-400.000 €; la combustione su masonite “Bianco plastica “ del 1968 (stima: 400-600.000 €) è stata aggiudicata per 610.000 € al martello.
Crescono i prezzi di aggiudicazione di Ettore Spalletti, il dipinto “Girandola, grigio” (lotto 103) è salito a 89.400 da una valutazione di 45-60.000 €.

Delle tre opere di Paolo Scheggi, vendute sia “Intersuperficie curva” del 1964 (lotto 9) composta da tre tele sovrapposte in acrilico bianco per 315.000 con le commissioni (stima: 300-400.000 €), che l'acrilico rosso “Per una situazione “ (lotto 51) per 219.000 (stima: 180-250.000 €), mentre “Zone riflesse” del '63 è rimasto al palo.

Rimangono solide le stime delle opere di Enrico Castellani: la più importante, una estroflessione del 1971 intitolata “Rosando” (lotto 15), stimata 250-350.000 €, è stata acquistata per 399.000 con le commissioni, mentre la “Superficie bianca” del 1980 (stima: 300-400.000 €) è stata scambiata per 435.000.

La selezione di opere dedicata all'Arte Povera comprendeva diversi lavori di Alighiero Boetti, tra cui una “biro” del 1980 “Fregi e Sfregi” stimata 150-250.000 € venduta per 159.000 con le commissioni, e un arazzo monocromo intitolato “Sciogliersi come neve al sole” (lotto 2) stimato 50-70.000 € e ggiudicato per 87.000.

L'arte figurativa della prima metà del Novecento è stata rappresentata da Giorgio Morandi, di cui ricorrono i 125 anni della nascita: la splendida composizione di oggetti del 1948 (lotto 16), appartenuta al Visconte Marmont, munita di licenza di esportazione, da una stima di 600-800.000 € è stata comprata per 747.000 con i diritti, mentre il “Paesaggio” del 1943 (lotto 27), appartenuto al collezionista Pietro Rollino (stima: 180-250.000 €), è acquistato per 219.000.
Molta difficoltosa la vendita delle tre tele post-metafisiche di Giorgio de Chirico: solo la “Piazza d'Italia” (lotto 30) eseguita alla fine degli anni Cinquanta, è stata venduta, aggiudicata per 145.000 € (stima: 130-180.000 €).

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