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Mercato dell'arte

Aste italiane, novembre premia Farsetti, successo per Dorazio e Geleng, scenografo di Fellini. Ottocento in crescita da Pandolfini

  • –Di Stefao Cosenz
Minerva Auctions olio su tela di Piero Dorazio del 1969, Sub Gratia, 175 x 265 cm, stima 140-180mila realizzo di 175.200 euro
Minerva Auctions olio su tela di Piero Dorazio del 1969, Sub Gratia, 175 x 265 cm, stima 140-180mila realizzo di 175.200 euro

L’arte moderna e contemporanea rimane il settore più ambito dal collezionismo internazionale, e lo dimostrano i risultati delle aste nazionali di novembre grazie alla qualità e al pedigree delle opere proposte e all’opportunità di partecipare on-line da ogni parte del mondo. Gli esiti più importanti giungono dall’asta di Farsettiarte di Prato  del 27 e 28 novembre con risultati finali che hanno superato anche di molto le stime e le previsioni degli esperti con un volume complessivo di circa 9 milioni di euro e una percentuale globale di vendite del 70%. Le cifre più alte sono state ottenute da due opere di Alberto Savinio, provenienti da una prestigiosa collezione privata veneta: un suo olio su tela Monumento ai giocattoli del 1930, 80 x 65,5 cm, ha realizzato 742.250 euro contro una stima di 550-750mila, mentre il rialzo più significativo è stato goduto dalla sua tela del 1929, Les Dioscures, salita da una stima di 200-300mila a 730.250 euro. I collezionisti cercano ancora opere astratte, come un Cretto Bianco, caolino e vinavil su tavola di Alberto Burri, 42 x 85 cm, venduto a 525.900 euro, contro una stima di 350-500mila, e una Superficie bianca di Enrico Castellani del 1984, acrilico su tela estroflessa 80 x 120 cm venduta a 405.300 euro dalla una stima di 300-400mila.

Minerva Auctions di Roma ha tenuto un’asta di arte moderna e contemporanea il 12 novembre totalizzando 797.500 euro, con un venduto del 57% dei lotti e una percentuale sul valore del 66,7%. Piero Dorazio si conferma grande protagonista: il suo olio su tela del 1969, Sub Gratia, 175 x 265 cm, si classifica con un realizzo di 175.200 euro (stima 140-180mila) al 12° posto dei migliori risultati raggiunti in asta dall’artista. Continua l’ascesa di Maria Lai con Diario di Renato del 2007, lenzuolo cucito e ricamo 86,5 x 185 cm, venduto per 32.500 euro contro una stima di 25-35mila. Interessante rialzo ha goduto un olio su tavola di Giuliano Geleng, scenografo di Fellini che dipingeva i quadri di scena, Amarcord del 1973, 115 x 278 cm, che da una stima di 3-4mila ha raggiunto 16.250 euro.

Il valore complessivo della aste di Blindarte di Napoli del 28-29 novembre, è risultato di circa 1,7 milioni di euro. Ottima performance per l’arte moderna e contemporanea (70% dei lotti venduti inclusa l’asta di oggettistica): tra i lotti più importanti anche qui un’opera di Piero Dorazio, Long Distance II del 1984, 299 x 300 cm, “armonica sintesi perfettamente riuscita dei paesaggi fondamentali della vita dell’artista” proposta con una stima di 120-160mila euro e venduta per 212mila ad un collezionista di Miami. Altro capolavoro venduto è Copertine (marzo 1983) di Alighiero Boetti del 1983, 100 x 150 cm, ove l’artista ha ricalcato a matita su carta intelata 18 copertine di riviste dell’epoca, “riferimento a un tempo e a uno spazio del quale si fanno testimoni, cercando di congelare la quantità di notizie e avvenimenti destinati ad essere lentamente dimenticati): stimato 120-160mila euro, è rimasto entro le previsioni realizzando oltre 135mila. Interessanti risultati anche per i dipinti antichi (60% dei lotti venduti), come per la coppia di dipinti di Micco Spadaro, al secolo Domenico Gargiulo, pittore napoletano di stile barocco del XVII secolo, stimati 100-150mila euro, e battuti dopo una lunghissima gara a colpi di rilanci telefonici per 159mila euro.

Nel settore dell’arte antica, Wannenes di Genova ha organizzato il 16 e 17 novembre una vendita di argenti, avori, icone e oggetti d’arte russa, ceramiche europee, porcellane cinesi e vetri, arredi, sculture e oggetti d’arte con un fatturato totale di 1.391.714 euro, col 66,9% di lotti venduti e il 94,4% sul valore. Tra gli oggetti d’arte russa, un importante orologio circolare in argento dorato, smalti, perline e avorio, realizzato a  San Pietroburgo nel 1890 da Carl Fabergé, è stato venduto a 74.400 euro. Un monumentale centrotavola del 1863, realizzato a Birminghan da Elkington and Co. raffigurante Apollo sulla biga trainato da tre cavalli è stato battuto per 34.720 euro. Nel settore delle ceramiche europee, due bocce in maiolica policroma veneziane decorate realizzate da Mastro Domenico nel XVI secolo sono state entrambe esitate a 6.200 euro, mentre nel settore degli arredi antichi un cassettone francese impiallacciato in legni vari di fine XVIII secolo, stampigliato Gilbert, è stato aggiudicato a 17.360 euro.

Tre aste di arte antica e del Novecento hanno impegnato Pandolfini di Firenze tra il 17 e il 19 novembre. La giornata del 17 è stata dedicata totalmente ai dipinti con un fatturato di 2,5 milioni di euro, diviso 1.310.000 euro per i dipinti antichi (50,5% di lotti venduti, 102% delle stime minime) e 1.210.000 euro per i dipinti del XIX e XX secolo (63% dei lotti venduti, 133% delle stime minime). Pietro Bernardi, amministratore della casa d’asta ha così commentato: “sottolineo l’ottima performance dei dipinti dell’Ottocento che hanno registrato un nuovo record italiano per Antonio Milesi (la sua tela Al mercato è stata battuta a 137.200 euro) e perfino un nuovo record mondiale per Antonio Puccinelli (la sua tela La moda è stata aggiudicata per 149.400 euro). Un settore collezionistico prettamente italiano, ma che gode di ottima salute e dimostra la crescita delle aggiudicazioni a fronte di una selezione accurata delle opere proposte”. Una particolare attenzione hanno goduto pure importanti dipinti antichi, come  Cristo tra due manigoldi di Artista caravaggesco d’inizio XVII secolo venduto a 131.100 euro dopo una battaglia di offerte e la raffinata tela Matrimonio mistico di Santa Caterina e i Santi Giovannino e Francesco di Giacomo Francia venduto per 87.500 euro. Il 18 è stata la volta delle stampe e dei disegni dal XVI al XX secolo con un fatturato di 310.000 euro, 62% di lotti venduti, 171% delle stime minime. Top lot della vendita un raro pastello recentemente attribuito a Giandomenico Tiepolo raffigurante Santa Caterina da Siena aggiudicato per 43.750 euro. La selezione di opere del XX secolo ha incassato il 100% di venduto: un’incisione di Giorgio Morandi, Grande natura morta con la lampada a destra del 1928 è stata aggiudicata per 38.750 euro ed è una delle sole tre prove di stampa eseguite, e la più grande e bella. Il 19, infine, è stata la volta degli arredi e oggetti d’arte con un fatturato di oltre 1 milione di euro, 74% di lotti venduti, 190% per valore rispetto alle stime minime. Tra i lotti venduti più significativi un piccolo Secretaire attribuito a Giuseppe Maggiolini, in legno di noce intarsiato, legno di rosa, palissandro, tulipé, amarena, acero e bosso, venduto per 22.500 euro. Così ha commentato Pietro Bernardi: “è opinione generalizzata che il mercato degli arredi antichi sia al palo, legato a un mondo collezionistico che non c’è più, lontano dal gusto e dalla moda attuale, al contrario questa vendita ha dimostrato che se le proposte sono di qualità, si distinguono per perizia tecnica e quell’eleganza formale intrinseca all’opera stessa, continuano a godere dell’attenzione del mercato”.

Cambi Casa d’aste di Genova ha organizzato il 18 novembre un’asta di argenti, maioliche, dipinti antichi e una collezione di cere e oggetti d’arte totalizzando 1,5 milioni di euro. Tra i top lot, un’eccezionale caffettiera in argento fuso, sbalzato e cesellato, del maestro argentiere romano Giovacchino Belli del XIX secolo che ha raggiunto la stima massima di 50mila euro e una rara cioccolatiera Torino XVIII secolo dell’argentiere Gaspare Ravizza che da una stima di 10-12mila euro ne ha realizzati 30mila. Tra i dipinti antichi, un trittico di forma sagomata di Pieter I Coecke Van Aelst del 1600, tempera su tavola, Adorazione dei Magi, 103 x 160 cm, venduto per 100mila euro.

Anche Meeting Art di Vercelli, il 31 ottobre e il 1°, 4, 5, 7, 8, 11 e 12 novembre ha organizzato una vendita di arredi e dipinti antichi, con oggetti rari e di qualità, che ha fatturato 1.098.513 euro e l’86,44% di lotti venduti. Tra i più significativi risultati, una rara caffettiera con coperchio in porcellana Bottger decorata a cineserie, Meissen 1723-24, decoratore Johann Gregorius Hoeroldt, aggiudicata per 15.990 euro contro una base di 10mila e una coppia di oli su tela 130 x 203 cm di Ilario Spolverini (1657-1734) di alto livello qualitativo venduta a 36.900 euro contro una base di 30mila.

Oltre un milione di euro, infine, è il fatturato dell’asta di Bolaffi di arredi, dipinti e oggetti d’arte tenutasi a Torino il 5 novembre col 68,5% di lotti venduti e il 72,28% sul valore. Nella vendita era compresa l’eredità “rilasciata” di Bettino Craxi che ha realizzato 271mila euro. In particolare il lotto unico di cimeli garibaldini (offerto in blocco perché notificato dallo Stato italiano per il suo valore culturale) acquistato con offerta scritta a 87.500 euro. L’ad Filippo Bolaffi ha così precisato: “l’acquirente di cui non possiamo rivelare l’identità non è una persona fisica; la destinazione di questi cimeli sarà probabilmente un luogo pubblico”. Nella raccolta garibaldina  figurano alcune opere di particolare valore, come il busto in terracotta di Garibaldi di Ettore Ximenes del 1882. Tra gli altri significativi realizzi, un insieme di ceramiche di Pablo Picasso provenienti dalla fabbrica Madoura di Vallauris (piatti, brocche e piccole sculture), richieste da una clientela italiana, francese, statunitense, che hanno realizzato complessivamente 315mila euro, triplicando la loro base d’asta.

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