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Bologna, Arte Fiera in crisi di mezza età -

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Mercato dell'arte

Bologna, Arte Fiera in crisi di mezza età

  • –di Sivia Anna Barrillà
Gli stand di Arte Fiera a Bologna (29 gennaio-1 febbraio 2016) durante l'anteprima dedicata ai collezionisti (courtesy Arte Fiera Bologna)
Gli stand di Arte Fiera a Bologna (29 gennaio-1 febbraio 2016) durante l'anteprima dedicata ai collezionisti (courtesy Arte Fiera Bologna)

Arte Fiera ha compiuto 40 anni. È stata una delle prime fiere d'arte moderna e contemporanea al mondo (la prima è stata Colonia nel 1967, seguita da Basilea nel 1970), ma le condizioni in cui è arrivata al suo anniversario (29 gennaio -1 febbraio 2016) non sono buone.
Lo dicono molti collezionisti e galleristi, arrabbiati per la gestione della manifestazione da parte di BolognaFiera. “La fiera ha perso la sua impostazione internazionale, è divenuta un enorme evento nazionale a cui le gallerie straniere non partecipano più, il che trova riscontro anche nella sovrapposizione temporale con la fiera di Ginevra” lamenta Antonio Addamiano della galleria Dep Art di Milano.
“Non è colpa dei direttori, ma dell'ente fieristico - continua Addamiano - che non fa alcuna selezione degli espositori, punta solo ad aumentarne il numero per incassare, per cui sono presenti in fiera non le gallerie di riferimento per gli artisti, bensì i dealer che fanno solo mercato secondario. Si vede dai prezzi più bassi e dalla completa assenza di cataloghi sui tavoli di queste gallerie. Per la prima volta in vita mia non ho venduto niente perché io sostengo il mercato dei miei artisti”. È un problema che tocca autori come Turi Simeti, Pino Pinelli e Alberto Biasi, sovraesposti tra gli stand della fiera, tanto che Addamiano ha rinunciato a presentare un solo show di Simeti e si è adattato a mostrare un mix di artisti della galleria con prezzi da 5.000 a 180.000 euro.
Dall'ufficio comunicazione di BolognaFiera che ArtEconomy24 ha sentito sul tema della selezione delle gallerie, fanno sapere che: “le richieste di ammissione raccolte vengono esaminate dal Comitato di Selezione (formato dai direttori, Claudio Spadoni e Giorgio Verzotti, e da sette gallerie, ndr) ed ammesse oppure escluse in virtù della loro rispondenza al progetto curatoriale di ogni singola sezione”. La sensazione, dunque, è quella che ci sia confusione sulle responsabilità della pessima qualità e dell'effetto supermercato. Certamente il trend dal 2013, anno di inizio della direzione artistica di Claudio Spadoni e Giorgio Verzotti, è quello di aumentare i partecipanti: secondo i dati rilasciati dalla fiera, quest'anno le gallerie d'arte moderna e contemporanea sono state 190, il 41% in più dal 2013, e 222 espositori totali, il 28% in più dal 2013. Quest'anno addirittura è stato presentato un terzo padiglione che ha creato non poche polemiche.
Una tendenza espansiva che non trova d'accordo il collezionista veronese Giorgio Fasol: “Non si può continuare ad aumentare il numero delle gallerie senza guardare alla qualità, perché lo scarso livello di molte gallerie presenti inquina tutta la fiera. Dal punto di vista delle vendite potrà anche andare bene, ma non si tratta di un mercato di qualità.”
Critico anche il collezionista Guido Generali, che era in fiera in compagnia di un gruppo nutrito di collezionisti modenesi tra cui anche Massimo Antichi: “Per il moderno la fiera mantiene la sua importanza, ma per il contemporaneo ha perso la sua verve” commenta Generali. “L'impressione è che ci sia tantissimo secondo mercato: poche gallerie che rappresentano l'artista e tante che comprano per rivendere. Il loro numero sembra aumentato. Nel moderno mi pare che vengano proposti gli artisti che ora vanno per la maggior parte, ma ho dubbi sull'attribuzione, anche se non sono un esperto”. Tra le opere più interessanti in fiera, Generali ha notato un'installazione di Gina Pane dall'Elefante di Treviso, un video di Valentina Miorandi da Arte Boccanera, e soprattutto il giovane Guglielmo Castelli (citato da Forbes tra gli artisti sotto i 30 anni più autorevoli del momento) con i suoi oli su tela e su carta da Francesca Antonini di Roma. “Farà presto mostre importanti accanto ad artiste come Carol Rama e Kiki Smith” aggiunge Generali.
Anche il collezionista tedesco residente a Milano Volker Feierabend ha notato che le gallerie seguono molto le tendenze del mercato, come si riscontra nella profusione di Bonalumi in fiera, ma anche lui ha trovato tra gli stand proposte interessanti, come Chiara Dynys, che segue da anni, il giovane trentino Jacopo Mazzoleni e Aron Demetz.
Nonostante il contesto non all'altezza, infatti, i galleristi di qualità hanno creduto in Bologna e nella celebrazione dell'anniversario dell'arte italiana con tante proposte di qualità, spesso creando stand caratterizzati dal dialogo tra artisti storicizzati ed emergenti. È il caso di P420, galleria di ricerca bolognese che proprio durante Arte Fiera ha aperto la sua nuova sede, un white cube grande ed elegante dall'aspetto istituzionale, non lontano dal museo Mambo. Sia nella nuova galleria che in fiera P420 ha creato dei dialoghi sul gesto e sulla linea tra artisti storici, come Paolo Icaro e Irma Blank, ed emergenti, come Riccardo Baruzzi (nominato per il premio Under 40) e Rodrigo Hernández. I prezzi andavano da 3.000 euro a 100.000 per un grande lavoro a biro della Blank, un'artista che negli ultimi due o tre anni ha suscitato grande interesse, anche da parte di musei, e ha triplicato i prezzi. Lo stesso dialogo tra presente e passato è stato creato anche nella fotografia tra artisti come Franco Vaccari e Alessandra Spranzi.
“Il primo problema, in Italia, è quello della frantumazione delle fiere” commenta Claudio Palmigiano. “Abbiamo diversi eventi, ognuno col suo profilo, ma nessuno di livello straordinario. A Bologna mi sono chiesto, come posso dare il mio contributo come collezionista? Allora ho cercato di approfondire il più possibile, dedicando impegno e attenzione per trovare qualcosa di bello. Per esempio le architetture di Alvar Aalto fotografate da Armin Linke da Vistamare (prezzi fino a 12.000 euro, ndr), le opere di Chiharu Shiota da Scognamiglio, le fotografie della grande Regina Galindo da Prometeo, le opere del cinese Liu Bolin da Box Art (Verona) sulla mimetizzazione legata al tema dell'immigrazione, lo stand dedicato a Giorgio Griffa da Biasutti, lrma Blank allo stand di P420, e le fotografie di Jonathan Monk da Pack, con l'artista in attesa all'uscita dell'aeroporto con un cartello con scritto “Godot”. I difetti ci sono e sarà difficile migliorare in questo paese di guelfi e ghibellini e tanti comuni, e allora è meglio andare a cercare il meglio che c'è.”
La fiducia dimostrata dai collezionisti, dall'impegno delle gallerie e dai visitatori - che ad Arte Fiera sono sempre numerosi e quest'anno sono arrivati a 58.000 (+10% sul 2015) - non può essere trascurata. È necessaria, quindi, maggiore trasparenza e qualità, altrimenti non c'è futuro per questa fiera dal grande passato.

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