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Artcurial, l'asta della collezione di Pierre Hebey supera le stime e batte tre record mondiali

  • –di Stefano Cosenz
Roberto Matta Morphologie psychologique de l'angoisse 1938 stima 700-900mila euro realizzo 845mila euro
Roberto Matta Morphologie psychologique de l'angoisse 1938 stima 700-900mila euro realizzo 845mila euro

Un'asta d'eccezione è stata battuta da Artcurial www.artcurial.com a Parigi il 22 e 23 febbraio scorso. “Le Regard de Pierre Hebey” infatti esalta ancora una volta quel genere di vendite formate da un unico appassionato, che ha dimostrato come l'occhio dell'intenditore, unito al gusto, siano una garanzia di successo per i risultati dell'asta. Pierre Hebey, scomparso nel 2015 all'età di 89 anni, è stato dagli anni '50 nella capitale francese un collezionista molto considerato, oltre che un avvocato celebre specialista di diritto della proprietà intellettuale, dotato di una personalità eclettica e infine, negli ultimi 20 anni, scrittore. Mosso dalla passione per la creatività artistica, era sempre alla ricerca di nuove cose da scoprire, da conoscere, da acquistare, anteponendo i suoi gusti alle mode, sempre guidato dalle sue preferenze. Hebey, forte delle sue conoscenze acquisite con l'esperienza, dimostrava il gusto per l'oggetto raro e ben fatto e il senso dell'insieme necessario a chi voglia formare una collezione. Indubbiamente appassionato di antiquariato, ma lo fu in particolare del XX secolo e amico degli artisti della sua epoca, come Max Ernst tra i più vecchi, e Bram van Velde tra i più giovani.

L'intera collezione, suddivisa in quattro sezioni (l'arte moderna e contemporanea, i libri rari e manoscritti, i bronzi francesi del XIX secolo e l'arte déco) e ceduta ad Artcurial dalla moglie Geneviève, ha incassato 8,9 milioni di euro, ben al di sopra della stima globale di 6 milioni, con una percentuale dell'85,5% di lotti venduti. Sono state 1.500 le persone registrate per la partecipazione all'asta, la quale ha battuto tre record mondiali, tra cui, nel settore dei libri, Festin del 1974 dello stesso Pierre Hebey, 12 poemi illustrati da 12 litografie di Max Ernst, venduto a un collezionista europeo per 15.800 euro, contro una stima di 2-3mila, e quattro lotti oggetti di prelazione da parte di istituzioni museali, come un bronzo di Emmanuel Fremiet, Le pelican gastronome, acquistato per 76.200 euro dal Petit Palais di Parigi.

La principale predilezione di Hebey era rappresentata dagli arredi e arti decorative degli anni '20 e '30 del XX secolo, delle quali è stato un autentico scopritore, formando una collezione eccezionale in particolare delle creazioni di Sue et Mare, Duré-Lafon, Eugène Printz e di Jacques Èmile Ruhlmann, rivaleggiando con quelle di Yves Saint-Laurent, del celebre stilista Karl Lagerfeld e di Hélène Rochas. La sezione ha totalizzato 881.741 euro con il 76% di lotti venduti, dimostrando come per i pezzi più significativi le stime siano state bruciate: è il caso di un letto monumentale di Carlo Bugatti del 1902, stimato 10-12mila euro e venduto a un collezionista europeo per 73.700, o come una coppia di applique (lampade murali) di Jean-Michel Frank del 1927, stimate 4-6mila euro e vendute a un collezionista europeo per 63.800.

La sua seconda passione è stata l'arte dei suoi tempi, collezionando opere di Marc Chagall, Max Erst, un gruppo significativo di opere di Pierre Alechinsky, Karel Appel, Asger Jorn e lo scultore Reinhoud d'Haese, dipinti di Braun van Velde, ma anche Robert Matta e Jean Tinguely, Serge Poliakoff e Jean Messagier, con attenta cura per l'insieme. Ed è proprio un olio su tela di Robert Matta del 1938, Morphologie psychologique de l'angoisse, a conquistare il podio assoluto, 845mila euro, in una vendita di arte moderna, post-war e contemporanea che ha fatturato 5.054.650 euro, con il 100% dei lotti venduti (75% dei lotti venduti a stranieri). Marc Chagall è presente tra i Top Five con tre opere, tra cui L'écuyére del 1976 venduta per 770.600 euro contro una stima di 600-800mila. Ottima performance per un dittico di Pierre Soulages, Peinture del 1984, 246 x 117 cm, venduto per 448.200 euro contro una stima di 200-400 mila. Tra le opere dei giovani artisti che lui ha collezionato, La tentation du tantra di Pierre Alechinsky, acrilico e inchiostro su carta incollata su tela del 1969, ha realizzato 101mila euro, quattro volte la sua stima.

Buon successo anche per la sezione Libri e manoscritti, che riflette la sua passione per la bibliofilia e che si trasforma nell'ultima parte della sua vita in un impegno come scrittore: 667.016 euro di fatturato, con l'89% di lotti venduti. Importante la presenza di opere letterarie surrealiste, come Constellations del 1959 di André Breton, illustrato da Joan Mirȯ, venduto per 50mila euro, contro una stima di 20-25mila.
E infine il bronzo, materiale già presente nell'antichità, che si sviluppa nel Rinascimento e poi nell'epoca barocca, per trovare nel XIX secolo la sua piena maturità. È proprio questa epoca in cui Pierre Hebey riconosce il maggior numero di artisti che ricorrono al bronzo per la realizzazione artigianale di più esemplari che si differenziavano per la qualità, sia all'occhio che al tocco.

Hebey ha raccolto un centinaio di sculture, perfettamente scelte, dalla statuetta al grande modello, i cui autori hanno nome Jean-Baptiste Carpeaux, Auguste Clésinger, James Pradier, Antoine-Louis Barye, Christophe Fratin, Auguste Rodin, Jules Dalou e infine l'artista che ha maggiormente appassionato il collezionista, Emmanuel Fremiet. La vendita dei suoi bronzi ha realizzato 2.331.985 euro con una percentuale dell'89% di lotti venduti. Il top lot è risultato un bronzo del 1860 di Antoine-Louis Barye, Angélique et Roger montés sur l'hippogriffe, venduto per 237.400 euro, contro una stima di 80-120mila, mentre eccellente performance è stata raggiunta da due bronzi, Le chinois (esquisse) di Jean-Baptiste Carpeaux, volato da 8-12mila euro a 70mila, e da un altro bronzo di Barye del 1847, Elephant écrasant un tigre, volato da 4-6mila euro a 66.300.

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