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Maastricht in bilico, Tefaf vuol rinnovarsi

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Mercato dell'arte

Maastricht in bilico, Tefaf vuol rinnovarsi

  • –di Roberta Olcese
Gaspar Van Wittel, Called Vanvitelli “Amersfoort” 1652/1653 - 1736 Rome. A View of the Bay of Pozzuoli, near Naples, taken from the east, looking towards the port of Baia, with the Islands of Nisida Procida and Ischia
Gaspar Van Wittel, Called Vanvitelli “Amersfoort” 1652/1653 - 1736 Rome. A View of the Bay of Pozzuoli, near Naples, taken from the east, looking towards the port of Baia, with the Islands of Nisida Procida and Ischia

Che fine farà Tefaf? Stiamo parlando della più importante fiera al mondo di arte soprattutto antica, che riunirà 269 tra i migliori antiquari e galleristi (18 sono italiani) a Maastricht dall'11 al 20 marzo. Rumors rimbalzano la notizia che il contratto con il Mecc , il Maastricht Exhibition and Congress Centre che ospita la mostra dal 1988, sia in scadenza tra due anni e che con l'occasione la fiera voglia rinnovarsi e rivolgersi a mete più facili da raggiungere come Bruxelles o Amsterdam in Europa e New York per gli Stati Uniti. Città dove il soggiorno dei paperoni dell'arte - collezionisti, investitori e direttori di musei – potrebbe conciliare ulteriori appuntamenti data la presenza di importanti musei.
Fantascienza o fanta-arte? “Maastricht ha un contratto lungo rinnovato pochi anni fa con la fiera”. Smentisce e rassicura Fabrizio Moretti, l'unico dealer italiano a far parte del comitato esecutivo di Tefaf. E aggiunge “Ci sono voci che dicono “portiamola a Bruxelles” ma la magia di Maastricht non va cambiata”. Moretti lo sa bene visto che quest'anno metterà in vendita a Tefaf per la prima volta la celebre veduta del Canal Grande di Bernardo Bellotto che faceva parte della collezione di Castel Howard, un capolavoro considerato tra le opere più antiche e importanti dell'artista, acquistata lo scorso luglio a Londra da Sotheby's per 3,5 milioni di euro. Sarà in vendita alla fiera olandese per oltre 5 milioni di euro.

Moretti Gallery, Sano di Pietro (1405-Sienna-1481), “Madonna and Child enthroned; Christ Pantocrator”. Tempera on panel, 150.3 x 58.4 cm

L'idea di rinnovarsi degli organizzatori e creare maggiori flussi di denaro è evidente: da quest'anno Tefaf si apre al mercato americano con due nuovi appuntamenti proprio a New York. Il primo sarà a ottobre, una esclusiva mostra di antiquariato, mentre a maggio del 2017 toccherà al moderno e al design. “Portare Tefaf nella Grande Mela è stato un parto difficile ma vincente, abbiamo acquistato il 50% delle due mostre che si divideranno tra antico e moderno” spiega Moretti. A chi si rivolge la nuova fiera dell'antico? “Alla clientela americana che non può venire a Maastricht”. Nello specifico? “Gli operatori della finanza che non hanno tempo da perdere per volare a Maastricht o i tanti musei americani che hanno budget tra 200-300 mila dollari, ma che oggi non riescono anche a pagare il viaggio del curatore in Europa. A New York il curatore potrebbe andarci in treno e i costi sarebbero abbattuti”.
Il nuovo appuntamento a Manhattan congestiona però il calendario delle fiere autunnali. A settembre da quest'anno la Biennale di Parigi diventerà annuale e assorbirà Paris Tableau, la mostra dedicata ai dipinti antichi. A seguire ad ottobre ci sarà Frieze Master, l'appuntamento glamour con l'antico in programma a Londra durante Frieze la fiera di arte contemporanea. E infine ci sarà Tefaf a New York. Non sono troppi appuntamenti? Con il rischio che le opere in vendita siano sempre le stesse. “Se devo essere sincero le uniche rivali di Tefaf a oggi sono le case d'asta, Sotheby's e Christie's Rendere annuale Parigi credo sia un errore che favorirà la Biennale di Firenze che oltre a essere la più antica ora sarà l'unica mostra in programma ogni due anni”. Risponde Moretti che anche il segretario della BIF. Ultimamente però i risultati sull'antico delle aste di Christie's non sono stati esaltanti. “Hanno avuto due aste negative, ma può succedere e poi aspettiamo di vedere il catalogo di aprile, pare sia molto interessante”. Anticipa il mercante.

Che i capolavori antichi passino da Tefaf è una certezza. E spesso hanno delle storie interessanti alle spalle. I dealers Tomasso Brothers Fine Art mostrano per la prima volta insieme due busti in marmo policromo raffiguranti Orazio e Cicerone, realizzati nel XVIII secolo a Roma, e poi acquistati durante il Grand Tour dal conte Thomas Herbert per la celebre collezione di Wilton House, una raffinata tenuta inglese.
In altri casi la fiera è un'occasione per presentare delle nuove scoperte. L'antiquario Giovanni Sarti di Parigi mostrerà per la prima vola una “Giuditta che decapita Oloferne” su rame attribuita di recente a Artemisia Gentileschi, opera sconosciuta fino ad ora.
I galleristi Robilant e Voena storici mercanti internazionali con sede a Milano, Londra e New York dedicano lo stand di Tefaf alle vedute settecentesche di Gaspar Van Wittel (1653-1736; detto Vanvitelli). “Celebriamo a Maastricht il maestro nato in Olanda ma che ha vissuto in Italia, l'opera più importante che avremo è la Veduta della Baia di Pozzuoli” spiega Marco Voena (170 x 71 cm), il dipinto è quotato 1,6 milioni di euro. Bazzecole però se lo si confronta con un Concetto Spaziale (fondo rosso con tre tagli) di Lucio Fontana che gli stessi galleristi propongono a 5,8 milioni di euro. Come a dire che con il Novecento si vince sempre. Tanto per non sbagliare Tornabuni espone un Rosso e Nero di Alberto Burri del 1955 che potrebbe eguagliare i risultati delle ultime aste, la richiesta anche qui è di 7,5 milioni di euro.

Lucio Fontana (Rosario de Santa Fé 1899 – 1968 Varese), “Concetto spaziale. Attese”, 1967. Idropittura su tela, 93 x 73 cm, firmato, titolato e scritto sul retro: l. Fontana / Concetto Spaziale /ATTESE / Nel 1906 quando arrivai / a Milano c'erano i tram / a cavalli

Eppure uno dei punti deboli di Tefaf, fiera ineguagliabile per eleganza ed eccezionalità dei pezzi, è proprio il dipartimento di arte moderna, alcuni galleristi recentemente hanno disdetto lo stand a favore di altre mostre. “A Maastricht il moderno funziona, negli ultimi anni però il mondo è cambiato, le altre fiere sono più brevi si fanno in quattro cinque giorni, molti galleristi non vogliono spendere troppo tempo, il mondo va veloce. In ogni caso ci sono sempre dei buoni mercanti d'arte moderna e il dipartimento contribuisce a portare pubblico” conclude l'antiquario fiorentino. Non ci resta che attendere e vedere la fiera a partire dalla preview di giovedì prossimo e osservare come si assesterà Tefaf nel panorama internazionale nel prossimo futuro.

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