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Bologna, Blu cancella la sua opera per non entrare nel museo, il diritto gli dà torto o ragione?

  • –di Marilena Pirrelli

Va di scena a Bologna lo scontro sulla mercificazione dell'arte e, in particolare proprio della Street Art, che nasceva tre decenni fa, nella sua essenza popolare, per dissacrare la proprietà privata e il ruolo dei musei. Il no di Blu e di altri artisti alla mostra “Street Art Banksy & Co.
L'arte allo stato urbano” che si inaugura domani a Palazzo Pepoli organizzata da Genus Bononiae, la “creatura” di Fabio Roversi Monaco, che per mostrare i graffiti d'autore li ha staccati da muri ed esposti in un museo, ha anche un fondamento nel diritto?
La giurisprudenza si è già espressa nell'ambito del diritto d'autore (Legge, 22/04/1941 n° 633) nell'arte di strada? Una cosa è certa i curatori hanno confermato che le opere sono state staccate da muri privati dopo aver avuto l'autorizzazione dal proprietario dei muri, i quali a breve sarebbero stati abbattuti. L'uso politico che si sta facendo del gesto di Blu di cancellare i suoi murales con l'aiuto del gruppo di occupanti dei centri sociali XM24 e Crash - che a loro volta sono stati denunciati e rischiano una sanzione penale - ha acceso la campagna elettorale.

Ma quei graffiti sui muri di chi erano? Dell'artista o del proprietario dei muri (pubblici o privati che fossero)? Chi ha diritto di cancellarli o staccarli?
“Premesso che gli stacchi erano stati autorizzati dal privato proprietario dei muri, a livello giuridico, per il principio dell' accessione (di cui all'art. 936 c.c.) il proprietario del muro diventa proprietario dell'opera, ma non titolare dei diritti d'autore sulla stessa, di solito si tratta di edifici pubblici”, spiega Lavinia Savini avvocato esperto di proprietà intellettuale e diritto dell'arte dello Studio bolognese IDEALex.

Anche le opere potenzialmente illecite sono tutelabili dal diritto d'autore?
“Sì, perché la legge 633 tutela l'opera dell'ingegno avente carattere creativo (art. 1) per il solo fatto di essere stata creata e, tra i criteri di protezione e tutela, non è richiesta la liceità dell'opera. Anche se l'opera fosse contraria al buon costume sarebbe tutelata e l'autore potrebbe vantare diritti patrimoniali e morali sulla stessa” prosegue l'avvocato Savini.

È stato richiesto il consenso degli artisti per rimuovere i murales e portarli nella mostra?
“Secondo quanto dichiarato dall'organizzazione solo alcune delle opere sono state asportate a Bologna con lo strappo e gli organizzatori avrebbero comunicato il progetto ai writers, quali Blu, Ericailcane, Dado e Cuoghi Corsello, sembrerebbe che alcuni abbiano aderito in maniera entusiastica al progetto mentre altri, come Blu ed Ericaeilcane non avrebbero preso posizione, per poi reagire”.

Può dirsi violato il diritto morale d'autore di questi artisti che esprimono la loro opera su supporti non proprietari?
“È molto difficile dare una risposta univoca e le posizioni sono discordi perché non esistono, a quanto mi consta, precedenti giurisprudenziali in casi analoghi, neppure a livello comunitario. Credo che il progetto bolognese sia unico nel suo genere: staccare dei murales ed esporli in un museo” conferma l'avvocato.

Il progetto espositivo ha violato il diritto morale che nasce dall'arte di strada di restare in strada, musealizzarla è una forzatura? L'articolo 20 della legge 633 difende paternità e modificazione dell'opera: “Indipendentemente dai diritti esclusivi di utilizzazione economica dell'opera, ed anche dopo la cessione dei diritti stessi, l'autore conserva il diritto di rivendicare la paternità dell'opera e di opporsi a qualsiasi deformazione, mutilazione od altra modificazione, ed a ogni atto a danno dell'opera stessa, che possano essere di pregiudizio al suo onore o alla sua reputazione. Ecc.”.

L'azione di Blu rappresenta la denuncia della violazione di un diritto morale?
“In Italia non esistono precedenti giurisprudenziali specifici sul diritto morale d'autore relazionato alla Street Art. Si potrebbe astrattamente ipotizzare una violazione (art. 20 ) del diritto morale d'autore dei writers coinvolti - manifestatasi attraverso le contestazioni poste in essere con la cancellatura dei murales - bisogna però valutare se, a livello di diritto, un'operazione finalizzata all'esposizione, archiviazione e conservazione dell'opera, e non alla vendita, possa essere considerata “atto a danno dell'opera atto a recare pregiudizio alla reputazione e all'onore dell'artista ..” si chiede l'avvocato
“Banksy nel 2014 disconobbe la paternità di alcune sue opere, così da non autorizzare le vendite, perché erano state staccate dai muri per essere vendute”.
“Nei pochi precedenti giurisprudenziali riguardanti il diritto morale d'autore è stata riconosciuta la sua violazione, per esempio, tanto nel caso in cui sia stata lasciata degradare l'opera per colpa del proprietario quanto nel caso in cui sia stata alterata la modalità di presentarla al pubblico immaginata dall'autore” spiega l'avvocato Savini. “In una datata sentenza, dell'87, la violazione ricorreva poiché in una mostra di opere di un artista, provenienti da una sola collezione privata, le opere erano state indicate come realizzate in un solo periodo di tempo senza specificare che si trattava di opere provenienti da un solo collezionista. Così come la violazione è stata riconosciuta quando l'opera di un autore è stata utilizzata, da un editore, congiuntamente ad opere di altri di cui l'autore non condivideva il credo. Se l'autore considera che la musealizzazione snaturi il senso della sua espressione creativa potrebbe tentare di avanzare questa forma di violazione. A favore del progetto espositivo sulla Street Art vi è, però, la finalità conservativa e archivistica, senza finalità lucrativa e di vendita. La riflessione diventa, a mio avviso, di portata ben più ampia: l'artista può opporsi a che le sue opere vengano conservate e tutelate o che finiscano in un museo? Al giudice l'ultima parola” conclude l'avvocato.

Insomma l'artista può rifiutarsi di finire nel circuito dell'arte: non lo è già quando il suo valore creativo viene riconosciuto dalla critica? Il diritto morale arriva a tanto? Blu ha già lavorato con i musei per i muri del Moca di Los Angeles e della Tate Modern di Londra, con tutti i pro e i contro.
Il gesto dello scorso fine settimana di Blu poteva essere evitato da un semplice diniego all'esposizione? La morte per cancellazione dei suoi murales ha sconcertato la città e l'ha privata di quell'opera. Ci auguriamo solo che il suo genio creativo continui ancora a esprimersi sui muri di Bologna.

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