
Tre giorni dopo la prima vendita ufficiale di AlBaihe, la casa d'aste inaugurata all'inizio di questa settimana a Doha (Qatar), sono finalmente arrivati i numeri ufficiali e il sentimento che suscitano è quello di un cauto ottimismo.
I 240 nell'appuntamento “Islamic and Orientalist Art” hanno totalizzato 346.460 dollari, con una quota di venduto intorno al 30%, vale a dire 86 lotti in totale, che sembra poco se si guarda alle aste di arte moderna e contemporanea delle major nelle capitali finanziarie del mondo, ma che così non appare se si tiene conto che siamo in un paese del Medio Oriente, che questa è per ora una piccola struttura, e che anche a Doha lo scenario politico economico attuale non è certo quello in cui sono maturati progetti ambiziosi come il National Museum of Qatar (ancora da completare) o la stesso Katara Cultural Village, dove appunto ha sede Al Bahie.
E non sarebbe un grande problema se anche qualcuno dei lotti è stato acquisito dalla sciecca Al Mayassa bint Hamad bin Khalifa Al Thani o, più verosimilmente, da un altro illustre membro della famiglia Al-Thani, lo sceicco Faisal Bin Qasim, entrambi presenti lo scorso martedì alla cerimonia di inaugurazione secondo i media locali. Sarebbe piuttosto la dimostrazione che i membri più illuminati della famiglia reale fiancheggiano l'operazione e, come forse è il caso di Faisal Bin Qasim, stanno comprando per allargare ulteriormente le proprie collezioni personali – si veda lo straordinario Sheik Faisal Musem, che va dalle macchine di Formula 1, a mobili, tappeti, navi da pesca, accendini, scarpe e quant'altro rappresenta la storia del Qatar e quella personale dello sceicco – o per quelli dei musei pubblici, come appunto il National Museum of Qatar o il Museum of Islamic Art, scendo molti la miglior collezione d'arte islamica la mondo.
A conferma che qui un vero e proprio mercato è ancora tutto da costruire, e che gli eventuali battitori stranieri, se ci sono stati, non hanno avuto vita difficile, tutti i lotti venduti si sono attestati intorno alle stime minime, compresi i due top lot della tornata, un prezioso armadietto ottomano con intarsi di madreperla e tartaruga - venduto per “soli” 18.000 dollari -, e una porta intagliata, anch'essa ottomana, aggiudicata per 16.000. Le cifre non sono di quelle che accendono la fantasia degli avidi di denaro, ma forse è proprio questo il motivo per essere ottimisti riguardo a AlBahie. Questa è realtà, non artificio finanziario o mediatico, e al di là delle voci più o meno maligne a suo riguardo, il Qatar rimane di gran lunga il paese mediorientale con la miglior politica culturale e con i migliori musei. E se è presto per dire se AlBahie riuscirà nella propria missione, è un fatto che il seme in questo caso non è stato piantato nel deserto.
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