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Conversazioni a Miart, la difficile circolazione dell'arte italiana

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Conversazioni a Miart, la difficile circolazione dell'arte italiana

  • –Maria Adelaide Marchesoni

Le prospettive del mercato in Italia, è stato l'argomento affrontato in uno dei vari incontri che si sono svolti in questa edizione 2016 del Miart. A delineare gli aspetti più importanti della situazione del mercato dell'arte in Italia, Roberto Rampi, Commissione Cultura Camera dei Deputati, Bruno Corà, presidente Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri, Pietro Valsecchi, collezionista, Giuseppe Calabi partner CBM & Partners e Anna Maria Gambuzzi, presidente Angamc (l'associazione delle gallerie di arte moderna e contemporanea).

Il tema è stato introdotto dall'avvocato Giuseppe Calabi che ha informato la platea sullo stato di avanzamento lavori della proposta del disegno di legge che dovrebbe innalzare la soglia della notifica delle opere d'arte da 50 a 70 anni (la proposta iniziale era per 100 anni). L'emendamento (n. 5026), che dovrebbe essere in corso di approvazione, permetterebbe una circolazione, in entrata e in uscita, delle opere d'arte che sono state realizzate negli ultimi 70 anni attraverso una semplice autocertificazione, ad eccezione delle opere uniche e di quelle per le quali è necessaria una particolare tutela. L'emendamento affronta anche il nodo della soglia di valore delle opere ai fini dell'esportazione stabilita dal Regolamento (CE) n. 116/2009

I partecipanti alla conversazione, moderati da Marilena Pirrelli, attraverso la loro esperienza sono stati concordi nell'affermare che l'attuale legge rappresenta un fattore che limita non solo lo sviluppo del mercato dell'arte in Italia, ma anche il sostegno all'arte contemporanea.

Alcuni dati del mercato dell'arte fanno infatti emergere chiaramente che l'arte italiana del dopoguerra raggiunge altissimi valori sulle piazze estere: l'ultimo top lot di Lucio Fontana “Concetto spaziale La fine di Dio” del 1964 è stato battuto a New York lo scorso novembre sfiorando i 30 milioni di dollari. In Italia un'opera di Fontana, sempre un “Concetto spaziale. Attesa” del 1964-65 ha raggiunto il massimo per il mercato italiano di 1.690.950 euro. Del resto l'aliquota agevolata all'importazione dai paesi extra Ue vede l'Italia con il suo 10% venire dopo il 5% del Regno Unito e il 5,5% della Francia. E naturale che altri paesi diventino mercato di scambio prescelti dai collezionisti.

Lo sviluppo dell'arte moderna e contemporanea deve necessariamente passare attraverso una moderna forma di tutela, di politiche di valorizzazione e processi di semplificazione normativa e amministrativa per favorire un'efficiente circolazione sul mercato. Il mercato dell'arte in Italia è attualmente limitato da una normativa rigida, vetusta, caratterizzata da processi burocratico-amministrativi.

Bruno Corà, presidente Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri ha voluto sottolineare come nel corso degli anni in Italia la situazione non sia cambiata e a occuparsi del mercato dell'arte sono solo le gallerie che con il loro lavoro sostengono l'arte. E lo stesso Burri, durante la sua vita, ha progettato affinché la sua eredità artistica potesse sopravvivere definendo le opere che sarebbero rimaste in esposizione alla Palazzo Albizzini e quelle che si sarebbe potuto vendere sul mercato per dare nel tempo un sostegno economico alla Fondazione.

Roberto Rampi, della Commissione Cultura della Camera dei Deputati, nel suo intervento ha voluto sottolineare che “tutela e valorizzazione non sono nemici”. In Italia prevale una concezione errata della tutela, “non bisogna tenere le opere chiuse in un magazzino, bisogna far vivere l'arte, prestare senza paura” ha sottolineato Rampi.

Infine l'onorevole ha voluto sottolineare l'importanza del bene arte come asset per l'economia anche sul versante del collezionismo che, seppur mosso dalla passione, rappresenta anche un investimento economico e deve essere visto come un alleato per il sistema.

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