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Miart 2016. De Bellis conclude con successo il suo mandato

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Mercato dell'arte

Miart 2016. De Bellis conclude con successo il suo mandato

  • –Silvia Anna Barrilà e Maria Adelaide Marchesoni

Si è appena conclusa a Milano la 21ª edizione della fiera per l'arte moderna e internazionale Miart (8-10 aprile), la quarta e ultima diretta da Vincenzo de Bellis, curatore e fondatore dello spazio non-profit Peep-Hole di Milano, ora nominato Curatore per le Arti Visive dello Walker Art Center di Minneapolis. Successo di pubblico e entusiasmo da parte dei galleristi presenti non solo per le vendite realizzate, ma anche per la selezione degli autori che ha permesso di presentare progetti artistici di elevata qualità e in alcuni casi di livello museale.

Per il nuovo direttore bisognerà aspettare ancora un po', anche se in fiera fin dal primo giorno si vociferava su chi sarà e in tanti facevano il nome di Alessandro Rabottini - ora vice-direttore. La fiera né conferma né smentisce. Di certo c'è che per proseguire l'opera di de Bellis il nuovo direttore dovrà avere un background curatoriale.

Durante i quattro anni del suo mandato de Bellis ha saputo fa crescere i visitatori, passati dai 32.000 del 2013 ai 45.000 di quest'anno (+10% rispetto al 2015), e a fare di Miart una fiera più internazionale e più strettamente connessa con la scena artistica della città, che sta vivendo un momento di eccezionale vivacità con l'apertura di tanti nuovi spazi privati e non-profit. Sono di questi giorni le inaugurazioni, per esempio, dello spazio per la cultura e la creatività BASE, all'ex-Ansaldo; del progetto Current, di Alessandro Azzoni, Ruben De Sousa, Tania Fiaccadori, Carlo Miele, Francesco Pieraccioni e Marcella Toscani; e del progetto Mega, di Davide Giannella, Delfino Sisto Legnani e Giovanna Silva - solo per citare qualcuna delle novità.

De Bellis è riuscito, inoltre, a sottolineare lo spessore curatoriale della fiera inserendo durante il suo mandato nuove categorie come ThenNow, in cui coppie di gallerie condividono uno stand mettendo in dialogo un artista storico e uno emergente, e Decades, a cura di Alberto Salvadori, in cui ogni galleria rappresenta un decennio d'arte del Novecento. La fiera e tutto il programma dell'Art Week hanno attirato un collezionismo molto attento (+15% di collezionisti, provenienti da Svizzera, Gran Bretagna, Francia, Germania, Belgio, Stati Uniti e Canada), che ha apprezzato un'offerta curatoriale in alcuni casi anche un po' più complessa, con eventi di alto profilo come Carsten Höller all'Hangar Bicocca; Sarah Lucas all'albergo diurno di Porta Venezia, in una mostra suggestiva organizzata dalla Fondazione Trussardi; una collettiva curata da Thomas Demand e una personale di Goshka Macuga alla Fondazione Prada; e la mostra L'Inarchiviabile/The Unarchivable. Italia anni '70, a cura di Marco Scotini in collaborazione con Lorenzo Paini sulla scena artistica italiana degli anni '70, al nuovo polo per il collezionismo FM Centro per l'Arte Contemporanea.

Alcuni stand in fiera riproponevano le opere degli artisti protagonisti degli eventi cittadini, come quello dell'americano Andrew Kreps con The end of History di Goushka Macuga (50.000 euro), o quello di P420 di Bologna, che presentava opere di Franco Vaccari e Irma Blank, entrambi tra i protagonisti della mostra del nuovo centro FM, il primo con prezzi tra 5.000 e 25.000 euro e la seconda con un'installazione in dialogo con l'artista Maaile Schoorel della galleria Marc Foxx di Los Angeles all'interno della sezione ThenNow.

Rimanendo in questa sezione, molto interessante e apprezzato dai collezionisti è stato il lavoro di Daniel Steegman Mangranè, artista spagnolo attivo in Brasile e rappresentato dalla galleria Esther Schipper di Berlino che esponeva per la prima volta a Miart su invito dei curatori della sezione, Jarrett Gregory e Pavel Pyś. Le opere di Steegman (8.500-17.000 euro) erano esili rami di alberi sospesi incisi in cui l'artista aveva inserito oggetti presi dalla vita quotidiana, o sezionati per realizzare due forme identiche, messi in dialogo con Giovanni Anselmo, rappresentato da Vistamare di Pescara.

Altra “coppia” che ha riscosso l'attenzione dei visitatori, la collaborazione tra Rirkrit Tiravanija e il suo ex allievo Korakrit Arunanondchai, rappresentati rispettivamente da Gavin Brown Enterprise e Clearing. L'installazione, al prezzo di 150.000 dollari, è stata ispirata da una poesia Sara Teasdale e comprendeva una piattaforma in denim con bruciature e cenere e un video con un falò.

Tra i galleristi della sezione Established, Raffaella Cortese, soddisfatta dal punto di vista commerciale, ha sottolineato un curioso interesse da parte dei collezionisti e del pubblico in generale. Nello stand erano presenti opere di Marcello Maloberti, Barbara Bloom con due delle sue opere dedicate al tema della cecità (il tappeto, Under a Sky of Flawless Blue, 2015 e un'opera su carta con micro-testi), Joan Jonas con disegni su carta del 2014, gli acquerelli di Silvia Bächli, acquerelli e fotografie Roni Horn del 1999, che la gallerista ha venduto durante l'opening a circa 50.000 euro.

Massimo Minini, il primo giorno, aveva venduto due opere di Sheila Hicks al prezzo di 35.000 euro, protagonista anche di un progetto artistico promosso da Loro Piana, e nello stand presentava i lavori di Luigi Ghirri, John Hilliard, Paolo Icaro, Sabrina Mezzaqui, Landon Metz, Ariel Schlesinger.

Per Decades la proposta di Richard Saltoun Gallery ha attirato l'attenzione di numerosi collezionisti con una proposta che ha preso avvio dalla mostra a cura di Paola Ugolini che si è svolta a Londra nell'ottobre 2015 intitolata The Body as Language: Women and Performance. “È un momento importante di riscoperta della body art femminista - ha spiegato la curatrice - sto trattando una mostra sul tema con due istituzioni italiane e conto di concludere con una delle due”. In stand c'erano opere delle austriache Renate Bertlmann, Valie Export, Jo Spence, Ketty La Rocca e Luigi Ontani, unico artista uomo che pure ha attratto l'attenzione dei collezionisti.

I prezzi oscillavano tra 5.000 euro per un'opera molto radicale di Suzanne Santoro venduta durante la preview a 120.000 euro per opere uniche di Helena Almeida e Gina Pane
Anche quest'anno sono stati assegnati numerosi premi: il Premio Rotary Club Milano Brera per l'Arte Contemporanea e i Giovani Artisti, giunto alla ottava edizione e dedicato quest'anno al rapporto tra arte e politica, impegno sociale e civile, è stato assegnato a Francesco Jodice per la fotografia What We Want, Tulum Pueblo, M05AB (2006). Per la sezione Emergent il premio del valore di 4.000 euro è stato assegnato a García Galería di Madrid che esponeva il lavoro del danese Rasmus Nilausen e dello spagnolo Karlos Gil. Infine la galleria Wilkinson di Londra si è aggiudicata il Premio Herno, del valore di 10.000 euro, grazie al suo stand dedicato agli anni Ottanta nella sezione Decades.

Anche in questa edizione del Miart la Fondazione Fiera Milano ha acquisito alcune importanti opere selezionate da una giuria internazionale composta da Benito Benedini, Presidente, Fondazione Fiera Milano, Bettina Della Casa, Curatrice Museo della Svizzera Italiana di Lugano, Douglas Fogle, curatore indipendente e critico di Los Angeles, co-fondatore del curatorial office STUDIO LBV e Martin Germann, Senior Curator dello S.M.A.K. di Ghent. La novità è che quest'anno il fondo è stato aumentato da 50.000 a 100.000, ma ha soddisfatto solo l'acquisto delle seguenti tre opere:
Michael Krebber
Trittico Untitled, 1992
acquarello e guache su carta
cm 32 x 24,3
dalla Galleria Dépendance, Brussels

Nick Mauss
Override 2016
Glazed ceramic
cm 34 X 44
dalla Galleria Campoli Presti, Parigi - Londra

Irma Blank
Radical Writings, Exercitium 9-8-94, 1994
olio su tela
cm 35 x 50
dalla Galleria P420, Bologna

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