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Mercato dell'arte

Art Brussels ha riaperto la città al collezionismo internazionale

  • –di Stefano Cosenz
Visione di stand di gallerie internazionali partecipanti ad Art Brussels (DAVIS PLAS for Art Brussels 16)
Visione di stand di gallerie internazionali partecipanti ad Art Brussels (DAVIS PLAS for Art Brussels 16)

Art Brussels 2016 , una delle più importanti fiere europee di arte contemporanea, arrivata quest'anno alla sua 34a edizione, ha riportato nella capitale belga molti i collezionisti internazionali, dopo i recenti attentati. La fiera, che ha chiuso i battenti il 24 aprile nei prestigiosi spazi di Tour & Taxis dove per la prima volta è stata organizzata, grazie alla nuova strategia voluta dalla direttrice artistica Katerina Gregos, ha evitato il gigantismo che caratterizza spesso le importanti fiere internazionali, ma che non necessariamente beneficia gallerie, artisti e collezionisti: il numero degli artisti le cui opere sono state proposte in fiera è sceso a 627 (rispetto agli oltre 2.000 presentati nel 2012 quando la Gregos entrò in carica) e il numero delle gallerie internazionali partecipanti si è ridotto, a causa dei ridotti spazi di Tour & Taxis, da 191 a 141. Art Brussels ha consolidato un suo importante ruolo, quello di scoprire importanti artisti emergenti proposti a fianco di artisti la cui fama è ormai consolidata, grazie alla particolare struttura della fiera organizzata in tre precise sezioni: 1) la sezione DISCOVERY focalizzata sugli artisti giovani, emergenti e meno conosciuti con opere recenti realizzate dal 2013 al 2016; 2) la sezione PRIME focalizzata sugli artisti di fama consolidata di arte moderna e contemporanea; 3) la nuova sezione REDISCOVERY dedicata all'arte tra il 1917 e il 1987 di artisti viventi o scomparsi che sono “poco conosciuti”, “sottostimati” o “dimenticati” e che offre la possibilità di estendere lo stand con una presentazione “SOLO”. “SOLO” è un progetto ambizioso dedicato ad un unico artista esposto da solo nell'intero stand del gallerista o in un'estensione dello stand principale.

La fiera ha goduto la presenza dal 21 aprile (il giorno del vernissage) al 24 aprile di 25.628 visitatori provenienti in particolare da Belgio, Francia, Germania, Italia, Lussenburgo, Scandinavia, Olanda e Inghilterra, ma anche dall'Australia, dalla Turchia e dagli Usa. Tra i numerosi importanti collezionisti, Michael & Susan Hort dagli USA, Jules & Barbara Farber e Josée & Marc Gensollen dalla Francia, Kamiar Maleki dall'Inghilterra, Shohidul Choudhury dagli Emirati Arabi. Tra i personaggi più influenti nel mondo dell'arte, Konrad Bitterli del Kunstmuseum St. Gallen, Iwona Blazwick della Whitechapel Art Gallery, Marina Dacci della Collezione Maramotti. Numerosi i curatori di musei internazionali, tra cui del Palais de Tokyo e del Centre Pompidou di Parigi, dello Stedelijk Museum e della Tate Modern di Londra.

Fra le gallerie della sezione PRIME, la Galerie Lelong di Parigi e New York ha venduto un grande bronzo di Jaume Plensa per 340mila euro, mentre la Galerie Greta Meert di Bruxelles ha ceduto due dipinti di Koen van den Broek per 50mila euro ciascuno. La Galerie Rodolphe Janssen di Bruxelles ha venduto un'opera di Sam Moyer ad un importante collezionista belga per 35mila euro. Tra le nuove entry, la galleria Lyles & King di New York, fondata meno di un anno fa, ha venduto nove dipinti di Chris Hood con un range di prezzi da 6mila e 16mila euro e due sculture di Philip Birch, tra cui una scultura video del 2016, Interventionist Agen #2 (Constantine), per 8.500 euro a un collezionista belga, mentre New Art Centre di Salisburgo ha venduto, tra le altre opere, un lavoro di William Tumbull ad un collezionista australiano per circa 200mila euro. Un'installazione del celebre artista olandese Levi van Veluw esposta nella sezione SOLO presso la Galerie Ron Mandos di Amsterdam è stata portata via per 45mila euro. La galleria Xavier Hufkens di Bruxelles ha ceduto a un collezionista europeo un'opera di Alice Neel del 1965, Vivienne Wechter, per 550mila dollari nelle prime due ore della fiera. La stessa galleria ha venduto una maschera di Thomas Houseago per 160mila dollari, una scultura di Antony Gormley per 175mila sterline, un dipinto di Walter Swennen del 2016, Transformations, per 40mila euro e un paio di dipinti di Harold Ancart per 30mila dollari ciascuno.

Le vendite di opere degli artisti più giovani hanno goduto un grande successo di vendita: numerosi curatori e direttori di musei hanno commentato di aver scoperto molti artisti per la prima volta alla fiera. In particolare, nella sezione DISCOVERY, la collaborazione fra Copperfield di Londra e Division of Labour di Worcester ha permesso di fare il sold out tra gli artisti emergenti, in particolare due opere di Alastair Mackie vendute alla Eres Foundation di Monaco. Tra gli artisti emergenti più applauditi, il 25enne inglese Finbar Ward presentato dalla galleria Geukens & De Vit di Anversa: una sua scultura del 2016, The Wedge, è stata venduta a uno dei più importanti collezionisti in Belgio per 10mila euro.

Nella sezione REDISCOVERY, Timothy Taylor di Londra ha venduto due opere di Eduardo Terrazas per 36mila euro ciascuna. Fotografie di Barbara e Michael Leisgen sono state vendute a collezionisti internazionali presso beta pictoris gallery di Birmingham in Alabama, tra cui un'opera degli artisti del 1972, Eintauchen, ad un collezionista newyorkese per 18mila euro. Nella stessa sezione la Galerie Steinek di Vienna ha venduto opere di Renato Bertimann ad un museo europeo e a molti collezionisti privati con un range di prezzi da 2 e 34mila euro. Ancora nella sezione REDISCOVERY la Galerie Daniel Templon di Parigi e Bruxelles ha venduto a un collezionista privato un'opera del giapponese Chiharu Shiota (le sue quotazioni vanno da 10 a 50 mila euro) che nel 2015 è stato esposto alla Biennale di Venezia, quattro opere del senegalese Omar Ba con una range tra 25mila e 30mila euro e una scultura al neon del cileno Ivan Navarro del 2006, Pink Electric Chair, venduta a un collezionista privato europeo per 55mila dollari. Anche la celebre galleria di Alex Vervoordt di Anversa ha presentato un SOLO stand nella sezione REDISCOVERY dell'artista giapponese settantenne Yuko Nasaka, una delle pochissime di sesso femminile appartenenti al movimento Gutai: una sua opera del 1963 in ceramica e vernice d'auto è stata venduto a un prezzo tra 150mila e 200mila euro.

Particolare successo hanno goduto due gallerie di Bruxelles gestite da fratelli. Sébastien Janssen, fondatore di “Sorry We're closed”, ha condotto vendite tra i 5mila e i 20mila euro, con opere di artisti storicizzati e giovani, tra cui due bronzi di Tony Matelli per 14mila euro ciascuno, un grande dipinto dell'artista newyorkese Gerasimos Floratos per 10mila euro, quattro arazzi di Yann Gerstberger per 12mila euro, una scultura del 2011 di Piero Gilardi, Bosco di Casterino, per 34mila euro, una tela Untitled del 1965 del pittore americano Thomas Downing per 130mila euro. Il fratello Rodolphe Janssen ha venduto due dipinti dei fratello rumeni Gert & Uwe Tobias per 42mila euro ciascuno e un trittico di Davide Balula del 2016, Burnst Painting, Imprint of the Burnt Painting, Superimposed Blinds, per 35mila euro a importanti collezionisti belgi.

Art Brussels ha visto la partecipazione anche di gallerie italiane tra le quali alcune intervistate da ArtEconomy24. La Galleria Massimo Minini di Brescia già veterano della fiera ha venduto quest'anno a un collezionista belga un ricamo in lana 100 x 100 cm di Sheila Hicks, Untitled del 2016, da 45mila euro, un'installazione di Flavio Favelli ad un altro collezionista belga per 30mila euro, due lavori fotografici di John Hilliard a 5mila euro a un collezionista francese (tra cui una stampa su carta 51 x 61 cm del 2013, Summer Growth) e un lavoro di Anish Kapoor da 250mila euro. Come ha dichiarato il titolare della galleria, “le opere degli artisti italiani presenti nello stand, Ettore Spalletti e Flavio Favelli, hanno riscosso un ottimo successo. Siamo stati visitati da curatori italiani ed esteri, ma soprattutto da collezionisti belgi. Devo dire che ora, nella nuova location, la fiera ha raggiunto una giusta dimensione”. A parere della Brand New Gallery di Milano, oramai alla loro quarta partecipazione, “si tratta di un'ottima fiera, con molti collezionisti provenienti dal Belgio, Olanda, Francia, Inghilterra, Germania e Svizzera, interessati a diversi range di artisti. Particolare attenzione su Alain Biltereyst (un suo piccolo acrilico Untitled del 2016 venduto per 2.800 euro), Amy Feldman (un suo acrilico su tela 200 x 241,3 cm venduto a 16mila dollari), Letha Wilson (una sua C-print unica su cemento del 2014, Headlands Beach Concrete Fold (Blue), 45,72 x 35,56 x 5,08 cm venduta per 7mila dollari), Ry David Bradley (il suo LAND-5-1-2016-14-36-28, pittura spray su pelle scamosciata sintetica del 2016, 80 x 200 cm, venduta per 6.800 euro), Bosco Sodi (una sua tela del 2012, 186 cm di diametro, venduta per 85mila dollari) e Graham Wilson (un suo olio su tela del 2016, Lexapro, 198,1 x 198,1 cm, venduta per 12mila dollari). Si tratta per lo più di acquirenti privati”.

Galleria Continua di San Gimignano è arrivata in Belgio per la prima volta nel 1993: “a suo tempo ancora non c'era Art Brussels, ma Lienant a Ghent. Anche quest'anno, malgrado i recenti attentati, i collezionisti belgi non sono mancati all'appuntamento. Nel nostro stand c'è stato interesse sia per gli artisti storicizzati che per gli emergenti. Tra gli artisti italiani, Serse Cecchini e Giovanni Ozzola hanno un seguito da queste parti, ma anche Michelangelo Pistoletto e Kounellis. L'artista camerunese Pascale Marthine Tayou, Hans Op De Beeck (con quotazioni da 5mila a 450mila euro, tra cui una scultura, Aline, intonaco pigmentato, rivestimento di poliestere, legno, 120 x 46 x 146 cm), e Kader Arttia sono andati molto bene, anche perché qui in Belgio giocano in casa. Abbiamo trattative in corso con collezionisti privati e fondazioni non italiane per Ai WeiWei, Antony Gormley e Qiu Zhijie”. Altra veterana di Art Brussels, la Galleria Astuni di Bologna. Il suo direttore Enrico Astuni ha dichiarato ad ArtEconomy24: “la qualità della fiera è buona ed ho trovato questa edizione molto interessante, giovane e non necessariamente storicizzata, con un'affluenza internazionale sia di collezionisti che di curatori. La nostra galleria ha presentato quattro artisti, per i quali stiamo concludendo trattative con collezionisti e fondazioni internazionali, Christian Jankowski (Villa Massimo del 2016, offerta a 39mila euro), Suzanne Lacy (Prostitution notes, 1974/2015, 80mila euro), Maurizio Mochetti e Maurizio Nannucci (per quest'ultimo, Same world different thoughts del 1988, 43mila euro). Tucci Russo Studio per l'Arte Contemporanea di Torre Pellice (Torino) partecipa ad Art Brussels già da una decina d'anni “nei quali abbiamo ripetutamente osservato l'attenzione dei collezionisti belgi, nonché delle istituzioni, verso l'arte contemporanea sia per gli artisti più giovani che per quelli già affermati. Essendo presenti alla fiera già da anni, abbiamo dei collezionisti affezionati che hanno sin dagli inizi sostenuto le diverse generazioni di artisti con cui lavoriamo, tra cui Gianni Caravaggio, Francesco Gennari, Robin Rhode, Conrad Shawcross, Christiane Löhr, Mario Airò. A questi si aggiungono ovviamente gli storicizzati, come Giovanni Anselmo, Giulio Paolini, Giuseppe Penone, Tony Cragg e Richard Long. Durante la fiera abbiamo avuto un ottimo responso per le opere di Christiane Löhr che hanno una fascia di prezzo tra 10mila e 20mila euro. Giuseppe Penone e Toy Cragg sono stati molto apprezzati ma il momento psicologico dopo i recenti attentati non hanno favorito gli investimenti importanti. Abbiamo comunque delle trattative in corso”.

E a proposito dei fatti che hanno traumatizzato la capitale belga così ha dichiarato Katerina Gregos alla fine della fiera: “l'arte è un grande strumento per superare i traumi come quelli che abbiamo recentemente vissuto. L'arte contemporanea è una lingua internazionale che tutti parliamo. Riesce a infrangere le nazionalità, le religioni, i confini e inviare un messaggio di coesistenza”.

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